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L’export di Made in Italy può battere il suo record


Di

Ansa

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Pubblicato il



15 aprile 2025

Il caos dei dazi non ferma la vocazione all’export dell’industria italiana. Il direttore generale di Confindustria, Maurizio Tarquini, ha indicato un potenziale di crescita, rispetto al record di 626 miliardi di euro raggiunto nel 2023, di altri 440 miliardi sui mercati dove l’Italia è già presente. “Non si raggiungono domattina, ma quello è il nostro destino”, ha detto Tarquini al Made in Italy day che ha riunito a Roma imprenditori, istituzioni e leader dell’industria nell’ambito delle iniziative per la seconda Giornata Nazionale del Made in Italy, istituita dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, in programma il 15 aprile.

Roberto Santori

Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha indicato un obiettivo a medio-termine: 700 miliardi di export da raggiungere entro la fine della legislatura. “È ambizioso, ma sono certo che sia raggiungibile se continuiamo a guardare al futuro insieme”, ha scritto Tajani nel suo messaggio in occasione dell’evento, dove è stata presentata la nuova edizione di “Storie di successo, L’Italia dell’ingegno e dell’eccellenza nel mondo”.

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Il libro, ideato dal fondatore della community Made in Italy, Roberto Santori, dà voce a imprenditori e top manager di 30 realtà di eccellenza dal mondo del lusso come Maserati, Ferragamo e Gruppo Pattern, alle avanguardie tecnologiche e industriali di Irbm, Ised e Pinifarina, passando per campioni dell’alimentare e del commercio con Peroni, Venchi e Yamamay.

“La seconda edizione di Storie di successo”, ha dichiarato Santori, “non è solo un tributo all’imprenditorialità italiana, ma un segnale forte della necessità di fare sistema. Ogni storia raccontata mostra come la collaborazione e la condivisione di esperienze possano generare innovazione e nuove opportunità di crescita. Questo libro vuole essere uno strumento di ispirazione per le nuove generazioni di imprenditori, un invito a credere che insieme si possa portare il Made in Italy ancora più lontano”.

Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha spiegato: “mantenendo gli attuali interscambi anche con gli Stati Uniti, abbiamo un potenziale attuabile rapidamente di oltre 80 miliardi di esportazioni del nostro ben fatto made in Italy” ma “serve un grande piano di incentivi” e un’Europa che deve cambiare rotta ed essere vicina alle imprese”. Dal governo il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha accolto l’appello. “Dobbiamo avere – ha detto – una Pa che è capace di dialogare con il sistema di impresa, quindi saper ascoltare, essere veloce e rapida”.

Il ministro ha detto detto di essere ottimista sull’obiettivo del Pnrr di semplificare 600 procedure amministrative entro giugno 2026, “siamo a buon punto e credo che lo centreremo senz’altro”, ha dichiarato. In un videomessaggio è intervenuto anche il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e ha detto che è nata una nuova Fondazione, Imprese e Competenze, con l’obiettivo di “creare un ponte tra scuola e impresa, portando direttamente nei licei la cultura imprenditoriale e ispirare le nuove generazioni”.

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