Modena, 3 maggio 2025 – Nell’epoca digitale, in cui tutto viaggia sulla rete a scapito della fisicità, sorprende come l’incontro diretto, il colloquio, lo scambio che avviene in una fiera torni a essere importante. Al Coverings 2025, la più grande fiera nordamericana dedicata alle superfici ceramiche e alla pietra naturale, conclusasi ieri all’Orange County Convention Center di Orlando, le imprese ceramiche italiane e gli importatori americani hanno provato assieme ad esorcizzare le paure sollevate dall’offensiva dell’amministrazione Trump sui dazi. Se negli stand ha prevalso l’attenzione alle novità e al design sempre all’avanguardia del Made in Italy, nei corridoi è stato tutto un parlare fitto su cosa accadrà a giugno quando il presidente degli Stati Uniti dovrà decidere se fare retromarcia o confermare la stangata dei dazi al 10% sulla produzione ceramica. “Continueremo a insistere in tutti i modi dall’Europa con i colleghi spagnoli, ma sono sicuro che anche i colleghi americani faranno un lavoro analogo sulla loro amministrazione, perché i dazi fanno male all’economia in generale”, ha sottolineato Armando Cafiero, direttore di Confindustria Ceramica. “La guerra commerciale non paga nessuno. Il nostro settore, che è manifatturiero e industriale come tanti altri, lo dimostra anche di più. Abbiamo un’integrazione, se guardiamo agli investimenti delle nostre aziende italiane, già molto sviluppata. A noi serve che l’economia vada bene, non servono altre distorsioni di mercato per investire in un paese importante come gli Stati Uniti”. Nonostante le preoccupazioni, l’edizione 2025 ha riservato segnali incoraggianti. Il numero dei distributori presenti è stato positivo, soprattutto per quanto riguarda gli operatori statunitensi. Si è registrata una minore partecipazione dal Canada, che tuttavia ha visto premiata Stone Tile International con il prestigioso North American Distributor Award, riconoscimento per i distributori che si distinguono nella promozione di prodotti ceramici italiani. Sul fronte delle trattative commerciali il clima rimane di grande cautela. “È impossibile fare previsioni in un clima di così grande incertezza – ha aggiunto Cafiero -. La forte sensazione è che l’ipotesi di dazi permanenti sia qualcosa che nessuno voglia prendere in considerazione, sia per le conseguenze settoriali, ma soprattutto per l’impatto che avrebbero sull’economia in generale. I dati del primo trimestre dell’economia statunitense mostrano che, di chiunque sia la responsabilità, questa situazione rappresenta un male per tutta l’economia internazionale”. Accanto alla questione dazi, a caratterizzare questa edizione è stata anche la forte attenzione alla sostenibilità ambientale, con numerose aziende italiane che hanno presentato prodotti certificati a basso impatto di Co2 e materiali pensati per ridurre il consumo energetico negli edifici. Una tendenza che risponde alle crescenti richieste dei grandi studi di architettura americani, sempre più orientati verso soluzioni ecosostenibili nei progetti edilizi. Per il distretto ceramico modenese, il Coverings resta un appuntamento fondamentale per mantenere saldo il legame con il mercato nordamericano, indipendentemente dalle tensioni commerciali del momento. Un mercato che, nonostante le difficoltà, continua a riconoscere e premiare l’eccellenza del Made in Italy: nel 2024 la produzione italiana ha confermato la leadership per valore delle importazioni sul mercato Usa con oltre 700 milioni di dollari.
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