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Patata dei Sibillini leva strategica per rilancio aree interne – Marche


La Patata dei Sibillini come
“leva strategica per il rilancio economico delle aree interne”.

   
Agricoltura, turismo e politiche di filiera sono stati al centro
del convegno promosso da Uncem (Unione nazionale comuni e
comunità enti montani) Marche ad Ascoli Piceno nell’ambito di
Fritto Misto 2025. Un’occasione concreta di riflessione e
proposta sulle strategie di rilancio delle aree interne,
partendo da un prodotto simbolo dell’agricoltura marchigiana: la
Patata dei Sibillini.

   
L’incontro promosso da Regione, Comune di Ascoli Piceno, Amap
(Agenzia Marche agricoltura e pesca), Uncem Marche e Unione
Montana del Tronto e Valfluvione, Bim Bacino Imbrifero del
Tronto e l’Associazione Città della Patata, ha rappresentato un
momento di confronto strategico tra istituzioni, accademici,
operatori del settore e cittadini, a testimonianza di come
l’agricoltura possa fungere da leva concreta per il rilancio
delle aree interne, contrastando lo spopolamento e stimolando
forme innovative di economia locale.

   
“La patata dei Sibillini non è solo un prodotto agricolo – ha
osserva Giuseppe Amici, presidente Uncem Marche – ma un motore
economico e sociale. Parla di giovani, donne e uomini che
tornano a investire, di filiere locali che generano valore, di
territori che non si arrendono”. Tra gli interventi
istituzionali, significativi quelli del Sindaco di Ascoli Piceno
Marco Fioravanti, del Commissario alla Ricostruzione Sen. Guido
Castelli, dell’Assessore regionale all’Agricoltura Andrea Maria
Antonini, del Presidente Uncem Marche Giuseppe Amici e Luigi
Contisciani presidente del BIM bacino imbrifero del Tronto.

   
Nel corso del convegno, moderato dai giornalisti Mario Paci e
Gabriele Costantini, si è discusso della “necessità di
rafforzare la rete tra produttori, migliorare l’accesso al
tubero seme, aumentare l’offerta di prodotto trasformato e
consolidare una presenza stabile sul mercato”. Il ricercatore
Marco Corradi e il professor Luigi Ledda dell’Università
Politecnica delle Marche hanno evidenziato limiti e opportunità
del comparto, sottolineando l’urgenza di una filiera
strutturata, capace di garantire continuità produttiva, qualità
agronomica e competitività. Incisivo l’intervento del sindaco di
Pizzoferrato Palmerino Fagnilli, in rappresentanza
dell’Associazione Nazionale Città della Patata, che ha ribadito
il ruolo della filiera quale strumento di rigenerazione
territoriale.

   
Particolare attenzione è stata dedicata agli strumenti di
finanziamento messi a disposizione dal Csr (Complemento di
sviluppo rurale) e dalla Regione Marche, illustrati da Ilaria
Mantovani, e al ruolo strategico di Amap, che – come ribadito da
Renato Frontini vicepresidente Amap e Valeria Belelli e Silvia
Tagliavento – agisce come facilitatore tra operatori e
istituzioni, raccogliendo le esigenze della filiera e favorendo
la programmazione condivisa di interventi strutturali.

   
Dalle testimonianze delle aziende agricole presenti – tra cui
Elena Spinsanti, Patasibilla, Agricolfiorito e Hortus Trade – è
emersa la richiesta di un sostegno economico non frammentario ma
inserito in una progettualità condivisa, capace di sostenere le
imprese in modo duraturo e coordinato.

   
Il convegno si è chiuso con l’intervento del sottosegretario
all’Agricoltura Luigi D’Eramo, che ha annunciato l’impegno del
Ministero per la “firma di accordi quadro di filiera e
l’aggiornamento del piano settoriale nazionale per il comparto
delle patate, con l’obiettivo di ridurre i costi, migliorare la
programmazione e rafforzare la tenuta economica del comparto”.

   
“L’esperienza di Ascoli – sottolineano i promotori
dell’inziativa – conferma come una filiera ben organizzata possa
generare sviluppo sostenibile, occupazione giovanile e presidio
del territorio. Non solo un racconto agricolo, ma una strategia
economica concreta per le aree interne. La patata dei Sibillini
diventa così un caso emblematico di politiche attive che mettono
in rete agricoltura, cultura e impresa”.

   

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