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Imprese italiane e tedesche a confronto con la crisi dell’energia


Dopo pandemia e crisi dell’energia arrivano i dazi. Le disgrazie si passano il testimone l’una dopo l’altra senza soluzione di continuità e impattano sull’economia europea. Ieri, la Commissione ha diffuso le nuove stime sulla crescita per gli stati membri. L’Italia crescerebbe solamente dello 0,7%, la Germania non crescerebbe affatto. E dopo due anni di Pil in calo, sarebbe un pessimo risultato per la sopranominata “locomotiva d’Europa”. Le imprese italiane e tedesche hanno risentito particolarmente in questi anni del caro bollette. Erano esposte più delle altre alle importazioni di gas russo. Vediamo cosa ci dicono i numeri.

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Boom dei costi con crisi energetica

Proprio questa mattina, è arrivato il dato di aprile sui prezzi alla produzione in Germania nel mese di aprile: -0,6% mensile e -0,9% annuale. Si tratta di numeri importanti per cercare di anticipare l’evoluzione futura dell’inflazione. I prezzi alla produzione altro non sono che i costi sostenuti dalle imprese, che prima o poi li scaricano sui consumatori finali. La curva ci dice che le imprese tedesche hanno iniziato a patire l’aumento dei prezzi dalla fine del 2020 e fino al settembre del 2022. In quel periodo lungo 21 mesi, questi sono saliti di quasi il 55%. Da allora, però, risultano scesi di oltre l’11%.

Per le imprese italiane il discorso non cambia. L’ultimo aggiornamento riguarda il mese di marzo, quando i prezzi alla produzione sono scesi del 2,3% mensile e saliti del 3,9% annuale. Anche in questo caso l’ascesa si è registrata a partire dalla fine del 2020 e si è conclusa alla fine del 2022. In quei due anni, c’è stata una variazione del 45,6%. Da allora, il calo è stato del 15,2%. Il raffronto ci consente di capire chi delle due realtà abbia sofferto maggiormente la crisi dell’energia.

A conti fatti, rispetto alla fine del 2020 i prezzi alla produzione sono cresciuti del 37,3% per le imprese tedesche e del 23,3% per le imprese italiane.

Inflazione italiana di poco inferiore

In altre parole, l’Italia ha fatto meno peggio della Germania. Questo guadagno in termini di produttività del 14% avrebbe contribuito probabilmente alla maggiore crescita del Pil. E i consumatori? L’inflazione cumulata in Germania è stata del 21,9% dalla fine del 2020, del 19,6% in Italia. La differenza è molto contenuta, a differenza dei prezzi alla produzione. E questo ci porta a un’altra conclusione: le imprese tedesche hanno scaricato sui consumatori meno del 60% degli aumentati costi da fine 2020 (58,7%), mentre le imprese italiane lo hanno fatto per l’84%.

Come mai tanta differenza? Probabile che il sistema produttivo teutonico abbia fiutato l’impossibilità per le famiglie di gestire gli aumenti dei prezzi e abbia ripiegato per assorbirli in buona parte. L’Italia arrivava da anni di inflazione quasi azzerata, anche se con stipendi al palo. In ogni caso, resta il fatto che la stessa inflazione finale da noi è stata più bassa. A completamento dell’analisi ci sono anche i prezzi alle esportazioni. Vediamo come si sono comportate nello stesso periodo di tempo le imprese tedesche e italiane.

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Le prime hanno gravato i clienti esteri del 21,9% e le seconde del 15,5%. Percentuali che incidono rispettivamente per il 58,7% e il 66,5% dei maggiori prezzi alla produzione subiti nel tempo.

Imprese italiane più resilienti a shock esterni

Anche in questo caso, le imprese italiane hanno scaricato maggiormente i costi sui clienti. Cosa possiamo concludere? Le imprese tedesche hanno dovuto in parte assorbire i maggiori costi a discapito degli utili, cosa che le imprese italiane hanno fatto meno. E ciò avrebbe provocato la crisi dell’industria in Germania, che sembra essere stata in grado di fronteggiare meno dell’industria italiana gli shock multipli che si sono presentati in questi anni. D’altra parte, i consumi interni in Germania sono bassi e limitano la capacità delle imprese di alzare i prezzi. Esse optano per sfogare eventualmente sulle esportazioni, fronte dal quale rischiano di arrivare altre cattive notizie con le tensioni commerciali scatenatesi in questi mesi.

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