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Sequeira Ferreira (AEM): “Le aziende che non si adegueranno alle normative sulla sostenibilità rischiano gravi conseguenze legali, inclusa l’esclusione dagli appalti pubblici e sanzioni amministrative”


Il Pacchetto Omnibus è stato accolto con favore dall’AEM: dopo regole ESG complesse e con scarsa applicabilità pratica, secondo Abel Sequeira Ferreira si sta finalmente percorrendo una strada meno burocratica e più in linea con quanto l’associazione ha segnalato alle autorità europee.

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Il Pacchetto Omnibus è stato accolto con favore dall’AEM, l’associazione portoghese che riunisce le società emittenti di strumenti finanziari quotati sul mercato. Dopo un periodo segnato da normative ESG complesse e con scarso margine di applicazione concreta, il direttore esecutivo dell’associazione esprime apprezzamento per un cambio di direzione verso un approccio meno burocratico e più in linea con le posizioni che l’AEM ha costantemente condiviso con le autorità europee. Abel Sequeira Ferreira, membro del Comitato Direttivo e direttore esecutivo della Associação de Empresas Emitentes de Valores Cotados em Mercado (AEM), illustra i principali elementi del Pacchetto Omnibus.

Tratto dalla rivista FundsPeople n. 93.

Come possono le società quotate adattarsi alle richieste di sostenibilità senza compromettere la propria competitività, considerando un possibile riposizionamento delle politiche governative europee in risposta alla posizione degli Stati Uniti su questo tema e il contesto geopolitico attuale?

Le società quotate sono sempre state in prima linea nel progresso concreto in materia di sostenibilità, affrontando costi elevati e ingenti investimenti per adeguarsi. Hanno puntato su innovazione, digitalizzazione, nuovi sistemi, soluzioni e strumenti di reporting, gestione e informazione, sulla diversificazione delle catene di fornitura e sugli investimenti in tecnologie pulite e nell’efficienza energetica. Di conseguenza, le aziende hanno ottenuto una riduzione dei costi nel medio periodo e una creazione di valore aggiunto per tutti gli stakeholder nel lungo termine. In realtà, da tempo le imprese integrano la sostenibilità nelle proprie strategie di business, allineandosi con le principali politiche governative per la transizione verde, garantendo così un vantaggio competitivo e l’accesso ai finanziamenti sostenibili, cercando di mitigare, per quanto possibile, i rischi geopolitici e normativi.

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Qual è il parere dell’AEM sul recente Pacchetto Omnibus?

L’AEM è stata l’istituzione che in Portogallo si è maggiormente battuta contro gli eccessi regolatori della Commissione Europea in materia di sostenibilità, promuovendo un quadro normativo più chiaro, semplice, trasparente ed efficiente. L’associazione ha sostenuto pubblicamente la necessità di rivedere la legislazione europea affinché fosse più accessibile e meno onerosa. Era ormai evidente da tempo che le regole ESG esistenti non fossero ben concepite: eccessivamente complesse, contraddittorie, generalmente confuse e, in molti casi, semplicemente inapplicabili. La sovraregolamentazione europea ha aumentato i rischi legali e i costi operativi delle imprese, senza però ridurre i costi di capitale e di finanziamento. Obbligare le aziende a concentrarsi su un labirinto burocratico e su centinaia di punti di reporting ha distolto attenzione e risorse dalla strategia e dall’innovazione, penalizzando così gli obiettivi di sostenibilità. È naturale quindi che l’AEM abbia accolto con favore il Pacchetto Omnibus, poiché le proposte di semplificazione e razionalizzazione del quadro normativo riprendono molte delle raccomandazioni avanzate dall’associazione.

L’AEM è convinta che la riduzione della burocrazia e degli oneri amministrativi consentirà alle imprese di concentrarsi sull’innovazione, sulla competitività e sulla creazione di valore. Abbiamo sottolineato l’urgenza di una rapida approvazione delle proposte, in particolare di quelle che rinviano gli obblighi di disclosure previsti dalla CSRD e la trasposizione della CSDDD, per evitare ulteriori rischi legali per le imprese. Siamo quindi soddisfatti della recente approvazione, da parte del Consiglio e del Parlamento europeo, delle posizioni favorevoli alla proposta “Stop the clock”. Il rinvio offre alle imprese una finestra di opportunità: maggiore chiarezza e certezza giuridica, più tempo per prepararsi e, per la Commissione Europea, la possibilità di correggere e semplificare le norme prima della loro applicazione su larga scala, cercando di porre rimedio alla confusione causata dagli eccessi dell’EFRAG, che ha moltiplicato inutilmente e in modo ridondante i punti di reporting.

Quali sono le principali conseguenze per le aziende che non si adegueranno alle normative sulla sostenibilità? Il mercato tenderà in qualche modo a penalizzarle? Se sì, come?

Le imprese che non si adegueranno rischiano di affrontare gravi conseguenze legali, tra cui l’esclusione degli appalti pubblici e sanzioni amministrative. Sul fronte finanziario, è prevedibile che investitori, banche e finanziatori in generale continuino a privilegiare i criteri ESG. In ogni caso, il consolidamento della competitività futura, della reputazione e credibilità, della resilienza di fronte agli shock normativi o di mercato e dell’attrattività delle imprese verso clienti, partner e dipendenti continuerà a dipendere fortemente dalla qualità della loro transizione verde.

Come vede l’AEM il ruolo degli investitori istituzionali nell’integrazione della sostenibilità nelle aziende quotate?

In quanto rappresentante delle società quotate, dei loro azionisti e dei loro organi amministrativi, l’AEM riconosce naturalmente l’importanza cruciale degli investitori istituzionali nella promozione della sostenibilità all’interno delle imprese quotate, sostenendo tutte le iniziative che rafforzino la sostenibilità e la competitività delle aziende nei mercati dei capitali. È evidente che gli investitori istituzionali svolgano un ruolo fondamentale, integrando criteri ambientali, sociali e di governance nelle loro decisioni di investimento, incentivando e supportando le aziende nell’adozione di pratiche sostenibili, allineandosi con le aspettative di mercato e promuovendo trasparenza e responsabilità d’impresa.

Cosa prevede per i prossimi anni in termini di regolamentazione sulla sostenibilità? Vedremo una maggiore armonizzazione globale delle normative o continuerà a esserci una frammentazione tra diverse regioni e paesi?

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È prevedibile un progresso graduale verso una maggiore armonizzazione globale delle normative sulla sostenibilità, spinto da iniziative come gli standard ISSB e la convergenza con gli ESRS, il GRI e altri standard internazionali.

Tuttavia, la geopolitica, le priorità economiche e i modelli di governance nazionali continueranno a influenzare il ritmo e la profondità di questa convergenza. Nell’attuale contesto, è quindi lecito aspettarsi che la frammentazione persista ancora per qualche tempo, e possa addirittura accentuarsi, in particolare tra l’approccio regolatorio dell’UE, più esigente e vincolante, nonostante i tentativi di semplificazione, e quello degli Stati Uniti, più flessibile e focalizzato sulla rilevanza finanziaria.



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