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perchè crescono prestiti a imprese e famiglie


Aumenta a febbraio la crescita dei prestiti alle imprese e alle famiglie, ma ben sotto la media. Emerge dal bollettino dell Bce che ritiene l’andamento rifletta ”la perdurante debolezza della domanda e la rigidità dei criteri di erogazione del credito”.

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IL TASSO DI CRESCITA

In particolare il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti bancari alle imprese è salito al 2,2%, in aumento dal 2,0% di gennaio e ben al di sotto della sua media storica del 4,8%.

I MOTIVI

Da Francoforte si spiega che l’incremento è riconducibile principalmente ai prestiti a breve termine (fino a un anno). Dopo una serie di mesi volatili, a febbraio l’emissione di titoli di debito da parte delle imprese è stata relativamente debole ed è cresciuta a un tasso stabile del 3,2% su base annua. Il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle famiglie è migliorato, salendo all’1,5% a febbraio, dall’1,3% di gennaio, pur rimanendo ben al di sotto della sua media storica del 4,1%.

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I prestiti per l’acquisto di abitazioni hanno continuato a essere la principale determinante di questa tendenza al rialzo, mentre il credito al consumo a febbraio si è stabilizzato, con una crescita sui dodici mesi pari al 3,9%. Le altre tipologie di prestiti alle famiglie, inclusi quelli alle imprese individuali, si sono invece confermate deboli. L’indagine sulle aspettative dei consumatori (Consumer Expectations Survey, Ces) condotta dalla Bce a febbraio ha mostrato che la percentuale di famiglie che hanno percepito un accesso al credito più restrittivo continua a essere superiore rispetto a quella delle famiglie che hanno percepito un accesso più facile, ma in prospettiva ci si attende un lieve allentamento dell’accesso al credito nei prossimi dodici mesi.

COME STA IL SETTORE BANCARIO

Quanto al settore bancario dell’area dell’euro, la Bce sottolinea che questo ha continuato a mostrare capacità di tenuta, con solide posizioni patrimoniali e livelli di redditività ancora elevati, nonostante le difficoltà legate alla debole crescita economica. La Bce spiega che nel quarto trimestre del 2024 la capitalizzazione delle banche si è mantenuta sostanzialmente stabile, con coefficienti patrimoniali ben al di sopra del 15% e riserve di capitale volontarie superiori ai requisiti di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1, Cet1). Il rendimento del capitale delle banche è rimasto elevato, al 10%, nel quarto trimestre del 2024, malgrado un aumento del fabbisogno di accantonamenti in alcune classi di attività e il calo del sostegno fornito dal margine di interesse rispetto al picco registrato nel primo trimestre del 2024.

QUALITA’ DEGLI ATTIVI

In presenza di tassi di interesse ancora elevati, la qualità degli attivi ha lentamente continuato a peggiorare, con notevoli differenze tra Paesi. La quota dei crediti deteriorati è rimasta sostanzialmente stabile, prossima ai minimi storici osservati nel primo trimestre del 2023. L’incidenza di crediti che hanno subito un significativo deterioramento (ovvero nello stadio 2) è cresciuta notevolmente nel 2024, soprattutto per le piccole imprese e per il comparto degli immobili commerciali: per tenerne conto, le banche hanno aumentato gli accantonamenti per perdite di valore.



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