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Referendum 8 e 9 giugno, polemiche sulle indicazioni del Governo


Il referendum dell’8 e 9 giugno affronta temi cruciali come cittadinanza, Jobs Act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine e responsabilità solidale negli appalti. Il voto affronterà normative attualmente in vigore e, in caso di vittoria del “sì”, porterà alla loro eliminazione. Il raggiungimento del quorum è essenziale, infatti senza la partecipazione del 50% più uno degli aventi diritto, il referendum sarà nullo.

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La linea di Fratelli d’Italia

Fratelli d’Italia e la coalizione di Governo sembra abbiamo scelto una linea precisa: non schierarsi attivamente nei contenuti dei quesiti ma invitare all’astensione. Secondo La Repubblica infatti una comunicazione interna di Fratelli d’Italia è stata fatta per invitare i propri parlamentari a promuovere l’astensione.

La decisione di non recarsi alle urne è giustificata come una posizione politica chiara contro quella che viene definita un’iniziativa “di parte”. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega hanno condiviso questa strategia.

Forza Italia ha ribadito la linea tramite il suo leader Antonio Tajani:

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Non andare a votare è una scelta politica, non è disinteresse. Chi obbliga a votare è illiberale.

Tajani ha citato anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:

Non andare a votare è un modo di esprimersi sull’inconsistenza dell’iniziativa referendaria.

La stessa posizione è stata confermata dalla Lega, con il deputato Igor Iezzi che ha parlato di una strategia costituzionalmente legittima.

Le polemiche con le opposizioni

La scelta del Governo di non partecipare ha scatenato forti critiche da parte delle opposizioni e dei sindacati. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha definito la posizione di Fratelli d’Italia “grave e pericolosa”, soprattutto alla luce dei recenti richiami del presidente della Repubblica all’importanza del voto.

Anche Riccardo Magi, segretario di +Europa e promotore dei quesiti, ha criticato duramente la maggioranza:

Chi sostiene di avere il popolo con sé dovrebbe invitare il popolo a votare.

Magi ha anche accusato Tajani di aver offeso il presidente Mattarella con le sue dichiarazioni sull’astensione.

Il Partito Democratico ha preso posizione per il “sì” su tutti e cinque i quesiti. La segretaria Elly Schlein ha sottolineato l’importanza della consultazione:

Si vota per contrastare la precarietà, aumentare la sicurezza sul lavoro e affermare il diritto alla cittadinanza.

Anche il Movimento 5 Stelle si è espresso a favore di quattro quesiti, escludendo solo quello sulla cittadinanza, su cui non ha preso una posizione ufficiale.

Italia Viva e Azione si sono dette contrarie al referendum, ritenendo i quesiti inefficaci per risolvere i problemi esistenti. Matteo Renzi ha definito il referendum “una guerra ideologica” e ha precisato che il “sì” non riporterebbe allo Statuto dei lavoratori, ma alla legge Monti-Fornero. Voterà invece sì per il referendum sulla cittadinanza.

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Le dichiarazioni di Giorgia Meloni

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni era intervenuta sul tema cittadinanza il 24 settembre, durante un punto stampa a New York. In quella occasione precisò la sua posizione considerando congruo un termine di dieci anni per ottenere la cittadinanza. Per Giorgia Meloni la legge attuale è ottima ma ovviamente ha dato spazio al verdetto del voto dichiarando:

Se c’è un referendum, quella è la democrazia: lì devono decidere gli italiani e diventa tutta un’altra materia, e io ho sempre il rispetto di quello che gli italiani decidono.





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