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Bonus partita Iva 2025, gli incentivi per i lavoratori autonomi — idealista/news


La legge di Bilancio di quest’anno conferma il pacchetto di bonus partita Iva 2025, con la possibilità per i professionisti e i lavoratori autonomi che si trovino in difficoltà economiche di richiedere l’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale Operativa (ISCRO). Tuttavia, la stessa Manovra contiene tutta una serie di incentivi e agevolazioni a sostegno di chi lavori in proprio.

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Si va dagli sconti contributivi, agli incentivi per avviare una nuova attività, dai sostegni per le mamme professioniste a quelli per i giovani. Ecco, dunque, quali sono gli aiuti messi in campo dal governo, i requisiti e le modalità di presentazione della relativa domanda, partendo proprio dal bonus partita Iva 2025.

Quali sono le agevolazioni per le partite Iva nel 2025?

Chi è già un lavoratore autonomo o avvia una nuova attività nel 2025 non dovrebbe lasciarsi scappare alcune tra le misure di sostegno al fatturato messe in campo dal governo tra agevolazioni fiscali e riduzione dei contributi previdenziali. Quasi tutte le misure sono accessibili presentando domanda dal portale dell’Inps. 

Più nello specifico, si può richiedere il bonus partita Iva 2025 beneficiando di uno strumento utile a sostenere i lavoratori autonomi che si trovino in difficoltà economiche (il cosiddetto “bonus ISCRO 2025“). Nel contempo si è stabilito un regime di incentivi, per il momento provvisorio, al fine di avviare nuove attività, sostenere l’occupazione di giovani e donne e ridurre il carico dei contributi previdenziali (del 35% o del 50%).

Tra le novità di quest’anno, si segnala anche la possibilità di ottenere la NASpI anticipata per l’avvio di un’impresa e l’allargamento alle lavoratrici autonome, madri di almeno due figli, dell’esonero contributivo, uno strumento già attivo dallo scorso anno a favore delle donne occupate con contratti di lavoro subordinati.

Quali sono i requisiti per richiedere il bonus partita Iva 2025

Già la legge di Bilancio dello scorso anno aveva reso strutturale l’ISCRO a favore di professionisti e lavoratori autonomi. Anche nel 2025, dunque, le partite Iva possono presentare la domanda per fruire del bonus nel caso in cui la propria attività abbia registrato un notevole calo di fatturato nel 2024.

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Pertanto, l’indennità si conferma come il contributo versato mensilmente dall’Inps, di importo variabile tra 252 e 806,40 euro (cifre del 2025), da destinare agli iscritti alla Gestione Separata che esercitino attività di lavoro autonoma come professione abituale ai sensi di quanto prevede il comma 26, dell’articolo 2, della legge n. 335 del 1995. Affinché si possa far richiesta del bonus partita Iva 2025 è necessario il rispetto di ulteriori e specifici requisiti, quali:

  • il possesso della partita Iva, attiva da almeno tre anni e per la medesima attività, nonché l’iscrizione alla Gestione Separata dell’Inps;
  • la riduzione del fatturato di almeno il 70% rispetto ai due anni precedenti la presentazione della domanda;
  • il mancato superamento della soglia di reddito, pari a 12.000 euro nel 2024 (rispetto al tetto di 8.145 euro dell’anno 2023);
  • l’assenza di trattamenti di pensione o di altre prestazioni a sostegno del reddito (come, ad esempio, la Dis-Coll);
  • la regolarità nel versare i contributi previdenziali.

Come si calcola il bonus ISCRO 2025? Un esempio

Il calcolo di quanto spetti a titolo di Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale Operativa si basa sull’applicazione dell’aliquota del 25% al fatturato semestrale, da determinare sul reddito conseguito dal lavoratore autonomo nei due anni precedenti la richiesta.

Pertanto, chi presenta la domanda del bonus partita Iva nel 2025 ha quale primo requisito reddituale da dimostrare quello della perdita di fatturato della propria attività autonoma di almeno il 70% nel 2024 rispetto alla media dei redditi dei due anni immediatamente precedenti, il 2023 e il 2022. 

Dopo aver certificato la perdita di fatturato nell’anno di riferimento e considerando che, ad esempio, i redditi del 2023 e 2022 erano stati pari, rispettivamente, a 6.000 euro e a 5.000 euro, si può procedere con il calcolo del contributo spettante, da ottenere:

  • facendo la media dei redditi dei due anni precedenti (6.000 + 5.000)/2 = 5.500 euro;
  • dividendo il reddito medio per due al fine di ottenere il reddito semestrale. Nell’esempio si ottiene l’importo di 2.750 euro;
  • moltiplicando per il 25% la cifra semestrale e ottenendo quale risultato 687,50 euro.

È questo, in definitiva, l’importo spettante al lavoratore con partita Iva che presenti domanda di bonus ISCRO entro il 31 ottobre 2025.

Come presentare domanda all’Inps

È importante rispettare le indicazioni relative all’invio della domanda per l’anno 2025, con procedura da portare a termine sul portale dell’Inps. Per la richiesta del bonus lavoratori autonomi 2025 occorre accedere al sito mediante:

  • le credenziali SPID di almeno il secondo livello;
  • la Carta di Identità Elettronica (CIE 3.0);
  • la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

In alternativa, si può inoltrare la richiesta mediante il Contact Center dell’Inps, telefonando al numero verde 803 164 da rete fissa o all’164 164 da rete mobile. La scadenza per il 2025 è fissata al prossimo 31 ottobre.

Una volta accettata la domanda, l’Inps eroga l’ISCRO per sei mensilità. Il lavoratore autonomo perde il diritto a ricevere l’indennità nel caso di:

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  • chiusura della partita Iva durante le mensilità di erogazione;
  • fruizione di altri assegni pensionistici o di altre indennità di sostegno al reddito;
  • iscrizione a un altro ente previdenziale obbligatorio, come avviene ai liberi professionisti che aderiscono alle Casse previdenziali private.

Quali sono i nuovi aiuti alle partite Iva

Tra le novità del 2025 figurano vari sconti contributivi che riducono il carico dei versamenti dei lavoratori autonomi. Più nel dettaglio, si prevede un bonus per l’apertura della partita Iva nel 2025 (dal 1° gennaio al 31 dicembre) nella Gestione Artigiani e Commercianti Inps. 

Gli interessati beneficiano del parziale esonero dei contributi per una percentuale pari al 50% rispetto a quanto dovuto. Conti alla mano, le due categorie di lavoratori interessati a questa misura pagano un importo dei contributi previdenziali fissi pari a 2.200 euro, con un abbattimento al 12% dell’aliquota di contribuzione. La domanda, anche per questa misura, deve essere presentata tramite il portale Inps.

Novità assoluta di quest’anno è quella di poter richiedere la NASpI anticipata. Chi ha diritto all’indennità di disoccupazione per giusta causa o per motivi che non dipendono dalla propria volontà, può presentare domanda entro 30 giorni di questa misura nel caso in cui intenda avviare una nuova attività autonoma. In questo modo, tutto l’importo spettante per la NASpI lo si ottiene in un’unica soluzione e anticipatamente. 

Per il 2025 l’Inps stabilisce che l’importo massimo erogabile è fissato a 1.550,42 euro, da parametrare in base allo stipendio medio del lavoratore. La domanda si presenta sul portale dell’Inps unitamente a un business plan nel quale il richiedente descrive l’attività da avviare. 

Infine, la legge di Bilancio ha previsto anche specifici incentivi per incrementare la propria attività autonoma, quale il bonus pubblicità 2025 con invio della domanda che andava effettuato entro la fine dello scorso mese di marzo. 

Incentivi per la genitorialità: quali sono e come richiederli

Si attendeva per il 2025 l’allargamento di alcune misure a favore della genitorialità e così è stato. In primis, la nuova legge di Bilancio ha stabilito la possibilità di fruire del bonus mamme anche per le partite Iva. Come per le dipendenti assunte con contratto di lavoro subordinato, anche le lavoratrici autonome, con almeno due figli, possono fruire di un parziale esonero contributivo. La percentuale di abbattimento dei contributi è ancora in via di definizione.

Tuttavia, facendo alcuni ragionamenti basati sul taglio dei contributi previdenziali a favore delle mamme dipendenti, anche lo sconto assicurato dal bonus per le partite Iva dovrebbe raggiungere i 3.000 euro annui. Per i fatturati più alti si arriverebbe a un incentivo pari a circa 250 euro al mese. Analogamente alle lavoratrici dipendenti, inoltre, si prevede un tetto ISEE pari a 40.000 euro anche per le autonome.

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Le donne che non superino questa soglia di indicatore del reddito possono richiedere altri due incentivi a sostegno della genitorialità. Il primo riguarda il bonus bebè partita Iva spettante per la nascita di un figlio nel corso del 2025. 

L’importo di quello che è conosciuto anche come il bonus nascita 2025 partita Iva è pari a 1.000 euro. Inoltre, alle stesse lavoratrici si riconosce il bonus asilo nido con possibilità di rimborso della relativa retta annuale fino a un importo di 3.600 euro.

Quali sono le novità per i forfettari nel 2025

Alcune delle misure illustrate a favore dei lavoratori autonomi riguardano anche i lavoratori in regime di flat tax, con qualche differenza. Infatti, nel caso dei forfettari, lo sconto contributivo del 50% già evidenziato per gli iscritti alla Gestione Separata Inps commercianti e artigiani, si abbassa al 35%. Per fruire di questo incentivo, tuttavia, si prevede una scadenza nella presentazione della domanda. Il termine, infatti, è fissato alla fine di febbraio di ogni anno.

Altre agevolazioni sono destinate, in via esclusiva, ai possessori di partita Iva forfettaria. Per il 2025, infatti, la legge di Bilancio ha aumentato il tetto di reddito di lavoro alle dipendenze cumulabile con un’attività svolta con partita Iva. La soglia di quest’anno è stata portata a 35.000 euro lordi rispetto ai 30.000 euro del 2024. 

Le soglie da rispettare nel 2025 dagli autonomi in regime forfettario valgono anche per il cumulo dei redditi autonomi con i ricavi derivanti da redditi assimilati a quelli del lavoro dipendente, come contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) o a progetto (co.co.pro.), borse di studio o trattamenti pensionistici.

Bonus partita Iva dell’Agenzia delle entrate: quali sono?

Alcuni incentivi a favore dei lavoratori autonomi sono direttamente erogati o regolati dall’Agenzia delle entrate e riguardano principalmente la partecipazione delle partite Iva ai bonus ristrutturazione anche per l’anno 2025. 

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Nel dettaglio, i possessori di partita Iva che effettuino interventi edilizi nel corso di quest’anno possono beneficiare di una detrazione fiscale del 50% sulle spese sostenute se si tratta di prima casa, e del 36% per le altre abitazioni, da ripartire per dieci quote annuali. Il tetto massimo di spesa per gli interventi è fissato a 96.000 euro.

L’accesso al bonus ristrutturazione 2025 per le partita Iva riguarda, pertanto, i contribuenti soggetti all’Irpef che siano proprietari, usufruttuari, inquilini, soci di cooperative e comodatari degli immobili oggetto di lavori edilizi.



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