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Festa della mamma, Berton (Confindustria): “Essere madri e lavoratrici è un’impresa, un percorso a ostacoli: necessario rafforzare il sostegno a maternità e genitorialità”


BELLUNO. “In occasione della Festa della mamma, desidero rivolgere un messaggio di riconoscenza, vicinanza e impegno a tutte le donne che, ogni giorno, vivono l’impresa straordinaria dell’essere madri e lavoratrici. È nostro dovere, come istituzioni, garantire che ogni donna possa essere madre e lavoratrice senza dover scegliere tra sé e gli altri, tra futuro personale e responsabilità familiare”, afferma Lorraine Berton, presidentessa di Confindustria Belluno Dolomiti.

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Ed essere madri e lavoratrici, a quanto pare, rimane ancora nel 2025 un’impresa: i dati nazionali attestano la persistenza di enormi differenze occupazionali non solo tra uomini e donne, ma anche tra padri e madri e tra donne senza figli, madri single e madri in coppia.

 

Secondo l’ultimo rapporto Cnel-Istat sul lavoro delle donne, nel 2023 il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni si attesta al 52,5% per le donne e al 70,4% per gli uomini, con un divario di quasi 18 punti percentuali. Tuttavia, se si tiene conto del ruolo in famiglia i valori medi nascondono situazioni eterogenee.

 

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Quasi sette donne su dieci che vivono da sole (69,3%) hanno un impiego, ma la percentuale scende al 62,9% tra le madri sole e al 57,2% tra le madri in coppia. Tra gli uomini, invece, le differenze sono decisamente meno marcate: il tasso di occupazione per i single supera il 77% e arriva all’86,3% per i padri in coppia, cioè quasi 30 punti percentuali in più rispetto alle madri in coppia. Il carico familiare rappresenta dunque per molte donne un motivo di rinuncia al lavoro, soprattutto con bambini in età prescolare: tra i 25 e i 34 anni, infatti, meno della metà delle madri è occupata.

 

“Essere madre è un atto di amore profondo – prosegue Berton – una responsabilità che si rinnova quotidianamente, fatta di attenzione, sacrificio e capacità di adattamento. Ma essere madre e lavoratrice è anche un percorso a ostacoli che si affronta con forza silenziosa, in un equilibrio spesso precario tra affetti e doveri professionali. Una condizione vissuta da milioni di donne in Italia, che richiede ascolto, riconoscimento e politiche concrete. Dai dati nel Nord-Est emerge come la conciliazione tra vita privata e lavoro sia ancora una sfida aperta, le imprese si stanno attivando ma ancora a macchia di leopardo. Circa un terzo delle aziende offre infatti servizi dedicati al rientro dopo la maternità, ma solo il 13% ha attivato piani di welfare ad hoc”.

 

E se nel nord-est molto si può ancora fare, come sempre, purtroppo, va peggio al sud: nel centro-nord Italia il tasso di occupazione delle madri supera o sfiora il 70%, mentre nel Mezzogiorno si attesta poco sopra il 40%. Ciò non toglie che la presenza di almeno un figlio minore abbia un effetto negativo in tutte le aree del Paese. Ma soprattutto, la maggior parte delle donne inattive lo è per motivi familiari (indicati dal 33,9% delle inattive), mentre per gli uomini i motivi dell’inattività sono riconducibili soprattutto allo studio (45,7%) e i motivi familiari riguardano solo il 2,8%.

 

A ovviare in parte il problema è il ricorso al part-time, utilizzato, non a caso, soprattutto dalle donne: sul totale degli occupati, il 31,5% delle donne lavora part time, contro l’8,1% degli uomini. Tra 25 e 54 anni, l’incidenza tra gli uomini diminuisce ulteriormente (6,6%, contro il 31,3% delle donne), ma se ci sono figli il divario aumenta (4,6% contro il 36,7%). L’avere figli, infatti, consolida il ruolo di “breadwinner” (cioè chi mantiene la famiglia) dei padri, simmetricamente a quanto avviene per il ruolo di caregiver delle madri.

 

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“Convenzioni con asili nido, doposcuola o servizi per l’infanzia restano obiettivi che anche come associazione stiamo cercando di promuovere, in sinergia con le istituzioni locali. Il 95% delle aziende più strutturate riconosce che adottare misure a sostegno della genitorialità e della parità di genere è oggi una necessità imprescindibile e anche Confindustria Belluno Dolomiti ha introdotto il “bonus genitorialità” per i suoi dipendenti.

 

Questo ci dice che una nuova consapevolezza sta emergendo, ma anche che non basta contare sulla buona volontà dei singoli. Serve un’azione sistemica, coordinata e lungimirante: le politiche pubbliche devono rafforzare il sostegno a maternità e genitorialità attraverso interventi strutturali come congedi retribuiti più flessibili, incentivi alle imprese che investono nella conciliazione e sostegno alla creazione di servizi per l’infanzia accessibili e diffusi su tutto il territorio. Senza dimenticare l’importanza di un dialogo aperto con le parti sociali e il mondo produttivo. Sono scelte strategiche, non solo etiche, perché un Paese che investe nel benessere delle madri che lavorano scommette sul proprio futuro, valorizza il capitale umano e costruisce comunità più solide, inclusive e produttive.

 

A tutte le madri che lavorano va quindi il nostro più sentito ringraziamento: per la tenacia, la capacità di esserci sempre, l’esempio che offrite ogni giorno ai vostri figli e alla società intera. Celebrare la Festa della mamma significa anche riconoscere il valore di una maternità che non si ferma, che si reinventa, che affronta con coraggio sfide personali e collettive”, conclude Berton.





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