I dati
Il presidente della Camera di commercio: «Segnali di difficoltà, soprattutto per il comparto artigianale. Su manifatturiero e costruzioni pesano le incertezze globali»
Elaborati dal servizio Promozione e informazione economica della Camera di commercio, i dati relativi alla natimortalità delle imprese di Cremona, Mantova e Pavia per il primo trimestre del 2025 mostrano una leggera contrazione dell’andamento, con una differenza tra iscrizioni e cessazioni di segno meno per tutti e tre i territori. Complessivamente, la consistenza del Registro imprese della Camera di commercio di Cremona-Mantova-Pavia ammonta a 107.341 aziende registrate a fine marzo. Il tasso di crescita dei tre territori risulta pari al -0,3%, con un posizionamento in territorio negativo anche per l’Italia (-0,1%), mentre a livello regionale emerge una sostanziale stabilità. Nel panorama lombardo si evidenziano performance negative per oltre la metà delle province, mentre ai vertici della classifica, con segno più, troviamo Milano, Brescia e Monza Brianza.
I dati di Mantova
Per quanto riguarda la provincia di Mantova, il tasso di crescita risulta pari al -0,4%, con un saldo tra aperture e chiusure di -128 unità, per un totale di 35.359 imprese registrate a fine marzo. Nel dettaglio delle forme giuridiche, mostrano valori in crescita le società di capitali (+0,6%) e le “altre forme” (cooperative e consorzi), con un +0,1%, mentre in calo risultano le società di persone e le ditte individuali, entrambe con un -0,7%.
L’analisi delle attività economiche della provincia mantovana evidenzia una contrazione per quasi tutti i settori economici tradizionali: l’agricoltura (-1,2%), le attività manifatturiere (-0,6%), le costruzioni (-0,8%), il commercio (-1,2%), il trasporto e magazzinaggio (-1,2%), i servizi di alloggio e ristorazione (-1%), i servizi di informazione e comunicazione (-0,3%), le attività immobiliari (-0,5%), la sanità (-0,4%) e le altre attività di servizi (-0,2%). Mostrano, al contrario, un trend positivo le attività finanziarie e assicurative (+0,7%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+0,7%), i servizi di supporto alle imprese (+0,2%), l’istruzione (+0,9%) e le attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+1%).
Stringendo il fuoco sul comparto artigianale, il saldo tra aperture e chiusure risulta negativo per 47 unità, per un totale di 9.718 imprese registrate a fine marzo, determinando un tasso di crescita negativo, pari al -0,5%. Ancora più in dettaglio, si evidenziano contrazioni nell’agricoltura (-0,6%), nelle attività manifatturiere (-0,9%), nelle costruzioni (-0,7%), nel commercio (-0,7%), nel trasporto e magazzinaggio (-0,6%) e nelle attività di alloggio e ristorazione (-1,4%). Risultano in ripresa, invece, le attività professionali, scientifiche e tecniche (+1,3%), le attività di supporto alle imprese (+2,2%), le attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+3%) e le altre attività di servizi (+0,1%).
Il commento del presidente
«I dati relativi ai primi mesi del 2025 mostrano ancora una volta i segnali di difficoltà del panorama imprenditoriale, in particolare per il comparto artigianale che ha una grande rilevanza per i nostri territori – osserva il presidente della Camera di commercio, Gian Domenico Auricchio – Va evidenziato, tuttavia, che il periodo gennaio-marzo è tradizionalmente un periodo in cui emergono valori negativi dovuti in parte alle chiusure che derivano dal mese di dicembre e dall’altro da una situazione di consolidamenti caratteristica dei primi mesi dell’anno. In questo panorama l’attenzione va, inoltre, data al persistere del cambiamento in atto ormai da oltre un decennio per quanto concerne la natura giuridica, con una crescita delle società di capitali, a fronte di un calo delle altre forme, più tradizionali. A livello settoriale le difficoltà maggiori sono legate alle attività tradizionali, in particolare il manifatturiero e le costruzioni, sul quale pesano maggiormente le sfide strutturali e le incertezze globali legate alla situazione internazionale. Proprio per questo motivo è difficile poter fare delle previsioni sull’andamento che avrà il 2025».
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