Da un anno a questa parte la guerra in Ucraina ha cambiato volto: carri armati, obici, lanciarazzi rimangono sempre più spesso nei depositi, e sono i droni militari a dominare il campo di battaglia. Oggi i velivoli senza pilota causano il 70 per cento delle perdite militari secondo i generali di Kiev. E le fabbriche in Ucraina e in Russia sfornano ogni anno milioni di droni, che possono costare da poche centinaia di euro l’uno nelle versioni più artigianali fino a decine di migliaia nel caso dei velivoli con più ampia autonomia e velocità.
I cannoni anti-droni prodotti a Roma
Le forze armate di tutto il mondo prendono nota di quanto avviene in Ucraina. E come sempre accade quando una nuova arma offensiva viene sviluppata, si cercano subito le contromisure di difesa. A mezz’ora dal centro di Roma, lungo la via Tiburtina, si producono cannoni anti-droni. Siamo entrati nella fabbrica italiana di Rheinmetall, colosso tedesco della difesa. Lo stabilimento sviluppa da decenni sistemi radar all’avanguardia, e oggi il prodotto di punta è lo Skynex. È un sistema di difesa aerea a corto raggio, in grado di proteggere basi e depositi militari, aeroporti e centri decisionali dai droni, ma anche da missili, colpi d’artiglieria e altri velivoli. Ogni sistema è composto dal centro di comando, dall’unità radar e da quattro cannoni con una potenza di fuoco fino a 1.000 colpi al minuto e una gittata di quattro chilometri. Abbattere droni con l’artiglieria è molto più economico che con i missili, che possono costare diversi milioni l’uno. Ecco perché un sistema è già stato acquistato dall’Esercito italiano per oltre 70 milioni di euro, e altri tre sono stati opzionati. Lo Skynex è da tempo utilizzato anche in Ucraina.
Mille nuove assunzioni per Rheinmetall
Per assemblare una batteria oggi sono necessari circa tre mesi, un ritmo di produzione già quadruplicato rispetto al passato. E nuovi ordini arriveranno presto da tutta Europa, finanziati dai fondi del discusso piano Readiness 2030. La Commissione Ue ha infatti inserito la difesa aerea tra i settori prioritari, e Skynex è un sistema al 100% sviluppato e prodotto in Europa. Ecco perché Rheinmetall Italia pianifica l’espansione della fabbrica, con la demolizione di un vecchio stabile adibito a uffici per raddoppiare la capacità dello stabilimento. “Oggi siamo in 500 dipendenti qui a Roma” ci dice l’amministratore delegato Alessandro Ercolani “nei prossimi 3-4 anni dovremo diventare 1.500. Solo l’anno scorso abbiamo ricevuto 24mila curriculum”. Per accelerare la produzione e accorciare i tempi di consegna, in Germania Rheinmetall ha convertito alcune fabbriche civili alla produzione bellica. Una strada che si sta esplorando anche in Italia ci assicura Ercolani: “Oggi si parla di produrre milioni di munizioni, migliaia di carri, migliaia di sensori. Qual è l’unico settore in Italia che ha l’esperienza di produrre grandi volumi, almeno in Italia? È quello automotive. Noi stiamo cercando di creare delle sinergie molto importanti con loro, anche in Italia”.
I nuovi mezzi corazzati per l’Esercito
L’impianto di Rheinmetall Italia è stato scelto come sede legale della joint venture tra il gruppo tedesco e l’italiana Leonardo per la produzione dei nuovi 1.300 mezzi corazzati e blindati destinati all’Esercito italiano. Una commessa da ben 23 miliardi di euro. Alcuni di questi mezzi saranno dotati di un simile sistema anti-drone: se infatti in Iraq e in Afghanistan i soldati italiani avevano sempre gli occhi a terra per individuare eventuali mine o autobombe, ora anche per i carri armati i principali rischi arrivano dal cielo.
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