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Sostegno di 300 milioni di euro della Regione Sicilia a STMicroelectronics


La Regione Sicilia ha approvato un finanziamento da 300 milioni di euro a favore dello stabilimento STMicroelectronics di Catania, nell’ambito di un contratto di sviluppo che prevede un investimento complessivo di 4,25 miliardi di euro. Le risorse, attinte dai fondi europei destinati alla piattaforma STEP per le tecnologie strategiche, si aggiungono ai 292,5 milioni del PNRR e ai 2 miliardi stanziati dal governo nazionale. L’intesa sarà formalmente sottoscritta il 7 maggio al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), alla presenza del ministro Adolfo Urso e degli assessori regionali Alessandro Dagnino ed Edy Tamajo.

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“La Regione Sicilia contribuirà con 300 milioni di euro al contratto di sviluppo per il rilancio dello stabilimento STMicroelectronics”, ha dichiarato il presidente della Regione Renato Schifani. “Abbiamo fortemente voluto essere parte dell’accordo tra l’impresa e il ministero perché intendiamo svolgere un ruolo attivo in questo importante progetto che prevede l’impiego di 4,25 miliardi di euro nel territorio siciliano e la nascita di circa 3mila posti di lavoro di cui 1240 identificati come qualificati e competenti. Si tratta, inoltre, di un impegno strategico, come pure riconosciuto dall’Unione europea, per l’importanza che i microchip hanno nell’economia mondiale”.

Il progetto, riconosciuto strategico anche dall’Unione europea, mira al potenziamento del sito produttivo di Catania, con l’avvio di una nuova linea per dispositivi in carburo di silicio (SiC) da 200 mm, che dovrebbe entrare in funzione nel quarto trimestre del 2025.

Nonostante l’ambiziosità del progetto e il cospicuo supporto pubblico, la situazione dell’azienda resta complessa. STMicroelectronics ha infatti registrato un crollo degli utili dell’89% nel primo trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, aggravando un trend negativo già emerso nel bilancio 2024.

In risposta a questo scenario, il gruppo ha annunciato un piano di contenimento dei costi da 700-800 milioni di dollari per il triennio 2025-2027, che include 2.800 esuberi a livello globale, di cui 800 nel sito di Agrate Brianza. Nessun dato ufficiale è stato ancora comunicato per lo stabilimento catanese, ma i sindacati sono preoccupati.

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La Fiom Cgil di Catania, pur accogliendo positivamente il contributo regionale, invoca garanzie vincolanti per la salvaguardia e la crescita dell’occupazione. Secondo la segretaria generale Rosy Scollo, è fondamentale che i fondi pubblici si traducano in un piano industriale trasparente e orientato alla stabilità a lungo termine.

A complicare il quadro c’è la strategia industriale globale di ST, che punta a riorganizzare la produzione in funzione dei mercati di riferimento. In Italia saranno rafforzate le tecnologie analogiche e di potenza, mentre in Cina l’azienda sta sviluppando, con partner locali, una catena di fornitura autonoma per servire direttamente il mercato asiatico. Una scelta che l’azienda ritiene necessaria per non perdere quote di mercato, ma che secondo alcuni osservatori rischia di penalizzare ulteriormente i siti europei già messi alla prova dalla contrazione della domanda globale.



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