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Assunzioni agevolate, al via il bonus per giovani e donne


L’agevolazione riguarda l’assunzione di giovani che non lavorano né studiano – i cosiddetti NEET – e di donne disoccupate da almeno sei mesi, residenti in regioni del Mezzogiorno oppure occupate in settori caratterizzati da forte disparità di genere. Il bonus è destinato a contratti a tempo indeterminato o a trasformazioni da tempo determinato, mentre restano esclusi i rapporti di lavoro domestico e i contratti di apprendistato. Non sono previsti vantaggi per le aziende che abbiano effettuato licenziamenti nei mesi precedenti nella stessa unità produttiva.

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Esonero totale dai contributi previdenziali

Lo sgravio consiste in un esonero integrale dai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, esclusi quelli destinati al fondo Inail, per un massimo di 8.000 euro all’anno. La durata dell’incentivo è di 12 mesi per contratti a termine e sale a 18 per quelli a tempo indeterminato. Le somme verranno riconosciute nei limiti delle risorse disponibili, secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande.



Procedura solo online, accesso tramite Spid, Cns o Cie

Le richieste devono essere presentate tramite la procedura telematica accessibile sul portale Inps, utilizzando le proprie credenziali SPID, CNS o CIE. Una volta inviata la domanda, l’Inps fornirà un riscontro con la prenotazione delle risorse, condizione necessaria per procedere all’assunzione. Il meccanismo è a sportello: l’assegnazione degli sgravi avverrà secondo la disponibilità dei fondi e la tempestività delle domande.

Un incentivo per correggere gli squilibri del mercato del lavoro

La misura si inserisce in una strategia più ampia di sostegno all’occupazione femminile e giovanile, due segmenti che da anni segnano tassi di disoccupazione superiori alla media europea. Secondo i dati Istat, il tasso di inattività tra le giovani donne italiane resta tra i più alti nell’area Ocse. Incentivi come questo possono contribuire a rendere più attrattiva l’assunzione di profili a rischio esclusione, anche se le associazioni datoriali chiedono maggiore continuità nelle misure e un sistema di accesso semplificato per le imprese più piccole.

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Obiettivo stabilizzazione, ma restano dubbi sui tempi

Lo sgravio è una boccata d’ossigeno per molti datori di lavoro, specie in un contesto di rallentamento economico e inflazione elevata. Tuttavia, resta da verificare l’effettiva rapidità con cui le domande verranno esaminate e gli incentivi riconosciuti. In passato, misure simili hanno mostrato limiti sul piano operativo: tra ritardi nelle autorizzazioni e ostacoli tecnici, la burocrazia ha spesso frenato l’impatto delle politiche attive. Ora il governo punta a imprimere una svolta, ma molto dipenderà dalla gestione quotidiana e dalla tenuta del sistema informatico Inps, già messo alla prova da richieste massive.

Un’occasione per assumere, ma non una soluzione strutturale

Il bonus, se ben gestito, può rappresentare un’opportunità concreta per aziende e lavoratori, ma non basta da solo a correggere le fragilità strutturali del mercato del lavoro italiano. La segmentazione contrattuale, il mismatch tra formazione e domanda, le diseguaglianze territoriali restano nodi aperti. Servono investimenti continui in politiche attive, orientamento e formazione professionale. Lo sgravio contributivo è un incentivo utile, ma non può diventare l’unico strumento su cui poggiare l’intera strategia occupazionale del Paese.



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