Il GSE annuncia un nuovo ciclo di incentivi per sostenere la produzione di biometano in Italia dopo il PNRR, con l’obiettivo di raggiungere 5,7 miliardi di metri cubi entro il 2030
Un nuovo ciclo di incentivi per sostenere la produzione di biometano in Italia potrebbe arrivare entro la fine dell’anno. A dirlo è il Presidente del GSE, Gestore Servizi Energetici, Paolo Arrigoni, che annuncia un possibile intervento congiunto in tal senso con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Raggiunto l’obiettivo intermedio fissato dal PNRR per il 2026, la sfida è ora realizzare il target al 2030 fissato dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), che prevede una capacità produttiva di 5,7 miliardi di metri cubi all’anno.
La produzione di biometano in Italia
Secondo l’Outlook Biometano 2024 redatto dal Dipartimento Energy&Strategy del Politecnico di Milano, lo stato della produzione di biometano in Italia evidenzia ancora forti criticità.
Ad oggi, solo quattro delle cinque aste previste sono state effettivamente completate e la capacità produttiva assegnata si attesta ben al di sotto del contingente teoricamente disponibile. Più nel dettaglio, secondo Arrigoni, sebbene la quinta asta finanziata con fondi PNRR abbia assegnato il 95% del contingente previsto, l’esaurimento del budget da 1,7 miliardi di euro ha consentito di finanziare in conto capitale solo 148 dei 298 progetti ammessi, lasciando ancora lontana la soglia di capacità totale prevista, pari a 122.842 metri cubi orari.
Nel documento, gli analisti del Politecnico avvertono chiaramente che senza l’introduzione di nuove misure di supporto e l’elaborazione di un piano di sviluppo chiaro e a lungo termine, una parte significativa degli impianti rischia la dismissione una volta esaurito il ciclo operativo standard, pari a circa 15 anni.
Centrare gli obiettivi al 2030 con nuovi meccanismi incentivanti
É in questo contesto che andrebbe ad inserirsi il nuovo schema di sostegno annunciato dal presidente del GSE. Prendendo il testimone dal PNRR, in scadenza il 30 giugno 2026, il meccanismo dovrebbe assicurare continuità agli investimenti nel settore del gas rinnovabile prodotto da scarti organici e rifiuti biodegradabili.
2,7 miliardi di metri cubi aggiuntivi all’anno
Dopo i bandi del 2018 e del 2022, il MASE ha confermato la volontà di costruire un nuovo meccanismo incentivante, basato con ogni probabilità su contratti per differenza e tariffe in conto esercizio, per assegnare in modo progressivo ulteriori 2,7 miliardi di metri cubi annui di capacità. L’ipotesi è quella di suddividere il contingente residuo in quattro o cinque tranche annuali da 400–500 milioni di metri cubi.
Biometano release per l’“hard to abate”
Tra gli obiettivi del piano annunciato, quello di stimolare l’utilizzo di biometano nei settori industriali più difficili da decarbonizzare, i cosiddetti “hard to abate”. È, infatti, allo studio una procedura competitiva dedicata alla domanda industriale, una sorta di “biometano release” che favorisca la programmazione energetica a medio-lungo termine delle imprese energivore.
In arrivo la sesta asta?
Il MASE ha già avviato un’interlocuzione con la Commissione europea per ottenere ulteriori risorse attraverso la rimodulazione del PNRR. L’esito di questo dialogo sarà decisivo: senza il contributo in conto capitale, molti progetti potrebbero risultare non bancabili e rischiare di essere ritirati.
In caso di esito positivo, il GSE prevede una sesta procedura per allocare il contingente residuo, pari a circa 100 milioni di metri cubi all’anno. Ma il fattore tempo è cruciale: i progetti dovranno comunque essere completati entro la scadenza del 30 giugno 2026. Per questo, servono decisioni rapide e certe per non compromettere il contributo strategico del biometano alla transizione energetica nazionale.
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