Nella Giornata della Legalità, Confcommercio Umbria chiede risorse pubbliche per sostenere le imprese che investono in misure di protezione. Attivi anche in Umbria i Protocolli antirapina.
Più sicurezza per imprese, territori e città. In occasione della dodicesima edizione della Giornata nazionale “Legalità, ci piace”, Confcommercio Umbria rilancia con forza il proprio impegno per un’economia fondata sulla trasparenza, la legalità e la concorrenza leale. Un impegno tanto più necessario in un contesto in cui i fenomeni illegali, dalle rapine all’abusivismo, continuano a colpire duramente le imprese regolari anche nella regione.
Secondo l’indagine 2025 dell’Ufficio Studi Confcommercio:
- Quasi un imprenditore su tre teme di subire furti, rapine o atti vandalici, mentre il 60,1% si sente danneggiato da abusivismo e contraffazione.
- L’illegalità è costata al sistema nazionale 39,2 miliardi di euro solo nel 2024, mettendo a rischio oltre 276.000 posti di lavoro regolari.
- Oltre l’80% delle imprese ha già investito in misure di sicurezza come videosorveglianza e allarmi antifurto, sostenendo spese rilevanti pur di tutelare persone e attività.
“Le imprese umbre stanno già facendo la loro parte – sottolinea Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria – ma non possiamo lasciarle sole. Servono risorse pubbliche regionali per sostenere chi investe in sicurezza, perché la protezione del tessuto produttivo onesto è un interesse di tutta la comunità”.
In questa direzione si inserisce anche l’operatività in Umbria del Protocollo quadro per la legalità e la sicurezza delle imprese, grazie agli accordi territoriali sottoscritti da Confcommercio con le Prefetture di Perugia e Terni.
Il Protocollo antirapina, firmato da Ministero dell’Interno, Confcommercio e altre associazioni, ha una validità triennale e promuove un modello di sicurezza partecipata: i sistemi di video-allarme installati dalle imprese potranno essere collegati direttamente con le sale operative delle forze di polizia, permettendo un intervento tempestivo in caso di rapina, grazie alla trasmissione in tempo reale di segnalazioni e immagini.
“Questi strumenti sono fondamentali – aggiunge Mencaroni – ma per essere davvero diffusi e accessibili è necessario un sostegno concreto da parte delle istituzioni, con contributi diretti o misure dedicate a finanziare la sicurezza tecnologica delle imprese”.
Confcommercio Umbria continuerà a lavorare a fianco delle istituzioni per costruire un ambiente in cui fare impresa rispettando le regole sia possibile, conveniente e sicuro.
In questa Giornata della Legalità, Confcommercio Umbria rinnova il suo appello: “legalità e sicurezza siano priorità condivise, perché solo così si difende il lavoro vero e il futuro del nostro territorio”.
INDAGINE CONFCOMMERCIO SUI FENOMENI ILLEGALI
Il 30% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024.
ANDAMENTO FENOMENI CRIMINALI
I furti sono il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori (per il 28%, +4,5 punti percentuali rispetto al 2023), seguiti da atti di vandalismo e spaccate (25,4%, +4,3 punti sul 2023) e dalle rapine (25,3%, +6,4 punti in confronto al 2023). L’usura, che negli ultimi anni è stato il fenomeno segnalato più in crescita, scende al 20,6% (-3,8 punti sul 2023).
FURTI, ATTI VANDALICI, RAPINE
Quasi un imprenditore su tre (31,3%) teme che la propria impresa possa essere esposta al rischio di fenomeni criminali quali furti, rapine, atti vandalici, aggressioni, etc. I furti sono il crimine che preoccupa maggiormente gli imprenditori in termini di sicurezza personale, dei propri collaboratori e della propria impresa (33,2%).
BABY GANG E MALA MOVIDA
Il 21,3% degli imprenditori dichiara di aver riscontrato episodi criminali legati alla presenza delle “baby gang” nella zona di operatività dell’impresa e di questi quasi la metà (48%) è preoccupato per la propria attività. Tre imprenditori su dieci temono il fenomeno della “mala movida”, soprattutto per il degrado urbano (49,5%) e per atti di vandalismo e danneggiamenti alle strutture (45,8%).
USURA E RACKET
Il 27,7% degli imprenditori ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e il 25,8% teme il rischio di esposizione a questi fenomeni. Di fronte a questi crimini il 63,1% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia, il 50,5% si rivolgerebbe alle associazioni di categoria e alle organizzazioni antiusura, il 22,1% dichiara che non saprebbe cosa fare.
CONTRAFFAZIONE E ABUSIVISMO
Il 60,1% delle imprese del terziario si ritiene penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione per via soprattutto della concorrenza sleale (50,1%) e della riduzione dei ricavi (23,1%).
MISURE DI PROTEZIONE
Più di otto imprese su dieci (82,9%) hanno investito negli ultimi anni in misure per la sicurezza, soprattutto in sistemi di videosorveglianza (64,3%) e di allarmi antifurto (53,4%).
IMPATTO ECONOMICO SU COMMERCIO E PUBBLICI ESERCIZI:
Stime Ufficio Studi Confcommercio
Nel 2024 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 39,2 miliardi di euro e ha messo a rischio 276 mila posti di lavoro regolari, in leggera crescita rispetto all’anno precedente.
In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 10,3 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 7,4 miliardi, la contraffazione per 5,1 miliardi, il taccheggio per 5,4 miliardi.
Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 7,1 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 3,9 miliardi.
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