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Dieci imprese, dieci storie, premiate dall’Associazione Spille d’oro Olivetti


C’è ancora chi crede che fare impresa significhi molto più che generare profitti. Chi è convinto che un’azienda non debba limitarsi a produrre beni o servizi, ma possa – e debba – diventare una comunità viva, un laboratorio permanente di idee, un presidio etico contro la desertificazione sociale, culturale e ambientale che segna il nostro tempo. C’è ancora chi crede che i muri di una fabbrica possano contenere sogni, che i bilanci possano misurare anche la dignità, che l’innovazione non sia solo una questione di algoritmi, ma di umanità.

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E c’è ancora un luogo dove tutto questo non è solo memoria, ma realtà concreta: si chiama Canavese, e da tre anni, almeno un giorno all’anno, si trasforma nella capitale morale dell’impresa responsabile.

Accade a Ivrea, la città che porta nel nome e nelle pietre l’eredità di Adriano Olivetti, ogni volta che viene celebrato il “Premio Camillo e Adriano Olivetti all’Impresa Innovativa e Responsabile”.

È accaduto anche oggi, 16 maggio 2025, nella sede di Confindustria Canavese, durante la cerimonia della terza edizione di questo riconoscimento che ormai è diventato un manifesto, un programma, una dichiarazione d’intenti. Promosso dall’Associazione Spille d’Oro Olivetti, in collaborazione con l’Archivio Storico Olivetti e la stessa Confindustria – che ha voluto inserirlo nel calendario delle celebrazioni per gli 80 anni dell’associazione industriale – il Premio ha assunto un valore simbolico ancora più forte: non è solo una targa, ma una responsabilità condivisa.

Perché la verità è che la lezione di Adriano non è affatto finita. Vive negli occhi, nelle mani, nelle decisioni quotidiane di chi ancora oggi sceglie di fare impresa in modo diverso. A testimoniarlo, dieci imprese straordinarie che, ognuna con la propria storia, hanno saputo incarnare valori profondi: visione, coraggio, radicamento nel territorio, attenzione all’ambiente, cura del capitale umano, impegno nella ricerca e nella crescita sostenibile.

Sono aziende che non si fermano al “quanto” ma si interrogano sul “come” e sul “perché”. Che non misurano il successo solo in euro, ma anche in benessere, relazioni, impatto sociale. Realtà che rifiutano il cinismo dell’economia estrattiva e scelgono, ogni giorno, di costruire valore condiviso.

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La commissione che ha individuato queste eccellenze non si è limitata ai numeri – pur analizzati con rigore, attraverso indicatori economico-finanziari come Valore Aggiunto, ROI, investimenti in R&D, fatturato, risultati operativi – ma ha guardato oltre: ha valutato l’identificazione con il territorio secondo la geografia dei sistemi locali ISTAT, l’etica del lavoro, l’attenzione agli impatti ambientali, la capacità di innovare rispettando le persone, l’apertura culturale.

Il risultato è una mappa virtuosa del nuovo volto dell’impresa italiana, che parla canavesano ma guarda lontano. Dieci storie che insegnano, ispirano, commuovono. Dieci fari accesi su un orizzonte in cui l’economia non è nemica dell’etica, e la produttività può coesistere con la gentilezza, l’intelligenza e la memoria.

Il Premio Camillo e Adriano Olivetti, oggi più che mai, non rappresenta un traguardo. È una tappa su un percorso che continua, una sfida lanciata a tutte le imprese del territorio – e non solo – a pensarsi come agenti di trasformazione. È il motore di una rete attiva, la RARI, che mette insieme competenze, visioni, idee, pratiche virtuose, e che accompagna le aziende in un processo continuo di formazione, scambio e crescita collettiva.

L’Associazione Spille d’Oro, con in prima linea il presidente Matteo Olivetti, porta avanti questo progetto con la forza tranquilla di chi crede ancora che il lavoro possa essere uno strumento di emancipazione, che il futuro si costruisca con pazienza, e che la bellezza dell’impresa stia anche nel saper costruire ponti tra generazioni, territori, saperi.

In questa logica è già in fase di realizzazione il Quaderno della terza edizione, che si aggiungerà a quelli già pubblicati nelle due edizioni precedenti. Un documento che non sarà solo una cronaca, ma un archivio vivo: di idee, pratiche, dati, testimonianze. Un altro mattone per costruire una memoria collettiva e condivisa.

Perché alla fine, l’innovazione vera non si misura nei brevetti, ma nella capacità di restituire umanità al progresso. E se a raccontarla sono le imprese, allora sì, possiamo continuare a credere che il futuro abbia ancora un volto umano.

Le dieci imprese premiate

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Bioindustry Park Silvano Fumero S.p.A.Colleretto Giacosa
È il cuore pulsante delle scienze della vita in Piemonte. Un polo che non è solo tecnologia ma anche filosofia industriale. Sostenendo lo sviluppo di multinazionali, startup, PMI, enti di ricerca e formazione, Bioindustry Park è un catalizzatore di futuro, un laboratorio di progresso umano prima ancora che scientifico.

Camelot S.r.l.Ivrea
Una società benefit che ha scelto di non separare mai l’impresa dal bene comune. Camelot promuove la cittadinanza attiva e digitale, accompagnando cittadini, istituzioni e territori in un processo di inclusione tecnologica e sociale. Qui l’innovazione è democrazia, e il business è partecipazione.

Laser S.r.l.Strambino
Parte del gruppo Deda, è l’acceleratore tecnologico che aiuta il manifatturiero e le telecomunicazioni a progettare il proprio domani. Laser disegna percorsi di digitalizzazione su misura, cuciti addosso alle esigenze delle imprese. Un’azienda che unisce ingegneria e ascolto, dati e visione.

Net Surfing S.r.l.Ivrea
Software house specializzata in trasformazione digitale e Industria 4.0 e 5.0. I suoi strumenti ottimizzano flussi aziendali, produzione e consumi, rendendo le imprese più snelle, efficienti, intelligenti. Net Surfing non offre solo soluzioni: accompagna, interpreta, trasforma.

OSAI CNC S.r.l.Ivrea
Tecnologia pura per l’automazione industriale. OSAI sviluppa sistemi di controllo numerico per la lavorazione di materiali come legno, vetro, pietra, lamiera e metalli leggeri. Ma la vera forza è la capacità di declinare la precisione in funzione dell’adattabilità: l’industria, qui, è fluida e reattiva.

PE.DI S.r.l.Ivrea
Un’eccellenza nel settore delle chiusure per vino e liquori di alta gamma, parte del gruppo internazionale Crealis. La qualità è il suo marchio, ma PE.DI va oltre: investe in materiali innovativi, tutela l’ambiente, valorizza il capitale umano del territorio. L’eleganza, qui, è anche etica.

SEICA S.p.A.Strambino
Leader nelle tecnologie per il collaudo e la saldatura selettiva di schede e moduli elettronici, comprese le batterie dei veicoli elettrici. SEICA è l’industria del dettaglio, della precisione invisibile, dove l’innovazione è ciò che rende funzionante e sicuro ogni giorno della nostra vita connessa.

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SPARCO S.p.A.Volpiano
È leggenda nel motorsport e leader nei dispositivi di sicurezza. Produce anche componenti in carbonio per supercar, scarpe tecniche per il lavoro, ma soprattutto alimenta una cultura della responsabilità che coniuga performance e sostenibilità. Velocità e coscienza: un connubio possibile.

Val Giovanni & Figli S.r.l.Rivara
Dal 1938 forgia l’acciaio e il futuro. L’azienda opera nello stampaggio a caldo e nelle lavorazioni meccaniche per settori strategici: agricoltura, energia, trasporti, automotive, difesa. Il suo sguardo è rivolto al mondo, ma le sue radici restano ben piantate nel Canavese.

Vittone S.r.l.Valperga
Una storia che parte dal 1906 e oggi è giunta alla quarta generazione. Vittone è una fucina d’eccellenza che lavora nel forging per settori come robotics, costruzioni, agricoltura e in particolare automotive. Un’azienda che trasforma metallo in futuro, e memoria in visione.

Il Premio Camillo e Adriano Olivetti non è una passerella. È un punto di partenza, una sfida continua. È la nascita o il rafforzamento di una rete attiva – la RARI – che unisce competenze e persone, che crea sinergie, che accompagna le imprese in un percorso di formazione e condivisione. L’Associazione Spille d’Oro, con il presidente Matteo Olivetti, guida questo cammino con la determinazione di chi crede che il lavoro sia ancora lo strumento per cambiare il mondo.

È in fase di realizzazione anche il Quaderno della terza edizione, che seguirà quelli già pubblicati, per raccogliere pensieri, dati, esperienze, buone pratiche. Perché l’innovazione vera non sta nel silicio, ma nel racconto. E se a raccontare sono le imprese, allora possiamo ancora credere che il futuro abbia un volto umano.





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