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Donne e moda, meno di una su tre in ruoli apicali. E nelle Pmi la maternità è ancora un ostacolo alla carriera


Milano, 8 Maggio 2025 – Il cosiddetto “soffitto di cristallo” non permette ancora alle donne di ricoprire ruoli di vertice nelle aziende della moda italiana. È questo uno degli aspetti che emerge dall’analisi contenuta nell’Osservatorio “Donne e Moda: il Barometro 2025”, promosso dall’Ufficio Studi di PwC Italia. La ricerca, giunta alla quinta edizione, fotografa la presenza femminile e le mansioni ricoperte dalle donne lungo tutta la filiera del sistema moda, sia in termini quantitativi che qualitativi. Per realizzarla, PwC ha condotto un’analisi su più livelli coinvolgendo le principali associazioni di categoria: le visure di 106 aziende associate alla Camera Nazionale della Moda Italiana evidenziano la partecipazione femminile negli organi societari (CdA, Collegi Sindacali, Procuratori); gli ultimi dati disponibili di Confindustria Moda e Confindustria Accessori Moda (su 68.135 imprese) mappano le mansioni della manodopera femminile nell’industria Tessile e dell’Abbigliamento, nel settore Conciario e degli Accessori; un’ulteriore indagine su 195 piccole e medie imprese artigiane associate a CNA Federmoda rileva la presenza femminile nei comparti produttivi della filiera moda.

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Meno di un ruolo apicale su tre occupato da donne

L’analisi delle visure di 106 aziende associate alla Camera Nazionale della Moda Italiana evidenzia una partecipazione femminile del 30,6% negli organi societari dei grandi marchi nel 2024. Sebbene il dato segni un lieve calo rispetto al 2023 (-0,3 punti percentuali), la presenza femminile negli organi societari della moda italiana è aumentata di 2,4 punti percentuali rispetto al 2020. Nel dettaglio, nel 2024 la presenza femminile nei CdA ha raggiunto il 25,8% (-1,2 pp rispetto al 2023), il 27,4% nei Collegi Sindacali (+2,3 pp rispetto al 2023) e il 35,6% tra i Procuratori (-1 pp rispetto al 2023). L’età media delle donne che ricoprono posizioni apicali negli organi societari è di 52 anni, più bassa di oltre tre anni rispetto a quella degli uomini che ricoprono gli stessi ruoli. Erika Andreetta, partner PwC Italia EMEA Luxury Community Leader, ha spiegato: “A cinque anni dalla prima edizione dell’Osservatorio Donne e Moda, la presenza femminile negli organi societari delle imprese del settore è aumentata di 2,4 punti percentuali. Restringendo il campo ai soli CdA, l’incremento della partecipazione femminile è stato di 4,5 punti percentuali sul 2020. Questi segnali incoraggianti confermano una crescente sensibilità da parte delle aziende ma la strada per la parità di genere nella moda italiana è ancora lunga. Risulta evidente l’urgenza di agire centralmente con misure concrete e incentivi che accelerino la competitività delle imprese e ne tutelino, di conseguenza, il capitale umano. Farlo significherebbe mettere il lavoro femminile al centro dell’agenda politica ed economica del Paese, generando un effetto domino positivo: preservazione delle filiere, risorse per welfare e formazione, occupazione qualificata e valorizzazione delle competenze femminili, anche in ambito tecnico e STEM”.

L’occupazione femminile nel tessile e abbigliamento

Secondo le rielaborazioni PwC sui dati raccolti da Confindustria Moda e Confindustria Moda Accessori su un campione di 68.135 imprese della filiera, nel 2023 l’occupazione femminile è stata pari al 48,7% nell’industria Tessile e al 66,1% nell’Abbigliamento. Complessivamente l’occupazione femminile nel comparto Tessile-Abbigliamento ha raggiunto il 59,3% nel 2023 (+0,2 pp rispetto al 2022), dato di oltre 30 punti percentuali superiore rispetto alla media dell’occupazione femminile nell’industria manifatturiera, pari al 28,9% nel 2023. A livello di mansioni, le lavoratrici risultano essere prevalentemente impiegate: nel Tessile le donne rappresentano il 59,1% del totale degli impiegati, nel segmento dell’Abbigliamento il 73,8%. Seguono le operaie, che rappresentano il 45,7% del totale della categoria nel Tessile e il 64,3% nell’Abbigliamento. La presenza femminile diminuisce significativamente nei quadri e nei ruoli dirigenziali. Nel Tessile le donne occupano solo il 27,5% delle posizioni quadro (vs. 72,5% occupate dagli uomini) e il 17,8% delle posizioni dirigenziali (vs. 82,2% occupate dagli uomini). Nel segmento dell’Abbigliamento la percentuale di donne quadro sale al 45,4% del totale (vs. 54,6% di uomini) e raggiunge il 31,6% nelle posizioni dirigenziali (vs. 68,4% di uomini). Nel settore conciario e degli accessori – inclusi i segmenti calzaturiero, pelletteria, pellicceria e concia – le donne rappresentano il 49,6% degli occupati, pari ad una manodopera di 74.353 addette di cui circa il 10% con un inquadramento contrattuale a tempo determinato. A livello di mansioni, il 70,5% ricopre ruoli operativi, il 27,5% ruoli amministrativi mentre solo il 2% lavora in posizioni dirigenziali. Complessivamente l’11,3% delle lavoratrici ha meno di 29 anni, il 17% ha tra i 30-39 anni, il 29% ha tra i 40-49 anni, il 35% ha tra i 50-59 anni e il 7,5% ha oltre 60 anni.

PMI artigiane: tre Ceo su quattro sono donne

Per completare la ricerca sull’occupazione femminile lungo l’intera filiera della moda, il Barometro 2025 di PwC include i risultati di un’indagine condotta su 195 piccole medie e imprese dell’artigianato italiano associate a CNA Federmoda. Il 91% delle PMI intervistate dichiara di avere una percentuale di lavoratrici donne pari o superiore al 50% del totale dell’organico nel 2025 (vs. 77% delle PMI nel 2024, 74% nel 2023). Quasi la metà del campione (49%) segnala di avere un CdA a netta prevalenza femminile (vs. 33% delle PMI nel 2024, 39% nel 2023), con oltre il 60% dei membri donne. Nelle imprese artigiane della moda, quasi 3 CEO su 4 sono donne (74%). Tuttavia, nel 64% dei casi le lavoratrici che partecipano al processo decisionale ricoprono più di un incarico amministrativo, riflettendo modelli di governance prevalentemente familiari tipici delle PMI. Le donne che ricoprono un ruolo dirigenziale lavorano principalmente nei dipartimenti di produzione (19%), amministrazione e contabilità (16%), design (12%) e vendite (10%). Il 69% delle donne in posizioni manageriali nelle PMI della moda ha più di 45 anni, mentre solo il 2% ha meno di 30 anni, dato 7 volte inferiore rispetto alla percentuale di manager under 30 uomini, pari al 14%.

Welfare e work-life balance

Secondo il 22% delle PMI intervistate la maternità è ancora percepita, almeno parzialmente, come un ostacolo all’avanzamento di carriera (vs. 39% nel 2024) e per quasi l’85% dei rispondenti potrebbe essere d’aiuto l’introduzione di strumenti di welfare aziendale per alleggerire il carico sulle famiglie. Tuttavia, più della metà del campione (53%) dichiara di non disporre di alcuno strumento di welfare a sostegno della genitorialità, mentre il 34% riporta di avere orari flessibili in azienda. La quasi totalità delle imprese afferma di garantire pari opportunità nei processi di selezione e avanzamento, ma solo il 3% delle imprese artigiane intervistate ha inserito obiettivi di diversity & inclusion nei propri piani a lungo termine. Il 58% delle PMI dichiara di avere almeno una donna con un contratto part time (vs. 52% nel 2024), percentuale che scende al 17% per i contratti part time maschili (vs. 14% nel 2024). Nella grande maggioranza dei casi (75%) le ragioni che determinano la scelta del part-time delle donne riguardano la conciliazione tra vita personale e lavoro.

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