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«Cambieremo il sistema degli appalti pubblici e apriremo un’Agenzia per la casa»


Marisa Iannucci di Potere al Popolo è la candidata della coalizione comunista: emergenza affitti, lavoro precario e mobilità sono le urgenze su cui intervenire.

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Nome e cognome: Marisa Iannucci.

Data di nascita: 15 agosto 1971.

Stato civile: coniugata.

Titolo di studio: laurea magistrale e master.

Professione: Docente Mim.

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Reddito annuo del 2024: 26mila euro.

Veicoli di proprietà: nessuno.

Immobili di proprietà: nessuno.

Orientamento religioso: musulmana.

Tessera di partito (ultima posseduta e attuale): Potere al Popolo.

Coalizione che la sostiene: Potere al Popolo, Ravenna in Comune, Rifondazione Comunista, Pci.

Quale partito ha votato alle ultime elezioni politiche: «Potere al Popolo».

Esperienze politiche precedenti: «Candidata a consigliere comunale per Ravenna in Comune alle elezioni comunali 2016, candidata a consigliere regionale per Potere al Popolo alle elezioni regionali 2024».

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Marisa Iannucci

Cosa è mancato a Ravenna durante i due mandati di De Pascale?
«È mancata una visione realmente progressista e sociale della città. Abbiamo visto tante promesse, ma poca concretezza nei temi che toccano direttamente la vita delle persone: case popolari, lavoro stabile e dignitoso, mobilità sostenibile e attenzione alle periferie e alle frazioni. È mancata una politica trasparente e coraggiosa sugli appalti pubblici, con clausole sociali a tutela dei lavoratori più precari. È mancato anche il coraggio di opporsi davvero al consumo di suolo e alle grandi speculazioni edilizie e turistiche. È mancata soprattutto la volontà di coinvolgere davvero i cittadini nelle decisioni, preferendo una gestione accentrata e spesso distante dai bisogni reali della comunità».

I tre problemi principali di Ravenna e le possibili soluzioni?
«Emergenza abitativa e caro-affitti.Ravenna è diventata una città inaccessibile per tante famiglie, giovani e lavoratori. Gli affitti sono esplosi, le case popolari insufficienti, mentre migliaia di abitazioni restano vuote. Proponiamo: un piano di edilizia pubblica e autorecupero, il censimento degli immobili sfitti, la regolamentazione degli affitti turistici brevi, incentivi agli affitti calmierati e stop al consumo di suolo finché ci sono edifici vuoti. Lavoro precario e sistema degli appalti: la precarietà dilaga, anche nel pubblico, dove molti servizi essenziali sono esternalizzati. Le cooperative sociali sono schiacciate da gare al ribasso e subappalti. Proponiamo appalti trasparenti con clausole sociali, internalizzazione graduale dei servizi fondamentali, sostegno alle cooperative di comunità, rispetto dei contratti e salari dignitosi. Mobilità e periferie dimenticate. Strade dissestate, mezzi pubblici insufficienti, collegamenti scarsi con frazioni e lidi, piste ciclabili insicure. La città è ancora centrata sull’auto. Proponiamo: trasporto pubblico potenziato e gratuito per studenti e fragili, rete ciclabile continua e sicura, navette nei quartieri e nelle frazioni, piani di mobilità urbana sostenibile».

Quale sarebbe il suo primo provvedimento da sindaca?
«Una delibera per riformare il sistema degli appalti comunali, introducendo clausole sociali vincolanti, criteri contro il massimo ribasso e strumenti di controllo per garantire diritti, qualità del lavoro e legalità».

Quale potrebbe essere l’iniziativa più importante del suo mandato, quella per cui vorrebbe essere ricordata?
«Il censimento del patrimonio immobiliare pubblico e privato inutilizzato, con priorità a case sfitte, locali abbandonati e strutture pubbliche dismesse, e la creazione di un’Agenzia comunale per la Casa, pubblica, trasparente e partecipata, che si occupi di: assegnare gli alloggi popolari (no Acer), regolare il mercato degli affitti con strumenti contro la speculazione, riutilizzare gli immobili sfitti a fini sociali, sostenere forme di coabitazione solidale e autorecupero, offrire assistenza abitativa a giovani, famiglie, anziani e lavoratori precari».

Quale sarà l’area o la zona del comune che potrebbe vedere i mutamenti più significativi durante il suo mandato e quali?
«I lidi. Stop al consumo di suolo, più verde e spazi pubblici, turismo sostenibile e accessibile, trasporto ecologico, controllo sui diritti per chi ci lavora e servizi migliori per chi ci vive tutto l’anno».

Intelligenza artificiale generativa: quale potrebbe un utilizzo nel prossimo futuro in grado di migliorare la macchina comunale?
«Un utilizzo pubblico potrebbe migliorare la macchina comunale se guidato da criteri di utilità sociale, trasparenza e controllo democratico. Un esempio concreto? Usarla per migliorare la pianificazione urbana, analizzando dati su mobilità, bisogni abitativi e ambientali per indirizzare meglio le risorse pubbliche e ridurre sprechi e disuguaglianze».

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Un atto simbolico, a costo zero, che compirà se eletta sindaca.
«Un gesto concreto e simbolico insieme: aprirò le porte del municipio una domenica al mese per ospitare un “Forum dei bisogni invisibili”, uno spazio di ascolto diretto per chi troppo spesso non ha voce: persone senza casa, lavoratori precari, giovani senza spazi, famiglie in difficoltà, migranti, caregiver dimenticati».

Dove e come trovare le risorse per i suoi progetti? Alzerà le tasse comunali? Quali servizi si potrebbero tagliare?
«Non alzeremo le tasse. Le risorse per i nostri progetti si possono trovare: rivedendo le spese comunali, eliminando consulenze inutili, eventi vetrina e opere faraoniche scollegate dai bisogni reali; tagliando i costi dell’esternalizzazione, riportando in mano pubblica molti servizi oggi dati in appalto con costi maggiori e qualità peggiore; introducendo una tassa di scopo sulle grandi operazioni immobiliari e turistiche; intercettando fondi europei e regionali con progetti solidi, partecipati, sostenibili; potenziando la lotta all’evasione e all’elusione locale, soprattutto sugli immobili fantasma e sugli affitti turistici non registrati».

Tra le proposte degli avversari di queste settimane, quali sarebbe disposta ad appoggiare?
«Sono pronta a sostenere ogni proposta che vada davvero nell’interesse collettivo, indipendentemente da chi la presenta. Se un’idea migliora la qualità della vita, tutela l’ambiente, rafforza i diritti sociali o promuove la partecipazione democratica, troverà in me disponibilità al confronto e al dialogo».

Tra le proposte degli avversari di queste settimane, quale la preoccupa di più?
«La retorica securitaria e identitaria promossa dalla destra, che alimenta divisioni e paure nella nostra comunità. Mi preoccupa l’insistenza del centrosinistra su politiche liberiste che puntano alla privatizzazione dei servizi pubblici che compromettono la qualità e l’accessibilità dei servizi essenziali per i cittadini, aumentando le disuguaglianze sociali».

Con quali avversari sarebbe disposta a cercare convergenze se si andasse al ballottaggio?
«Vedremo come sarà il ballottaggio».

Sotto quale percentuale di voto non sarebbe soddisfatta del suo risultato elettorale?
«Sarei comunque soddisfatta del percorso fatto».

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Pratica sport? Per che squadra tifa? Quali sono i suoi hobby? «Lettura, pittura, viaggi».

Consigli ai lettori/elettori:
Un libro: «Less is More. Perché il capitalismo non può farci uscire dalla sua crisi climatica di Jason Hickel (2020)»
Un film: «No other land di Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Basel Adra, Rachel Szor (2025)»
Un disco: «London Ko di Fatoumata Diawara (2023)»

Un mezzo di informazione: «Altraeconomia»

Qual è il suo supermercato di riferimento? Dove fa la spesa? «Piccoli negozi e produttori locali».

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Per completare il quadro extra intervista, ecco infine le risposte alle nostre sei domande su temi specifici, già pubblicate le scorse settimane e che riportiamo nuovamente qui per dare modo a chi se le fosse perse di analizzare in modo più completo possibile la proposta del candidato.

STRADE E VIABILITÀ: «La Ravenna che vogliamo è accessibile, sicura e sostenibile per tutti. Puntiamo sulla manutenzione sistematica di strade e marciapiedi, ampliamento e messa in sicurezza delle piste ciclabili e potenziamento dei mezzi pubblici con linee più frequenti – anche serali – e inclusive, adatte ai cittadini più fragili, che includano anche il forese e i lidi tutto l’anno. Investiremo in mobilità dolce, migliorando qualità della vita e sicurezza di pedoni, ciclisti e utenti del trasporto pubblico. Progetti concreti: mappatura digitale delle buche e intervento entro 48 ore; rifacimento con asfalti drenanti e segnaletica smart. Bus elettrici ogni 15 minuti dalle 6 alle 24; navette notturne nei weekend e servizio nelle frazioni. Biglietto unico su app e tessera ricaricabile che integra bus, navette, bici pubbliche e parcheggi scambiatori gratuiti. Progetti concreti per alleggerire i quartieri residenziali dal traffico pesante: anello logistico verde dedicato ai tir per collegare porto e zona industriale; più merci su rotaia e via mare. Per finanziare gli interventi Fondi Pnrr, europei e regionali, con cantieri trasparenti e consulta cittadina di monitoraggio».

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RAVENNA FESTIVAL E CULTURA: «Il Ravenna Festival è senza dubbio una delle manifestazioni culturali più importanti della città, ma è giunto il momento di riflettere sul suo futuro. Negli ultimi anni, la direzione artistica ha mantenuto un alto livello qualitativo, ma non ha lasciato un segno concreto e duraturo per la città. Manca ancora uno spazio adeguato dedicato alla musica classica, un luogo stabile che possa ospitare eventi e promuovere la formazione musicale durante tutto l’anno. Inoltre, è fondamentale interrogarsi sulla natura delle sponsorizzazioni che sostengono il Festival. La presenza di Eni come sponsor principale solleva questioni etiche, considerando le critiche mosse all’azienda per il suo contributo alle emissioni di gas serra. Infine, è evidente la necessità di un ricambio generazionale nel panorama culturale cittadino. È fondamentale creare opportunità per i giovani artisti e operatori culturali, promuovendo la partecipazione attiva e la diversificazione dell’offerta culturale. Il Comune deve investire non solo nel grande Festival, ma anche nella cultura popolare, nei giovani artisti, nelle periferie, uscendo dalle logiche autoreferenziali e aprendo la cultura a chi oggi è escluso.

IL CAROVITA E L’EMERGENZA CASA: «Ravenna sta diventando una città sempre più cara e inaccessibile. Negli ultimi cinque anni gli affitti sono aumentati del 64,5%, superando addirittura quelli di Milano. Questo aumento non è casuale, ma frutto di precise speculazioni immobiliari che lasciano vuote circa 30.000 abitazioni, mentre sempre più famiglie non riescono a permettersi una casa. Ad aggravare il quadro, crescono la precarietà e la povertà lavorativa, che mettono in difficoltà migliaia di persone. Il Comune deve intervenire subito e con decisione: occorre bloccare immediatamente il consumo di suolo e vietare nuove costruzioni finché le case già esistenti restano inutilizzate. Serve inoltre regolamentare severamente gli affitti turistici brevi per restituire gli appartamenti ai residenti e avviare un censimento completo delle abitazioni sfitte, introducendo incentivi fiscali per chi affitta a prezzi calmierati. Ravenna ha urgente bisogno di un grande piano di edilizia pubblica e di autorecupero abitativo per affrontare davvero l’emergenza. La casa deve tornare a essere un diritto per tutte e tutti, non una merce da lasciare nelle mani della speculazione. Solo così costruiremo una città realmente giusta, solidale e inclusiva».

I LIDI RAVENNATI: «I lidi ravennati necessitano tutti di maggiore attenzione, in particolar modoMarina Romea e Lido Adriano. La prima soffre di strade dissestate, marciapiedi pericolosi, ritardi nei cantieri e parcheggi insufficienti, evidenziando una mancanza di visione integrata. Lido Adriano presenta criticità legate alla manutenzione urbana e all’accessibilità e necessita di più attente politiche di coesione sociale. Mi impegno a trasformare queste località attraverso un piano di rigenerazione urbana che includa interventi pubblici coordinati per migliorare l’infrastruttura e la sicurezza stradale; manutenzioni ordinarie costanti per garantire decoro e funzionalità; parcheggi scambiatori e navette ecologiche per ridurre il traffico; potenziamento della mobilità dolce, con percorsi ciclabili e pedonali sicuri. Servono inoltre servizi sanitari stagionali e nuovi spazi di aggregazione comunitaria, sostegno maggiore al Cisim e la riqualificazione di Piazza Vivaldi a Lido Adriano. Inoltre, promuoveremo la creazione di spiagge libere curate e fornite di servizi essenziali e l’implementazione di progetti di comunità energetiche, per rendere i lidi luoghi sostenibili e inclusivi, vissuti tutto l’anno. Interventi da realizzarei con il coinvolgimento attivo dei cittadini».

ENERGIA E RIGASSIFICATORE: «Ravenna non deve essere la capitale del fossile ma della transizione ecologica. Non condivido le scelte fatte finora: rigassificatore, deposito di Co2, trivellazioni in Adriatico. Ravenna è ridotta a vetrina del fossile (Omc docet) dalle politiche del Pd in Regione, in sintonia con la destra. Queste scelte scommettono sul passato e sulle lobby del gas, tradendo il clima e la volontà di cambiamento. Il rigassificatore è un’opera inutile, imposta dall’alto, pericolosa per l’ambiente marino e per la sicurezza del nostro territorio, che ci condanna a decenni di dipendenza dal gas. Ravenna in Comune dice basta alle nuove estrazioni: mai più trivelle in Adriatico. Al contrario, promuoveremo un piano coraggioso per fare di Ravenna la capitale delle energie rinnovabili. Punteremo su parchi eolici e fotovoltaici e sulla nascita di comunità energetiche, per produrre energia pulita e condivisa. Riconvertiremo i lavoratori del fossile verso impieghi verdi, perché la transizione ecologica non lasci indietro nessuno. Investiremo nell’occupazione ecologica: bonifiche ambientali, innovazione sostenibile, mobilità elettrica e cura del territorio creeranno posti di lavoro stabili e di qualità».

ADOLESCENTI: «Secondo noi esiste eccome un “problema adolescenti”, ma non sono i giovani il problema: sono lo specchio di una società che ha smesso di investire su di loro. Il disagio giovanile, che emerge in risse, vandalismi, aggressività, è il sintomo di un imbarbarimento più ampio: quello di una cultura che ha abbandonato i ragazzi al mercato e alla solitudine, senza offrire loro modelli sani, spazi pubblici e possibilità di crescita reale. A Ravenna, per troppo tempo, le politiche giovanili sono state marginali, e la risposta dell’amministrazione è stata il “decoro”, cioè repressione e ordinanze punitive. Vogliamo e dobbiamo cambiare paradigma: il Comune deve investire risorse vere nella creazione di spazi pubblici gratuiti e autogestiti, dove gli adolescenti possano sperimentare passioni, cultura, arte, sport, senza essere controllati, né monetizzati. Vanno rimosse le norme sul decoro urbano dell’ex amministrazione De Pascale che colpiscono i giovani e restituita fiducia e protagonismo alle nuove generazioni. Solo così, con ascolto, partecipazione e investimenti pubblici, si potrà costruire una città dove i ragazzi non vengano solo contenuti, ma valorizzati e aiutati a crescere e a trovare il loro posto in una società sempre più complessa»

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