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Lidl Italia cresce e impatta sul sistema economico per 7,6 miliardi, pari allo 0,4% del PIL


È stato presentato oggi, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il nuovo “Bilancio di impatto socio-economico di Lidl in Italia” realizzato da TEHA Group. Il rapporto evidenzia il significativo contributo del colosso della grande distribuzione al sistema economico italiano, quantificato in 7,6 miliardi di euro nel 2023, pari allo 0,4% del PIL nazionale, un dato in crescita del 5% rispetto al 2022.

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Espansione e crescita occupazionale

Lidl Italia, con circa 780 punti vendita su tutto il territorio nazionale, ha adottato una strategia di crescita sostenibile fondata su continui investimenti. Questa politica si è tradotta nell’apertura di nuovi punti vendita e hub logistici, creando non solo posti di lavoro diretti per circa 23.000 dipendenti, ma anche una vasta rete di occupazione indiretta e indotta, per un totale di 99.252 posti di lavoro complessivi generati.

Massimiliano Silvestri, Presidente di Lidl Italia, ha sottolineato l’importanza di questo percorso di crescita: “L’impatto raggiunto da Lidl sul sistema socio-economico del Paese è il risultato di un percorso che parte da lontano, fatto di importanti investimenti e di un incredibile lavoro di squadra. Aver raggiunto lo 0,4% di contributo complessivo al PIL nazionale, muovere un indotto occupazionale di circa 100.000 posti di lavoro ed essere il primo operatore della GDO per export di prodotti italiani sono traguardi che ci riempiono di orgoglio. Dietro ad ogni numero, infatti, ci sono sempre le persone: un giovane che entra nel mondo del lavoro; un’azienda fornitrice che cresce e si rafforza; la filiera produttiva del nostro Paese che fa sistema.”

Performance economica e investimenti

Nel 2023, Lidl Italia ha registrato ricavi pari a 7,2 miliardi di euro, confermando un trend di crescita costante con un tasso medio annuo composto (CAGR) dell’8,7% negli ultimi dieci anni, significativamente superiore alla media settoriale del 2,4%. Questa crescita è stata sostenuta da investimenti strategici che, negli ultimi cinque anni, hanno superato i 2,1 miliardi di euro, destinati principalmente all’espansione della rete di vendita e al potenziamento delle infrastrutture logistiche.

In un settore caratterizzato dalla chiusura di oltre 2.000 punti vendita negli ultimi dieci anni, Lidl ha mantenuto un ritmo di crescita sostenuto, con una media di 1,9 aperture al mese. Questo approccio ha permesso all’azienda di rafforzare ulteriormente la propria presenza sul territorio, contribuendo in modo significativo allo sviluppo delle comunità locali.

Sviluppo della filiera e export italiano

Lidl Italia ha inoltre consolidato i rapporti con i fornitori italiani, supportando direttamente l’export agroalimentare del Paese. Nel 2023, le forniture di beni e servizi acquistati in Italia dall’azienda hanno raggiunto i 6,6 miliardi di euro, con un forte focus sulla produzione agroalimentare, che rappresenta un importante volano per le esportazioni.

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In particolare, Lidl ha contribuito a generare esportazioni dall’Italia per un valore di circa 2,5 miliardi di euro, pari al 4,8% dell’intero export del settore food & beverage italiano. Tra i prodotti più esportati spiccano frutta e verdura, che rappresentano il 22,8% del totale e il 10,4% delle esportazioni complessive del comparto.

L’importanza della distribuzione moderna

Emiliano Brillante, Partner di TEHA Group, ha evidenziato il ruolo strategico della distribuzione moderna in questo contesto: “In un momento storico ricco di sfide, la Distribuzione Moderna assume un ruolo strategico. Attraverso i suoi oltre 25 mila punti vendita, infatti, transita circa l’81% dei consumi alimentari degli italiani, rendendola l’interfaccia principale tra una filiera produttiva lunga e articolata e il consumatore finale. In questo contesto, Lidl si configura come un importante traino per la propria filiera: i fornitori di lungo periodo dell’insegna hanno registrato una crescita del 30,4% in termini di ricavi e del 24,2% in termini di valore aggiunto tra il 2019 e il 2023, il doppio rispetto alle aziende comparabili.”



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