La sicurezza delle strade provinciali è messa a rischio dai tagli drammatici imposti dalla Legge di Bilancio e dal Milleproroghe ai programmi di investimento che erano state assegnate alle Province. Una situazione di crisi su cui da mesi l’UPI , inascoltata, chiede risposte al Ministero di Salvini e che oggi è al centro dell’Assemblea Nazionale dei Presidenti di Provincia, riuniti a Roma giovedì 15 maggio per definire la piattaforma politica e programmatica dell’Associazione.
«Sulle strade provinciali – ha detto il Presidente UPI Pasquale Gandolfi- si è abbattuto un taglio di 1,7 miliardi. Risorse già assegnate a Province e Città metropolitane e destinate agli investimenti per la messa in sicurezza e l’efficientamento di 120 mila chilometri di vie che collegano il Paese. Molto grave poi è che si siano tagliate risorse che riguardano investimenti degli anni 2025 e 2026, una riduzione del 70% dei fondi che di fatto sta bloccando cantieri già previsti e concordati con lo stesso ministero, con ripercussioni sulla viabilità e quindi sulla sicurezza dei nostri cittadini».
La riduzione, denunciano i Presidenti delle Province Italiane, si attesta al 50 per cento su tutti i fondi fino al 2029 e a quasi la stessa percentuale per le risorse che erano state assegnate alle Province dal 2030 al 2036.
Per questo l’Assemblea dei Presidenti delle Province italiane ha dato mandato al Presidente Gandolfi di sollecitare ancora il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Salvini, perché si apra subito un tavolo di crisi al Ministero e si proceda a ritrovare nell’immediato i 385 milioni di fondi sottratti per il 2025 e 2026.
Nel corso dell’assemblea è intervenuto anche il presidente di Upi Emilia-Romagna Giorgio Zanni, sottolineando che «stiamo chiedendo da anni un intervento strutturale del Governo sulla riforma delle Province che arrivi a superare la legge 56 del 2014, che per noi è assolutamente indispensabile e prioritario. Tuttavia se da Roma come sembra si continuerà con questa inerzia nel non affrontare il tema della riforma nazionale delle Province, intendiamo parallelamente proseguire il dialogo aperto già nei giorni scorsi con la Regione Emilia-Romagna per avviare un percorso condiviso tra le Province e la Regione con l’obiettivo di ridefinire alcune competenze partendo da una maggiore centralità delle province ER sulla programmazione territoriale di area vasta così come già concepita solo per le Città Metropolitana, che quindi non riguardi solo la programmazione urbanistica (attualmente già in capo alle Province), ma si estenda anche a redigere insieme ai territori un piano triennale strategico d’ambito d’area vasta provinciale, concertato con i Comuni e poi, successivamente, utile anche per la Regione per fare premialità alle strategie condivise tra più Comuni a livello provinciale. Ovviamente mettere in campo queste azioni implica un investimento sul personale, che può realizzarsi solo attraverso un piano assunzionale nazionale di cui il Governo deve occuparsi con tempestività e risolutezza in tutto il Paese».
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