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Abruzzo perde oltre 35.600 imprese giovanili tra negozi, bar e ristoranti dal 2019 al 2024


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L’imprenditoria under 35 in Abruzzo attraversa una fase critica, con una riduzione significativa delle attività come negozi, bar, ristoranti e strutture ricettive dal 2019 a oggi. I dati pubblicati da Confesercenti indicano un calo superiore al 24% in cinque anni, tratteggiando una situazione che intreccia crisi economica e fuga dei giovani imprenditori. In confronto, altre regioni italiane adottano strategie più strutturate per sostenere giovani e iniziative imprenditoriali.

Il crollo delle attività giovanili in abruzzo: numeri e conseguenze

Tra il 2019 e il 2024, Abruzzo ha perso più di 35.600 imprese condotte da giovani under 35. Questa diminuzione riguarda negozi di vario genere, bar, ristoranti e attività nel settore dell’ospitalità. Il calo del 24% rispetto a cinque anni fa riflette un contesto in cui i giovani imprenditori faticano a restare sul territorio, sia per motivi economici che per la mancanza di sostegni adeguati.

Il segretario regionale dei Giovani Democratici, Saverio Gileno, ha evidenziato come questo dato racconti di un’economia locale che sta soffrendo, con un impoverimento della presenza giovanile non solo formativa, ma anche in ambito lavorativo e imprenditoriale. Il fenomeno occupa un ruolo chiave nelle dinamiche sociali e territoriali della regione. Si assiste a una fuga sistematica dei giovani, spinti a cercare opportunità altrove.

Impatto sul tessuto urbano

L’assenza di nuovi progetti imprenditoriali ha un impatto diretto sul tessuto urbano e sulle comunità abruzzesi. Negozi chiusi e locali in meno significano meno posti di lavoro e un’offerta commerciale limitata per i residenti e visitatori. La prospettiva a breve-medio termine rischia di consolidare un declino simile, se non verranno adottate contromisure concrete.

Confronto con altre regioni: politiche efficaci e strumenti per sostenere i giovani imprenditori

Diversi territori italiani hanno messo in campo iniziative concrete e strutturate per promuovere l’imprenditoria giovanile. Emilia-Romagna, ad esempio, propone bandi triennali pensati per sostenere nuovi progetti imprenditoriali under 35. Questi bandi offrono un percorso stabile e continuativo, dando sicurezza e strumenti ai giovani per avviare e sviluppare le loro attività.

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Nel Lazio si punta su “ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero”, un’iniziativa che concede finanziamenti senza interessi e contributi a fondo perduto fino al 90% delle spese ammissibili. La misura è rivolta alle imprese con piani di investimento fino a 3 milioni di euro. Questa formula rappresenta una spinta finanziaria importante per chi vuole iniziare un’attività senza pesi immediati sulla liquidità.

Modello toscano tra tradizione e innovazione

La Toscana, invece, focalizza l’attenzione sul sostegno al commercio di prossimità tramite i “centri commerciali naturali”. Questo modello coinvolge microimprese gestite da giovani, incentivandole a rafforzare la presenza nei quartieri e a mantenere vive le economie locali con il contributo diretto delle comunità.

Il successo di queste iniziative mostra come una politica coerente e mirata riesca a creare un ambiente favorevole ai giovani imprenditori, spingendo oltre i confini della semplice assistenza occasionale.

La mancanza di una strategia strutturata in abruzzo e la frammentazione delle iniziative

In Abruzzo, la situazione appare invece frammentata e poco organica. Esistono alcune misure isolate, come bandi specifici per giovani agricoltori o contributi dati a nuove imprese giovanili, distribuiti in alcune province grazie alle Camere di Commercio. Tuttavia, queste azioni risultano spesso sporadiche e prive di continuità.

Non ci sono strumenti regionali consolidati che sostengano con regolarità le iniziative imprenditoriali giovanili. Al momento mancano reti di incubatori d’impresa, sportelli informativi costanti o finanziamenti strutturati a lungo termine. Anche la cooperazione tra enti pubblici e associazioni giovanili non risulta ben coordinata, lasciando molti progetti senza un supporto adeguato.

Conseguenze dell’approccio dispersivo

Questo approccio dispersivo riduce l’efficacia degli interventi e frena la possibilità di costruire percorsi solidi per chi vuole investire in Abruzzo senza dover cercare sostegni altrove. La scarsa offerta di agevolazioni e servizi contribuisce a una percezione di difficoltà che spesso si traduce nella rinuncia a investire nel territorio.

Le voci dell’opposizione e i prossimi passi per affrontare la crisi imprenditoriale giovanile

Le preoccupazioni espresse dai Giovani Democratici d’Abruzzo e dal Partito Democratico mettono in luce l’urgenza di una risposta istituzionale territoriale. Saverio Gileno e Ilaria Barnabei sottolineano la necessità di confronti aperti con le organizzazioni giovanili datoriali e imprenditoriali, per raccogliere esperienze e formulare proposte concrete.

L’obiettivo è costruire un’alleanza capace di definire una strategia condivisa e duratura, che vada oltre le iniziative isolate e affronti la sfida con una visione coordinata. Questo percorso di dialogo mira a coinvolgere tutte le parti interessate, superando divisioni e facendo emergere bisogni e priorità reali.

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Graziano Di Costanzo, responsabile sviluppo economico del Pd abruzzese, accusa la Giunta Marsilio di un ritardo rilevante sulla materia, definendolo “colpevole” e “non accettabile”. Chiede un impegno maggiore per mettere in campo le misure necessarie, corredate dalle risorse adeguate. Invita a un confronto continuo con il mondo giovanile per far nascere progetti concreti, in grado di restituire opportunità alle nuove generazioni e rilanciare economicamente la regione.





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