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Dispositivi medici, il Tar conferma il payback e le imprese minacciano lo stop


Il Tar del Lazio ha confermato la legittimità del meccanismo del payback sui dispositivi medici, respingendo i ricorsi presentati dalle aziende fornitrici contro l’obbligo di copertura degli sforamenti dei tetti di spesa tra il 2015 e il 2018. Una sentenza attesa da tempo, che ora rischia di innescare un effetto domino su forniture ospedaliere e sostenibilità industriale.

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Secondo i giudici amministrativi, le imprese erano già a conoscenza del quadro normativo introdotto dal decreto legislativo 78/2015 e avrebbero dovuto considerare, fin da allora, l’eventualità di un rimborso in caso di superamento dei tetti. Il principio affermato è che la prevedibilità del rischio rende legittima l’applicazione retroattiva del contributo.

Le aziende al Governo: “A rischio la tenuta del sistema”

La reazione delle imprese non si è fatta attendere. Le principali associazioni del settore parlano di un colpo durissimo per l’intero comparto dei dispositivi medici e invocano un intervento immediato dell’Esecutivo per evitare lo stop alle forniture.

«Abbiamo già avviato un tavolo di confronto con il Governo, ma, visti gli ultimi sviluppi, in assenza di un intervento immediato, saremo costretti a valutare lo stop delle forniture di dispositivi medici agli ospedali – dichiara Sveva Belviso, Presidente di FIFO Confcommercio – Non possiamo garantire l’approvvigionamento di materiali essenziali quando lo Stato pretende di far pagare alle imprese miliardi di euro per inefficienze imputabili alle proprie Regioni. In questo scenario, migliaia di pazienti potrebbero subire conseguenze dirette dalla mancanza di dispositivi medici, dai ventilatori polmonari agli stent coronarici, dalle protesi ortopediche fino ai dispositivi per la dialisi. Per evitare il fallimento di oltre 1500 aziende e compromettere la tenuta del sistema sanitario nazionale, chiediamo all’Esecutivo di dar seguito al tavolo tecnico accettando la proposta delle associazioni di categoria».

Le associazioni del settore lanciano l’allarme: senza un intervento urgente del Governo, forniture a rischio

Gennaro Broya de Lucia, presidente di Conflavoro PMI Sanità, definisce la sentenza «una pagina nera per il diritto» e denuncia una norma che «mina la certezza giuridica e travolge l’equilibrio economico di migliaia di piccole e medie imprese del settore». Tre i punti critici evidenziati: consapevolezza presunta delle imprese, impatto economico trascurato sugli appalti pubblici e incompetenza del Tar sulle contestazioni ai provvedimenti regionali.

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«Una decisione gravissima – prosegue – che lascia senza tutela le aziende e le spinge verso il baratro, obbligandole a rimborsare forniture effettuate anche dieci anni fa, in base a regole decise solo dopo. Una norma retroattiva che mina la certezza del diritto e travolge ogni equilibrio economico, soprattutto per le piccole e medie imprese. A questo punto, l’unica via è politica: chiediamo la sospensione immediata dell’efficacia della norma per tutte le imprese attualmente a rischio e una soluzione strutturale e definitiva dal tavolo in corso presso il MEF. Senza un intervento rapido e deciso, centinaia di imprese del medtech italiano scompariranno, con danni irreparabili anche per la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale», conclude Broya de Lucia.



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