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Insurance Trade | Agricoltura 100, le aziende italiane alla prova della sostenibilità


Secondo il nuovo rapporto promosso da Reale Mutua e Confagricoltura, in Italia aumentano gli investimenti in innovazione delle imprese agricole, ma la gestione dei rischi è ancora carente

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In uno scenario sottoposto a molteplici sfide, le aziende agricole italiane stanno diventando sempre più sostenibili. L’ultimo rapporto Agricoltura 100, l’iniziativa promossa da Reale Mutua e Confagricoltura, mette in luce in quadro che evidenzia la crescita del livello di sostenibilità dell’agricoltura italiana, misurata attraverso 288 variabili. I migliori esiti riguardano la sostenibilità ambientale (58%), la qualità e la sicurezza alimentare (64%), la qualità dello sviluppo (57%).

Il rapporto è giunto quest’anno alla quinta edizione, ed è stato curato da Innovation Team Mbs Consulting (gruppo Cerved). All’indagine hanno preso parte 3.536 imprese agricole di tutti i settori e di tutte le regioni. Oltre a fornire dati congiunturali di contesto sul settore agricolo, lo studio ha esaminato l’evoluzione dei livelli di sostenibilità delle imprese, in linea generale ma anche per ciascuna area e ambito. 

Nel documento sono poi presenti cinque approfondimenti tematici: occupazione e affermazione delle donne, gestione dei rischi idrogeologici, economia circolare e autosufficienza energetica, agricoltura 4.0 e Tea, benessere degli animali. L’edizione 2025, inoltre, include un’analisi comparativa dell’agricoltura italiana in relazione al contesto europeo, permettendo di evidenziarne le eccellenze e le potenziali aree di miglioramento.

L’agricoltura italiana si conferma un settore orientato all’innovazione: circa il 70% delle imprese intervistate ha effettuato investimenti nell’ultimo anno, non solo in tecniche e macchinari, ma anche in attività trasformative, infrastrutture, diversificazione e marketing. Ad esempio le pratiche di agricoltura di precisione (adottate dal 21% delle imprese) e l’autoproduzione di energia (19%).

Le imprese più sostenibili sono anche le più innovative: l’83% delle aziende con alto livello di sostenibilità generale ha un elevato indice di innovazione, contro una media del 39%. Circa il 60% ha investito in cinque o più ambiti (su un totale di undici) nel solo ultimo anno, il doppio della media generale. Queste sono le imprese che ottengono i migliori risultati economici, con una produttività (misurata come fatturato per addetto) superiore del 72% rispetto a quelle con un livello iniziale o medio di sostenibilità, e una redditività (utile per addetto) quasi tripla. Inoltre, quelle più sostenibili hanno un fatturato relativo all’export oltre tre volte più elevato.

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Nell’edizione 2025 viene dedicato ampio spazio al tema della gestione del rischio. Sono rischi legati soprattutto agli eventi naturali: il 73% delle imprese dichiara di aver subito danni da eventi naturali negli ultimi tre anni; di queste, la metà ha registrato danni significativi alle coltivazioni (91%), alle infrastrutture (26%), ma anche altri fenomeni come stress idrico, erosione del terreno e degradazione del suolo. Secondo lo studio, l’agricoltura italiana sconta una consapevolezza del rischio ancora poco sviluppata: maturare una gestione efficace, continuativa e non emergenziale dei rischi è una competenza irrinunciabile e un fattore di sostenibilità esso stesso.

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