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Via Francigena e PMI: un cammino verso lo sviluppo sostenibile


Mettersi in cammino per scoprire territori a ritmo lento non è più solo una nicchia, ma una delle tendenze più forti del turismo europeo e mondiale. A dimostrarlo sono i dati, ma anche il crescente interesse istituzionale per forme di viaggio sostenibili, capaci di portare benefici reali ai territori attraversati. In questo scenario, la Via Francigena si conferma come uno degli itinerari culturali più strategici e promettenti per lo sviluppo locale e per le PMI, grazie alla sua estensione transnazionale, alla fruibilità tutto l’anno e al patrimonio culturale e naturale che valorizza.

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Non è un caso che oltre il 90% degli itinerari culturali europei attraversino aree rurali: percorsi come la Via Francigena rappresentano oggi veri e propri assi di sviluppo territoriale. La loro forza risiede nella capacità di coniugare turismo e impresa in un modello sostenibile, basato sulla valorizzazione delle competenze locali, sul rilancio delle economie minori e sulla promozione di destinazioni fuori dai circuiti di massa.

Il mese di maggio, che si apre con la Giornata dell’Europa (9 maggio), è l’occasione perfetta per riflettere sul potenziale trasformativo di questi itinerari. In un’Europa attraversata da crisi globali, cambiamenti climatici e sfide tecnologiche, iniziative come il progetto Detour si pongono l’obiettivo di offrire risposte concrete, coinvolgendo le PMI in percorsi di crescita verde, digitale e inclusiva.

La Via Francigena è una delle quattro vie pilota del progetto europeo Detour, insieme alla Via Licia in Turchia, al Sentiero del Sultano in Bulgaria e alle reti montane del Monte Olimpo in Grecia.

In Italia, la Francigena attraversa oltre 600 comuni da nord a sud, ed è percorsa ogni anno da decine di migliaia di camminatori e viaggiatori lenti. Nel solo 2024 si sono registrati circa 1,5 milioni di pernottamenti lungo i cammini italiani (dati Appennino Slow, Walk+ e AEVF), con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente. Di questi, 122.000 viaggiatori hanno ritirato una credenziale del pellegrino, e il 57% ha prolungato il soggiorno con ulteriori giorni di vacanza nei territori attraversati. Tutto questo si traduce in una richiesta crescente di servizi specializzati: trasporto bagagli, strutture ricettive flessibili, cucina locale e sostenibile, tour guidati, esperienze immersive, info-point digitali. È qui che entrano in gioco le PMI, vero motore dell’economia lungo la Via Francigena: imprese locali in grado di adattarsi, innovare e offrire un’accoglienza autentica grazie alla profonda conoscenza del territorio.

Anche sul fronte digitale, le opportunità sono significative. Strumenti come Outdooractive e Wikiloc, con milioni di utenti attivi, sono ormai punti di riferimento per chi viaggia a piedi o in bicicletta. Tuttavia, molte imprese locali non riescono ancora a intercettare i benefici potenziali derivanti da queste piattaforme. Colmare questo divario è una delle sfide – ma anche una delle opportunità – che il progetto Detour si propone di affrontare.

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Il turismo a piedi è sostenibile, poco impattante e replicabile. Secondo il Walking Tourism Report dell’UNWTO, se ben gestito, può apportare benefici economici e sociali significativi alle comunità locali. E la Via Francigena, con la sua vocazione europea e la sua struttura consolidata, si pone come un laboratorio ideale per lo sviluppo di nuovi modelli imprenditoriali locali.



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