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Naspi e Cassa integrazione in aumento, lavoratori italiani in difficoltà


I primi tre mesi del 2025 hanno fatto registrare un aumento delle richieste di Cassa integrazione e disoccupazione. A pochi giorni dalla Festa dei Lavoratori e delle Lavoratrici, la fotografia scattata dall’Inps evidenzia una crisi diffusa nel mercato del lavoro italiano.

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A essere in difficoltà sono sia i dipendenti, con un incremento delle domande di indennità di disoccupazione rispetto allo stesso periodo del 2024, sia le imprese. Settori come quello metalmeccanico, tessile e dell’abbigliamento hanno richiesto un numero maggiore di ore di ammortizzatori sociali: 176,5 milioni nel primo trimestre 2025, contro i 135,5 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.

Cassa integrazione: numeri in aumento

L’Osservatorio dell’Inps ha registrato i dati dei primi tre mesi del 2025 in merito alle domande di Cassa integrazione e alle richieste di Naspi. Entrambi i dati colpiscono per l’aumento rispetto all’anno precedente, ma in particolar modo sono le ore di Cassa integrazione ad aumentare significativamente.

Secondo l’Osservatorio, che commenta i dati analizzati, l’andamento della Cassa integrazione “è in linea con l’evoluzione dei processi produttivi e gli obiettivi di ristrutturazione industriale”. Tradotto: i dati riflettono la riorganizzazione necessaria per alcuni settori chiave della manifattura made in Italy, in seguito alle forti difficoltà riscontrate nei mesi e negli anni precedenti.

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Così, nel mese di marzo 2025, le ore di Cassa integrazione guadagni autorizzate sono state 61,7 milioni, in diminuzione rispetto al mese precedente (66,6 milioni), ma in forte aumento rispetto a marzo 2024, quando erano circa la metà: 39,9 milioni di ore.

Nel complesso, nel primo trimestre del 2025 sono state autorizzate 176,5 milioni di ore, in aumento del 30,2% rispetto ai 135,5 milioni dello stesso periodo del 2024.

Dall’Osservatorio emerge la distribuzione per tipologie del mese di marzo:

  • sono state autorizzate 30,7 milioni di ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO),  in aumento rispetto ai 30,1 milioni di ore di febbraio e ai 24,7 milioni di marzo 2024;
  • sono state autorizzate 29,9 milioni (di cui 16,2 milioni per contratti di solidarietà) di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), in diminuzione rispetto ai 35,4 milioni del mese precedente, anche se in aumento rispetto ai 13,6 milioni di ore autorizzate a marzo 2024;
  • sono state autorizzate circa 90 mila ore di Cassa Integrazione Guadagni in Deroga, in calo rispetto allo stesso periodo del 2024;
  • le ore autorizzate nei fondi di solidarietà sono state 953 mila, in aumento rispetto ai 797 mila del mese precedente, ma in calo rispetto ai 968 mila di marzo 2024.

La denuncia del settore metalmeccanico

A differenza di quanto dichiarato dal governo Meloni (già in contrasto con i dati dell’Organizzazione mondiale del lavoro), i settori produttivi del made in Italy sono in difficoltà. Una crisi acuta, soprattutto nel settore metalmeccanico, dove non aumenta l’occupazione ma cresce l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Lo racconta il rapporto del Centro studi della Fiom Cgil nazionale: nel settore sono aumentate le ore di Cassa integrazione mensili, con il 49,2% degli addetti in cassa integrazione o in esubero (pari a 19.364 persone).

Un dato che si aggiunge a quello dei posti di lavoro persi, (comprese le crisi Beko Europe, Electrolux Italia e Italia Green Factory), ovvero:

  • 2.127 nell’automotive;
  • 6.308 nella siderurgia;
  • 1.232 nell’elettrodomestico.

Secondo il report, a differenza di quanto dichiarato dal ministro Urso e dallo stesso commento dell’Osservatorio dell’Inps,

Non siamo in presenza di difficoltà frutto del processo di transizione, bensì di situazioni derivanti da una crisi strutturale del nostro sistema industriale, che dovrebbero essere affrontate con strumenti adeguati.

Il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, chiede inoltre di affrontare con strumenti nuovi le crisi straordinarie. Tra questi: risorse per ricerca, sviluppo e produzione, un piano pluriennale per i settori strategici e piani industriali, sociali e formativi che valorizzino il sapere e il saper fare dei lavoratori.

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Il problema riguarda anche i salari. Secondo la premier Giorgia Meloni il suo governo ha invertito la tendenza e portato i salari reali a crescere. Un dato vero in parte, ma che non riesce davvero a competere con la perdita di potere d’acquisto che le famiglie stanno pagando. Per questo viene chiesto al governo di mettere in campo anche iniziative fiscali per sostenere il rinnovo dei contratti,  il detassamento degli aumenti e infine favorire una riduzione dell’orario di lavoro a parità di compenso, attraverso la contrattazione.

Disoccupazione in lieve rialzo

Infine, anche le domande di disoccupazione sono in aumento, seppur in misura minore rispetto alla Cassa integrazione. La difficoltà del mondo del lavoro si riflette anche nella crescita delle richieste di indennità di disoccupazione.

A novembre (ultimo dato disponibile), l’Inps ha rilevato un aumento dei beneficiari di Naspi pari al +2,2%. In numeri, si è passati da 1.275.505 a 1.303.982 domande presentate.





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