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RID – Rivista Italiana Difesa – shownews


Oggi, a Palazzo Aeronautica, si è tenuta la 4ª riunione e la successiva conferenza stampa del Gruppo E5, alla quale hanno preso parte il Ministro della Difesa, Guido Crosetto con i colleghi di Francia, Sébastien Lecornu, Germania, Boris Pistorius, Polonia, Wladislav Kosiniak-Kamysz, Regno Unito, John Healey. Durante i colloqui erano presenti anche Andrius Kubilius, Commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, Charles Fries, Vice Segretario Generale per Pace, Sicurezza e Difesa e della NATO e François-Marie Gougeon, Acting Assistant Secretary General. Quella di Roma segue le precedenti tappe del formato “E5” tenutesi a Berlino (novembre 2024), Varsavia (gennaio 2025) e Parigi (marzo 2025), confermando la volontà dei 5 Paesi di intensificare il dialogo e la cooperazione in ambito difensivo. Il vertice “rappresenta fondamentalmente un formato di cooperazione nato con carattere informale in risposta alle sfide geopolitiche contemporanee per rafforzare il dialogo politico e militare, soprattutto nel contesto della sicurezza e della difesa continentale, con un focus particolare sul sostegno all’Ucraina e sul rafforzamento delle capacità difensive europee. Una delle iniziative ideate per compiere quel passo significativo verso una reale e maggiore autonomia strategica dell’Europa nella gestione delle proprie questioni di sicurezza, pur mantenendo saldi legami con la NATO e con l’Unione Europea.

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Tema centrale della riunione e della successiva conferenza, l’Ucraina e, in particolare, il sostegno coordinato in un momento cruciale per la stabilità del continente. Come confermato dal Ministro Crosetto, durante la “prima sessione della riunione ha partecipato anche il vice Ministro della Difesa ucraino che ha fornito aggiornamenti sulla situazione in atto”, ma il grosso dei lavori ha riguardato “l’approfondimento delle possibili opzioni in caso di raggiungimento di un cessate il fuoco in Ucraina per non farci trovare impreparati” e sulla necessità di “mantenere uno stretto coordinamento sulle misure di sostegno a Kiev, evitando duplicazioni e massimizzando l’impatto delle azioni congiunte”. Nel corso delle sessioni di lavoro, sono anche stati trattati altri argomenti quali “rafforzamento della difesa europea, delle sfide alla sicurezza dell’Europa con un focus specifico su Balcani occidentali, su cui bisogna concentrare la nostra attenzione”. La discussione sulla difesa europea e sul pilastro continentale dell’alleanza, intesa come un progetto che superi i confini dei 27 dell’UE, “ha permesso di mettere in evidenza i limiti maggiori ad una credibile autonomia strategica: spazio, difesa aerea e missilistica, capacità di comando e controllo. Sono aree capacitive sulle quali abbiamo condiviso la necessità di cambiare il passo per non rischiare di perdere rilevanza strategica e di non esprimere una deterrenza credibile”. Allo stesso modo sulla cyber e la guerra ibrida in generale “è urgente adottare in un approccio condiviso anche attraverso la creazione strutture dedicate”. Relativamente al necessario coinvolgimento statunitense, irrealistico pensare a soluzioni ed iniziative di cessate il fuoco o gestione dello stesso senza la partecipazione USA, Crosetto ha evidenziato come il fatto che “5 ministri di 5 Paesi diversi, con storie, culture e visioni politiche differenti siano uniti dalla consapevolezza comune delle minacce, da una visione strategica condivisa e dalla determinazione a costruire un’Europa della Difesa forterappresenta un chiaro esempio del voler essere “più credibili, anche agli occhi degli Stati Uniti, che ci guarderanno con maggiore rispetto quando dimostreremo di saperci assumere responsabilità concrete.”

Il Ministro tedesco Pistorius ha sottolineato come “Istanbul dimostra che Putin non è interessato a porre fine alla guerra, per cui bisogna continuare l’impegno europeo nel supportare le FFAA ucraine, nonché a pensare alle soluzioni volte a rigenerarle in termini di materiali e addestramento in caso di un eventuale cessate il fuoco”, elementi analizzati durante la riunione unitamente alle attività – sempre teoriche – di “monitoraggio di tale auspicata tregua, relativamente al chi dovrà assumersene le responsabilità e in che misura. La Germania” – ha proseguito – “potrebbe fornire aiuti nella difesa aerea e marittima” ma i “tempi sono ristretti, bisogna agire presto, conta più questo e il raggiungimento degli obiettivi di capacità che le percentuali del Pil riservato alla difesa”.

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Sulle tempistiche ridotte ha proseguito il Ministro francese Lecornu, che ha parlato di come nella riunione si siano affrontate le criticità finanziarie della “rigenerazione rapida delle FFAA ucraine nel breve/medio, ma anche nel lungo periodo”. In tal senso sono state fatte “riflessioni in termini di maggiore utilizzo dei beni russi congelati”. Sul riarmo europeo, “lo spazio resta un elemento critico, come l’incremento nelle capacità di allerta avanzata, questione condivisa con la Germania”. Mentre riguardo alla posizione “esterna” del Regno Unito dall’Europa, Lecornu ha affermato che “la Brexit non dovrebbe avere effetti sulle questioni di sicurezza”, considerando l’importanza del settore. Relativamente alla deterrenza nucleare francese “è concettualmente allargata e applicabile all’Europa e contribuisce alla sicurezza dell’Alleanza NATO e dell’Europa, secondo i trattati europei”. Posizione ripresa sul finale da Crosetto che, rispondendo negativamente ad un attuale interesse italiano per una componente nucleare strategica nazionale, ha ricordato come per la deterrenza nucleare “l’Italia abbia storicamente fatto affidamento in primis sugli USA, manche su Francia e GB”.

Il Ministro britannico Healey ha ribadito che “la sicurezza in Europa inizia in Ucraina” per cui bisogna “metterla nella miglior condizione possibile per sedersi al tavolo dei negoziati” in una posizione che sia più forte possibile. Su eventuale tregua e modalità di monitoraggio della stessa, Healey ha confermato che la GB ha dato “disponibilità a fornire proprie truppe in ucraina, unitamente ad altri attori”, andando anche oltre, considerando che secondo il Ministro si tratta di “un’operazione prevista e già pianificata”, posto che si raggiunga un cessate il fuoco.

Il Ministro polacco Kosiniak-Kamysz, ha voluto sottolineare come tale gruppo “rappresenti i 5 paesi europei col maggior potenziale militare in termini di capacità operative, gruppo che prova ad essere una guida per il resto dell’Europa”. Come ruolo, “la Polonia continuerà ad essere un hub logistico” per i rifornimenti e le operazioni di supporto all’Ucraina “ma, non manderà mai lì propri soldati”. In termini di riarmo europeo, il Ministro polacco ha posto l’accento sulla necessità dell’”aumento nelle spese per la difesa per rafforzare l’UE e relazioni transatlantiche, anche per presentarsi come partner affidabili agli USA”. Infine, interessante l’ultimo intervento sul possibile schieramento di armi nucleari francesi sul territorio polacco in base al recente “Trattato delle garanzie per la sicurezza” siglato tra i 2 paesi. “Sebbene tale documento parli di garanzie bilaterali su molteplici questioni (sicurezza, economia, industria difesa), potrà aprire la strada verso un approfondimento della questione che, comunque, verrà affrontata in un prossimo incontro bilaterale riguardante proprio tale tema”.





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