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Sostenibilità, formazione e innovazione assicurano un futuro alla pelletteria italiana


La pelletteria di alta gamma conta 4.532 imprese attive, circa 49.000
addetti e un fatturato di 12 miliardi di euro nel 2024. L’Italia si attesta come il primo produttore europeo,
rappresentando da sola il 47% del giro d’affari continentale. Questi alcuni dei dati dello Studio strategico sul
settore della pelletteria italiana frutto del lavoro condiviso tra The European House – Ambrosetti, Assopellettieri e uno steering
commitee di sei rappresentanti delle tre anime del settore pellettiero italiano (brand, grandi
produttori e piccole e medie imprese a marchio proprio), presentato ieri, a Firenze, nel corso degli Stati generali della pelletteria, convegno promosso da Assopellettieri, l’associazione che rappresenta le imprese italiane di pelletteria, aderente a Confindustria e a Confindustria Accessori Moda.

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Flavio Sciuccati, senior partner di The European House – Ambrosetti, presentando la ricerca ha sottolineato:
“abbiamo un sistema unico al mondo, ma non siamo abbastanza bravi a raccontarlo. Se non rafforziamo leadership e attrattività, rischiamo di perderlo”.

Il report delinea la proposta strategica per il futuro da
parte dell’associazione.

La prima raccomandazione invita a promuovere la sostenibilità economica lungo tutta la filiera, attraverso
misure fiscali dedicate, incentivi alla crescita e alla stabilità, e una più equa distribuzione del valore. Segue
l’indicazione a costruire un patto di legalità e trasparenza, rafforzando gli strumenti di tracciabilità, ma anche
la compliance normativa e contrattuale, per generare fiducia e ridurre le distorsioni. Puntare alla
sostenibilità ambientale e sociale come tratto distintivo del made in Italy, per rafforzare l’immagine del
comparto sui mercati internazionali, è la terza raccomandazione.

Caudia Sequi, presidente di Assopellettieri: “il nostro primato nel mondo non può essere dato per scontato”

Emerge poi la necessità di attrarre e formare nuovi talenti, costruendo uno storytelling condiviso che
valorizzi i mestieri tecnici e artigianali, promuovendo collaborazioni con istituti formativi e incentivando
l’integrazione della forza lavoro straniera.
Altrettanto centrale è il tema dell’innovazione artigianale: non si tratta di sostituire il sapere manuale, ma
di affiancarlo con tecnologie avanzate, digitalizzazione e interazione uomo-macchina per migliorare qualità,
tracciabilità e attrattività del lavoro.
Infine, l’associazione focalizza l’attenzione sul potenziamento dell’internazionalizzazione, chiedendo
supporto per le aziende nell’intercettare nuovi mercati, semplificando l’accesso agli strumenti di
finanziamento per l’export e consolidando il ruolo strategico delle fiere come piattaforme di visibilità.

“Il nostro primato nel mondo non può essere dato per scontato”, ha detto, ieri, Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri. “Servono interventi strutturali e una
reale politica industriale condivisa, per assicurarci tale primato anche nel futuro”.

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