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Il mercato della smart city vale 1,05 miliardi di euro


Nel 2024, il mercato italiano delle smart city ha raggiunto 1,05 miliardi di euro, con una crescita del +5%, inferiore alla media europea (+9%). Le aree principali di investimento sono l’Illuminazione pubblica (circa 240 milioni di euro, 23% del totale) e la mobilità intelligente (circa 215 milioni di euro, 20% del totale), ma tra le iniziative più diffuse, con investimenti minori, ci sono anche progetti di sicurezza e sorveglianza (adottati dal 27% dei Comuni nel biennio 2023-24) e Comunità Energetiche Rinnovabili (sempre 27%).

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Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio smart city del Politecnico di Milano, presentata al convegno “Smart City, dove innovazione e sostenibilità si incontrano”. Uno degli oltre 50 differenti filoni di ricerca degli Osservatori Digital Innovation della POLIMI School of Management che affrontano tutti i temi chiave dell’Innovazione Digitale nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione.

Sostenibilità ambientale

Le città sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni globali di CO2 e giocano un ruolo importante nella lotta al cambiamento climatico. A livello europeo questa esigenza è molto chiara e guida importanti iniziative di transizione ecologica come il Green Deal e la Missione Climate Neutral and Smart Cities, che coinvolge 112 città impegnate a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030 abbattendo dell’80% le loro emissioni di gas climalteranti. Tra queste, ci sono ben 9 città italiane (Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino) che oggi emettono circa 3,6 tonnellate di CO₂ equivalente (CO₂e) pro capite, oltre il 90% dei quali imputabili ai settori degli edifici e dei trasporti urbani. Le principali iniziative per ridurre le emissioni includono modifiche strutturali agli edifici e l’adozione di fonti energetiche a bassa impronta carbonica. L’innovazione digitale è una leva fondamentale con sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria, sistemi di efficientamento energetico adattivi, immagini satellitari e Digital Twin per individuare il potenziale fotovoltaico degli edifici e la presenza di isole di calore.

Sostenibilità sociale

Metà dei cittadini italiani valuta il comune di residenza “insufficiente” sotto il profilo dell’inclusività (con una valutazione media di 5,2 su 10), dell’accessibilità dei servizi pubblici offerti (5,2) e del dinamismo economico-sociale (5,2). Le valutazioni scendono ancora di più quando sono chiamati a dare un giudizio sull’innovatività (4,4). La principale criticità dal punto di vista sociale è la mobilità nel Comune (85%), inclusa la sicurezza stradale e l’accessibilità a trasporti alternativi all’auto a combustibile fossile, che rimane, anche per questo motivo, il mezzo preferito per gli spostamenti (60%).

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Sostenibilità economica

Una via per rendere sostenibili da un punto di vista economico le smart city passa dall’indentificare un nesso tra progetti e il loro beneficio economico (diminuzione di costi o aumento delle entrate). I benefici non sono sempre evidenti se si guarda alle singole soluzioni, ma possono emergere se si adotta una visione aggregata dei progetti, come quando si parla di Project Financing e di Partnership Pubblico-Privato. Le Partnership Pubblico-Privato sono ritenute molto utili per la realizzazione delle progettualità smart city da più di un Comune italiano su 3 (37%), ma ad ora sono adottate solo da poco meno di un Comune su 6 (16%).

I cittadini

Dall’analisi realizzata in collaborazione con BVA Doxa emerge che la sostenibilità è ormai un valore centrale nella vita quotidiana delle persone e solo il 4% dichiara di non avere contribuito con le proprie scelte al miglioramento della propria città. Si tratta, più che altro, di azioni rivolte alla riduzione dei consumi (56%) e alla corretta raccolta differenziata (56%), mentre altri ambiti, come ad esempio, la mobilità sostenibile rimangono ancora difficili da perseguire (23%).

Nella digitalizzazione si evidenzia un digital divide molto forte, soprattutto tra le generazioni più anziane e quelle più giovani. Le app più utilizzate per interfacciarsi con i servizi sul territorio sono quelle legate ai pagamenti digitali (74% millennial vs 65% boomers) e alla navigazione delle mappe cittadine (73% Gen Z vs 61% boomers). Le applicazioni in cui la differenza tra generazioni è più forte sono quelle legate alla mobilità smart (es. sharing, trasporto pubblico, parking) e alla vita sociale (es. sport, scuola).

L’intelligenza artificiale è conosciuta dal 92% degli italiani, che si dicono favorevoli, in particolare, all’uso dell’AI per applicazioni legate alla sicurezza pubblica (46%), per il monitoraggio delle emergenze e la gestione dei guasti alle infrastrutture (46%) e, nei grandi comuni per la gestione intelligente del traffico (59%). Tuttavia, i cittadini temono un’eccessiva dipendenza tecnologica (41%) e l’esclusione digitale (39%). Un altro aspetto che preoccupa, soprattutto fra i giovani della Gen Z, è anche la perdita di posti di lavoro a causa dell’automazione.

L’AI nei Comuni

La ricerca ha evidenziato oltre 496 progetti di adozione dell’AI nei contesti urbani a livello mondiale tra il 2018 e il 2024, con applicazioni legate in particolare a con usi legati in particolare ad analisi immagini e video, elaborazione dei dati e supporto alle decisioni. Il Comune di Messina, ad esempio, ha sperimentato un sistema per ottimizzare lo smistamento dei rifiuti, mentre a Bari l’Acquedotto Pugliese ha integrato algoritmi predittivi nella Control Room per una gestione idrica più efficiente e sostenibile. Un progetto su tre prevede l’impiego di AI generativa, utilizzata ad esempio per valorizzare contenuti culturali o migliorare il dialogo con i cittadini, come nel caso di Julia, il chatbot di Roma Capitale.

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Nonostante il crescente fermento, l’adozione dell’AI nei contesti urbani italiani resta ancora limitata: solo il 4% dei comuni ha avviato progetti in materia, principalmente su ambiti come la cittadinanza digitale e la sicurezza urbana, mentre il 35% dichiara l’intenzione di farlo nei prossimi due anni. L’implementazione attuale dell’AI risulta frammentata e senza un’infrastruttura organizzativa solida: solo due comuni su dieci hanno un team interno dedicato e appena uno su dieci ha avviato iniziative informative per la cittadinanza. Tra le criticità che ostacolano la diffusione dell’AI ci sono le preoccupazioni per la sicurezza dei dati e la tutela della privacy, seguite da limiti di governance, risorse finanziarie insufficienti e carenza di competenze tecniche.

Premi Smart City

In occasione del convegno, sono stati assegnati due Premi Smart City ai Comuni di Pitigliano e di Padova. Il primo si è distinto per il progetto realizzato dal 2023 “Laboratorio a cielo aperto per lo sviluppo dei borghi digitali”, promosso e coordinato da Open Fiber ed ENEA, vincitore nella sezione “piccoli Comuni”.

La metodologia dell’“Urban check up model”, sviluppata dall’Università Insubria, ha permesso di definire servizi e di tecnologie utili per il territorio, considerando le caratteristiche morfologiche ed orografiche del Comune. Si è lavorato sugli ambiti della videosorveglianza, dello Smart Tourism, delle CER e su molto altro, ponendo particolare attenzione al monitoraggio degli smottamenti di un territorio composto prevalentemente da tufo, grazie all’installazione, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, di una rete fibra ottica usata come sensore del sottosuolo.

Il Comune di Padova ha vinto nella sezione “grandi Comuni” del premio smart city con il progetto “Social Welfare District” del 2022, una piattaforma informatica sviluppata da Municipia su proposta del Centro Servizio Volontariato e di Human Foundation. Grazie all’integrazione di banche dati interne ed esterne, la piattaforma consente ai Servizi Sociali di migliorare la lettura dei bisogni sociali del territorio e promuovere co-progettazioni innovative. Inoltre, fornisce dati aggregati su indicatori critici (disagio economico, fragilità, affollamento, ecc.), è scalabile e favorisce una governance equa e inclusiva tra PA e Terzo Settore.



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