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In che modo i dazi USA influenzeranno l’economia della provincia di Latina?

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Un sondaggio condotto da Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne mette a fuoco la situazione delle imprese italiane con l’introduzione dei dazi voluti dall’amministrazione Trump.

Il sondaggio mostra come sette imprese italiane su dieci si stiano preparando a fronteggiare i possibili effetti negativi dei dazi annunciati dagli Stati Uniti.

I risultati del sondaggio sono stati al centro del dibattito tenutosi il 29 aprile a Roma durante l’Assemblea delle Camere di Commercio.

L’indagine evidenzia come l’Italia resta tra i principali esportatori verso il mercato americano. Le imprese tuttavia hanno sviluppato una significativa capacità di diversificazione, esportando mediamente in undici mercati differenti.

I dazi USA e l’export in provincia di Latina

Tra le province italiane più esposte all’export verso gli USA, e dunque ai dazi, spicca Latina. In provincia di Latina il 6,6% del fatturato delle imprese locali dipende infatti proprio dalle vendite oltreoceano.

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Si tratta di un dato sull’export rilevante, che colloca la provincia di Latina al decimo posto a livello nazionale, dietro realtà come Trieste (36,2%), L’Aquila (17,6%) e Isernia (16%).

La forte proiezione estera del tessuto produttivo locale rappresenta un’opportunità ma, in caso di nuove barriere doganali, anche una potenziale vulnerabilità.

Il presidente di Unioncamere Andrea Prete ha sottolineato il ruolo delle Camere di Commercio come punto di riferimento per le imprese italiane alle prese con le sfide globali:

«Secondo un’indagine Ipsos, il 43% delle imprese crede che le Camere possano offrire un valido supporto per l’internazionalizzazione, e quasi la metà le considera essenziali per affrontare il futuro».

Orientamenti delle imprese di fronte all’aumento dei dazi per l’export verso gli USA

L’introduzione dei dazi USA, secondo le aziende coinvolte nel sondaggio, comporterebbe principalmente una riduzione dell’export (56%), un aumento dei costi di approvvigionamento (26%) e un calo delle vendite di semilavorati destinati a catene di produzione internazionali (22%).

Il 19% delle imprese teme inoltre un aumento della concorrenza da parte di aziende che potrebbero riorientare le loro esportazioni verso l’Europa, abbandonando il mercato statunitense.

In risposta, il 33% delle imprese italiane è pronto ad aumentare i prezzi, il 25% punta a rafforzare la presenza nei mercati europei e il 18% guarda a nuovi sbocchi extra-UE.

Solo una piccola minoranza (3%) ipotizza un trasferimento o un incremento della produzione direttamente negli Stati Uniti.

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In uno scenario globale in continua evoluzione, Latina e le altre province italiane fortemente legate all’export verso gli USA saranno chiamate a una riflessione strategica per continuare a competere e crescere.


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