In un contesto sempre più orientato alla costruzione di ecosistemi collaborativi, il Community Manager si afferma come figura chiave per generare connessioni autentiche, facilitare scambi di valore e guidare reti dinamiche. È una figura che si connota come la “queen” o il “king” di una community ben definita, con un ruolo che acquista contorni sempre più definiti con l’avanzare di un contesto in cui l’innovazione è la chiave per la competitività e la crescita, l’esigenza di occasioni di conoscenza e confronto diventa sempre più pressante. A sottolinearlo anche i tanti spazi fisici e virtuali nati negli ultimi anni in Italia, con l’obiettivo di mettere in connessione professionisti e manager dell’innovazione, ma non solo. Non si tratta di pura formazione (che per fortuna, o purtroppo, viene ormai spesso erogata da remoto) né di networking fine a sé stesso (bello chiacchierare, ma non basta), e neppure esclusivamente di business (altrimenti poi manca una motivazione consapevole e profonda).
Chi è il Community Manager
Nel mondo del lavoro c’è chi lo considera un organizzatore di eventi, chi un moderatore di relazioni (talvolta addirittura solo online, nell’accezione originaria del termine). In realtà il Community Manager è tutto questo e molto di più. Si tratta di un vero e proprio facilitatore di connessioni e di scambi di valore tra diversi attori.
La community di riferimento può essere molto varia: può riguardare un intero ecosistema (es. startup, aziende consolidate, istituzioni, università ed enti di ricerca), talvolta essa è determinata dal possesso di uno specifico job title (come il Chief Information Officer o l’Innovation Manager), ma può anche identificare i propri membri come appartenenti alla stessa azienda (in questo caso il Community Manager è spesso associato al coinvolgimento della popolazione aziendale, ed essere quindi una figura più vicina alla Direzione HR).
La gestione di queste community non è solo una questione di organizzazione, ma di creazione di un ecosistema dinamico dove le persone si sentano parte di un progetto collettivo, con l’obiettivo di trasformare idee in realtà tangibili.
Il ruolo strategico dei Community Manager negli innovation hub
Il ruolo diventa ancor più complesso all’interno dei sempre più numerosi innovation hub e corporate innovation hub, vere e proprie agorà nate sull’onda del paradigma dell’Open Innovation, ormai consolidato per l’88% delle grandi imprese (dati 2024 Osservatorio Startup Thinking del Politecnico di Milano).
Qui il Community Manager deve essere in grado di collegare i giusti attori: identificare e coinvolgere talenti, esperti e organizzazioni che possano arricchire la community con idee, soluzioni e pratiche innovative.
Una figura che aiuta a gestire il change management culturale e il cambiamento tecnologico
Come detto in precedenza, non si tratta solo di un lavoro di connessione: il Community Manager deve facilitare il flusso di conoscenza, creando spazi di dialogo che stimolino il confronto tra professionisti del settore, generando nuove opportunità di business e collaborazione.
In chiave di Change Management (anche interno all’azienda), il ruolo del Community Manager può essere anche quello di gestire il cambiamento culturale: promuovere una cultura dell’innovazione attraverso la gestione dei conflitti, l’incoraggiamento della sperimentazione e il supporto a iniziative che possano spingere i confini della creatività.
Infine, in un contesto dove l’innovazione digitale la fa da padrone, è compito del Community Manager monitorare l’evoluzione del panorama tecnologico: rimanere al passo con le ultime tendenze in ambito tecnologico e digitale gli permette infatti di anticipare le esigenze delle community e proporre soluzioni in linea con le nuove sfide, oltre che di utilizzare gli strumenti più adatti e al passo con i tempi.
Le attività quotidiane del Community Manager
Per andare un po’ più nel concreto, tra le tante attività del Community Manager figurano:
- l’organizzazione di eventi, talvolta frontali, più spesso che favoriscono l’interazione e il lavoro in team;
- la progettazione di attività di gruppo più complesse, come quelle di team building, con il coinvolgimento di stakeholder istituzionali e non, nazionali ma anche internazionali;
- attività di comunicazione come piani editoriali e redazione di testi per i social network, definizione e compilazione di newsletter tematiche, nonché il classico mailing diretto.
Non mancano compiti tipici del project management, come la definizione del calendario di appuntamenti per la community, la scelta e l’ingaggio di attori che possono portare competenze, vision, ispirazione, la relazione con i più diversi stakeholder (dal dipartimento grafico al servizio catering, per intenderci) e la gestione di risorse economiche e umane.
Non è un caso che, nella lista annuale dei lavori in crescita nel 2025 redatta da LinkedIn, figurino i ruoli sia dell’Event Coordinator (7° posto) sia dello Specialista in Comunicazione e Marketing (10° posto), due filoni di skill che, come abbiamo detto, il Community Manager deve saper padroneggiare nel quotidiano.
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