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“In Italia e all’estero le garanzie sono essenziali”


Creditpartner rappresenta la Coface in Italia, con particolare riferimento ai territori dell’Emilia Romagna e delle Marche. In queste regioni esiste una tra le più importanti economie europee e mondiali, che può contare su un sistema associativo molto forte e su una grande capacità di innovazione, alta ed estesa, che parte dalla produzione agricola, per arrivare alla trasformazione dei prodotti e alla loro integrazione negli indirizzi dietetici e della salute.

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Seguendo le esigenze di grandi gruppi imprenditoriali, Creditpartner si è organizzata per assistere le aziende nelle loro attività in tutto il Paese e all’estero.

“I servizi di business information e di assicurazione dei crediti commerciali offerti da molti decenni – commenta l’amministratore delegato Mario Boccaccini – non solo fanno ormai parte del nostro saper fare, ma sono un’azione quotidiana di ascolto e risposta che offriamo condividendo con le imprese il nostro osservatorio qualificato e ‘responsabile’. Consigliare alle imprese la dilazione concedibile e l’esposizione massima proporzionata alle capacità e all’affidabilità dei clienti ai quali viene venduto il prodotto è un lavoro che richiede l’esperienza di un supporto informativo che utilizza i sistemi più moderni di intelligenza artificiale, ma che resta anche ancorato ai dati esperienziali legati ai comportamenti di milioni di aziende nelle relazioni commerciali e nel rispetto degli impegni contrattuali”.

Coface risponde dei danni da mancato pagamento, supportando le aziende assicurate nel recupero dei loro crediti e liquidando gli indennizzi previsti. Cauzioni e fideiussioni, assistenza a necessità di soluzioni di factoring ed esigenze di formazione al credit management sono le attività cardine dell’organizzazione.

“La filiera che caratterizza il sistema agroindustriale italiano – analizza Boccaccini, entrando nel merito – è molto complessa. La produzione ortofrutticola infatti è organizzata in realtà medie e grandi su territori sempre più diversificati per necessità di prodotto e di mercato. Tutto ciò richiede alle imprese di programmare e realizzare rapidamente i processi di modernizzazione, integrazione e adattamento rispetto alle capacità di nuovi Paesi emergenti e a nuove complessità dei mercati”. Oggi per di più siamo in una fase in cui l’incertezza economica si somma ai conflitti in aree molto importanti per le relazioni internazionali e anche per tutto ciò che si muove economicamente intorno al settore del cibo.

“Le politiche del ’food’ – prosegue Boccaccini – non sono solo da osservare e seguire come opportunità per la sua armonica ed efficiente provvista per tutto il mondo, ma anche come bene da preservare dalla minaccia che divenga una potente arma ibrida in tutte le azioni che ne indeboliscono l’accesso da parte di popolazioni coinvolte in conflitti e in situazioni di povertà endemica”.

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Ripercussioni che ovviamente si avvertono anche nel contesto nazionale.

“Il Pil italiano – riprende Boccaccini – seppur lievemente, è in crescita. Ciò giova all’occupazione, quindi alla capacità di spesa delle famiglie e di investimento delle imprese. Se tutto ciò avviene nonostante una condizione di grande incertezza, possiamo immaginare quanto migliori potrebbero essere gli scambi commerciali e l’integrazione tra sistemi produttivi in un contesto più stabile e pacifico. In situazioni così complesse, è dunque auspicabile attribuire anche ai concetti di concorrenza e capacità economica e tecnologica un valore aggiunto di mitezza e condivisione. Il mondo è fatto di relazioni umane e gli umani usano le parole. Le parole aggressive possono poi essere seguite dall’uso della forza, che viene adottata nel tentativo di bilanciare le debolezze legate alle capacità. La politica mite in economia e nelle relazioni punta invece a condividere il progresso e gli scambi bilanciati e armonici, aumentando le opportunità per tutti e riducendo i conflitti potenziali. Il commercio vuole la pace e vede il mercato come una grande occasione di crescita umana nella direzione delle pari opportunità e della reciprocità di occasioni negli scambi”.



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