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Le città visibili, l’economia delle comunità


Confcommercio Trentino pone il tema della vivibilità e dello sviluppo dell’economia urbana all’indomani delle elezioni amministrative in molti comuni della provincia

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TRENTO. Un convegno dedicato al terziario come leva di rigenerazione urbana e, più in generale, come motore della vita delle comunità sia urbane che delle valli del Trentino. Confcommercio Trentino ha voluto porre sul tavolo delle prossime elezioni amministrative che si terranno a maggio in Trentino la questione del ruolo del commercio, dei pubblici esercizi, ristorazione, ricettività e servizi nelle città e nei paesi della provincia.

Una sala gremita, interventi di altissimo profilo e un confronto vivace e multidisciplinare: si è concluso con grande partecipazione e attenzione il convegno “Le città visibili: le imprese del terziario come leva di rigenerazione urbana”, organizzato da Confcommercio Trentino presso la propria sede in via Solteri.

Al centro dell’iniziativa – che ha visto la presenza di amministratori locali, imprenditori, tecnici e cittadini – un tema sempre più strategico per il futuro dei territori: la rigenerazione urbana intesa non solo come riqualificazione fisica, ma come rinascita sociale, culturale ed economica delle città e delle valli del Trentino. Un processo in cui le imprese del terziario si confermano veri e propri presìdi di comunità, attori chiave nella produzione di benessere, lavoro, coesione e sicurezza.

«Le città non esistono senza economia – ha sottolineato in apertura il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort – Sono le imprese a garantire vita, attrattività e servizi. La rigenerazione urbana ha senso solo se rimette al centro le persone, i bisogni reali e le relazioni di prossimità. Il commercio, la ristorazione, i servizi sono lo scheletro vivo dei nostri centri urbani».

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Sul tavolo dei relatori si sono alternati esperti nazionali di primo piano: Paolo Testa, direttore Urbanistica e Rigenerazione Urbana di Confcommercio-Imprese per l’Italia, ha tracciato una mappa dei nuovi paradigmi dell’economia urbana e del ruolo delle PMI nel ridisegno degli spazi collettivi. Testa ha anche  illustrato il progetto Cities di Confcommercio – Imprese per l’Italia dedicato alla rigenerazione urbana in numerose città d’Italia. Carlo Carminucci, direttore ISFORT, ha offerto un’analisi aggiornata sulla mobilità urbana e periurbana, sottolineando l’urgenza di soluzioni intermodali e sostenibili che tengano conto del tessuto produttivo diffuso. Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi Fipe, ha illustrato l’evoluzione dei modelli di consumo e le sfide della ristorazione, sempre più baricentro di esperienze urbane e relazioni sociali. Ha inoltre ricordato di come i dehors rappresentino un elemento fondamentale per la rigenerazione urbana, non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e urbanistico, nonché del tema della movida. Andrea Mariotto, professore IUAV e consulente urbanista, ha concluso con una riflessione lucida sulla necessità di pianificazioni che mettano in connessione la pianificazione tecnica e la vivibilità concreta dei luoghi.

Il convegno ha dato voce a una visione chiara: il terziario non è più solo un settore economico, ma una vera infrastruttura sociale. Una leva imprescindibile per ripensare le città in chiave più umana, sostenibile e inclusiva.

«Il commercio di vicinato – ha chiosato Massimo Piffer, presidente dell’Associazione Commercianti del Trentino – è l’ossatura vitale dei nostri quartieri, delle vie del centro e delle piccole comunità. Ogni negozio aperto è una luce accesa, un punto di riferimento, una relazione che si rinnova ogni giorno. Parlare di rigenerazione urbana senza includere le attività commerciali significherebbe ignorare il cuore pulsante delle nostre città. I commercianti non solo distribuiscono beni: distribuiscono fiducia, presidiano il territorio, creano relazioni umane. Sono il primo argine contro il degrado, l’abbandono e la desertificazione urbana. È tempo di riconoscerlo a pieno titolo nelle politiche pubbliche e negli strumenti di pianificazione».

 

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«I pubblici esercizi – commenta Fabia Roman, presidente dell’Associazione Pubblici Esercizi della Provincia di Trento – non sono solo attività economiche: sono luoghi di socialità, di ascolto, di incontro, spesso i primi spazi in cui una comunità si riconosce e si ritrova. In un tempo in cui il tessuto urbano si fa più frammentato e la coesione sociale più fragile, bar, caffè, ristoranti e locali rappresentano una rete preziosa e insostituibile. Rigenerare una città significa anche ripensare e potenziare questi presìdi quotidiani di umanità. È qui che si costruisce la vera prossimità, quella che tiene insieme le persone e dà senso ai luoghi».

«Oggi più che mai – la dichiarazione di Marco Fontanari, presidente dell’Associazione Ristoratori del Trentino – è evidente quanto la ristorazione rappresenti un tassello fondamentale della vita urbana e della coesione territoriale. Non siamo semplici operatori economici: siamo interpreti quotidiani di una cultura dell’accoglienza e della qualità, custodi di tradizioni che si evolvono, promotori di un’identità che passa anche attraverso il cibo, i luoghi, le relazioni. La rigenerazione urbana, per essere autentica, deve riconoscere e valorizzare questo ruolo: senza ristoranti vivi e diffusi, le città e le valli rischiano di diventare contenitori vuoti, privi di anima».



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