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LA REGIONE FIRMA LA DICHIARAZIONE DI LA PALMA: LE ISOLE D’EUROPA INSIEME DAVANTI ALLA UE PER IL DIRITTO ALLA MOBILITÀ


(AGENPARL) – Roma, 15 Maggio 2025

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(AGENPARL) – Thu 15 May 2025 COMUNICATO STAMPA
LA REGIONE SARDEGNA FIRMA LA DICHIARAZIONE DI LA PALMA:
LE ISOLE D’EUROPA INSIEME DAVANTI ALLA COMMISSIONE UE PER IL DIRITTO ALLA MOBILITÀ E AL SUPERAMENTO DELL’ISOLAMENTO GEOGRAFICO
C agliari, 15/05/2025
Superare le condizioni di isolamento geografico e le disparità di opportunità rispetto agli altri cittadini, imprese e territori d’Europa. Argomenti al centro dell’Assemblea Generale delle Commissione Isole della Conferenza delle Regioni Periferiche Insulari, che si è tenuta di recente a Santa Cruz de La Palma (Canarie), nella quale 50 istituzioni insulari, tra cui la Regione Sardegna, hanno formulato la dichiarazione di La Palma.
Si tratta di una azione politica forte nei confronti della Commissione europea affinché venga delineata una specifica strategia per le isole, che garantisca strumenti di cittadinanza e di mobilità ai residenti al pari di tutti gli altri territori d’Europa. A rappresentare l’istituzione sarda nel consesso internazionale, è stato il consulente della Presidenza, Franciscu Sedda, membro supplente della Commissione, su delega della presidente Alessandra Todde. Il punto chiave delle rivendicazioni avanzate dall’isola è la deroga alla rigidità delle normative europee che dia libertà di manovra alla Regione per riequilibrare le storture del mercato dei trasporti e garantire il diritto di mobilità ai cittadini sardi.
“La Sardegna come altre isole, ha enormi potenzialità economiche e di crescita, si tratta di costruire le condizioni istituzionali, normative, culturali, materiali perché l’intera società isolana possa accedere a queste occasioni – ha detto Sedda nel suo intervento -. Condizioni fondamentali sono il diritto all’accesso e alla mobilità, visto che la nota dolente è la concorrenza all’interno del contesto europeo. Condizione che non ci permette di aiutare come vorremmo le imprese dei trasporti per abbattere il costo dei biglietti in continuità territoriale. Ed è su questo che basiamo le nostre rivendicazioni che dovranno essere portate all’attenzione del Commissario europeo per la politica regionale e di coesione Raffaele Fitto”.
Entrando più nel dettaglio, il consulente della Regione ha parlato delle attuali politiche trasportistiche dell’isola, basate sugli oneri di servizio pubblico del Regolamento UE 1008/2008, che potenziano i collegamenti tra gli aeroporti sardi e i principali centri della penisola (Roma e Milano), a cui la Regione Sardegna ha affiancato due ulteriori strumenti per mitigare gli svantaggi dell’insularità: gli aiuti sociali per il trasporto aereo a favore dei residenti nelle rotte di collegamento tra i tre aeroporti sardi e gli aeroporti dello Spazio economico europeo, e più di recente gli aiuti ai vettori aerei per l’apertura di nuove rotte da e per l’isola.
“La Regione Sardegna deve oggi affrontare due vincoli – ha proseguito Sedda –, uno è legato alle risorse stanziate dallo Stato con un apporto minimo: fino a ieri infatti in Sardegna per la continuità territoriale si spendevano 25 euro per ogni cittadino residente, a fronte dei 200 euro per uno delle Baleari e dei 300 per uno della Corsica. Cifra poi rivista dall’attuale governo della Sardegna che si è fatto carico fin da subito di raddoppiare le risorse stanziate. Il secondo vincolo è che la Regione è costretta a muoversi entro le maglie strette della normativa europea, che limitano l’intervento pubblico nella sfera economica e riducono il perimetro d’azione con cui il Governo dell’isola può delineare il modello di continuità territoriale che permetta un pieno esercizio del diritto di mobilità ai cittadini, neutralizzando così gli impatti, in termini di costi e di tempi di percorrenza, della discontinuità fisica e della distanza geografica dal continente”.
Il consulente della Regione, classificata nelle politiche Ue come “regione remota”, al pari della Corsica e delle Baleari, ha chiesto che il Commissario Raffaele Fitto porti nei tavoli della Commissione Europea l’esigenza di derogare a queste norme, secondo quanto avviene per le regioni ultraperiferiche come Azzorre e Canarie. Isole che hanno il via libera per gli aiuti alle imprese e tagli alla fiscalità, con agevolazioni sia di tipo normativo che di tipo finanziario.
“La specificità delle regioni insulari è riconosciuta all’interno del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ma non esiste un’azione specifica della UE per affrontare le sfide peculiari di questi territori, né a livello legislativo né a livello politico”, ha precisato ancora il consulente della Regione. “Gli abitanti delle cosiddette isole periferiche, come la Sardegna, continuano ad avere un handicap infrastrutturale e strutturale che impedisce di avere pari opportunità con il resto dei cittadini europei. Tale condizione deve trovare risposte adeguate attraverso la revisione del quadro normativo vigente, per superare le criticità̀ esistenti e rendere più elastico il regime di aiuti e più rilevanti gli incentivi per la copertura delle rotte invernali. È per questi obiettivi che vogliamo lavorare come Regione Autonoma della Sardegna, attraverso il Comitato delle Regioni, la Conferenza delle Regioni Periferiche e Marittime (CRPM) e la sua Commissione Isole, insieme alle altre isole periferiche d’Europa, in modo da poter sviluppare un’azione unitaria, coordinata ed efficace”.

Ufficio Stampa Regione Sardegna



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