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Effetto dazi sui sondaggi PMI di maggio


Sui sondaggi PMI di maggio iniziano ad intravedersi gli effeti dei dazi USA. L’Eurozona torna in contrazione e si indebolisce il settore servizi.

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La stima flash dei sondaggi PMI di maggio mostra i primi effetti dei dazi USA sugli ordini alle imprese ma anche una maggior debolezza del settore servizi. Vediamo le principali aree economiche.

Giappone. Il settore privato giapponese registra il secondo mese di contrazione da inizio anno. Il PMI Composite scivola a 49,8 punti, con l’11° mese consecutivo di contrazione della manifattura ed un forte rallentamento del settore servizi. Sul manifatturiero i dazi statunitensi si trasformano in un calo degli ordinativi ed in un rallentamento della crescita occupazionale. Pressioni in diminuzione sui prezzi, mentre il morale degli operatori registra il secondo peggior risultato dalla crisi pandemica.

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India. Quarto mese di crescita consecutivo per il PMI composite indiano. Il settore privato del paese sembra aver ripreso a marciare a pieno ritmo e registra un miglioramento sia nella manifattura che, soprattutto, nel settore dei servizi. L’effetto dazi non sembra esserci, gli ordini crescono al ritmo più elevato dall’aprile dell’anno scorso e le vendite all’estero toccano il massimo ad un anno. Incrementi consistenti anche per l’occupazione, mentre sul fronte prezzi si registra un aumento della pressione sia su quelli di input, sia su quelli di vendita.

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Australia. Il settore privato australiano rimane sopra la soglia dei 50 punti, ma non registra miglioramenti e deve fare attenzione all’ulteriore indebolimento del settore servizi. Gli ordini continuano a crescere, portando a 10 i mesi consecutivi con il segno più. Notizie positive anche sul fronte dell’occupazione, mentre per quel che riguarda i prezzi si registra una riduzione della pressione sui costi di produzione, pur rimanendo questi ultimi ancora elevati.

Eurozona. Nell’area Euro si registra un ulteriore piccolo miglioramento della manifattura (ancora in zona contrazione), ma allo stesso tempo il settore servizi scende sotto quota 50 punti. Per il settore privato dell’Eurozona è un ritorno in zona contrazione, primo del 2025, con gli ordinativi che calano dopo la corsa ad anticipare i dazi statunitensi. L’occupazione regge, mentre sul fronte dei prezzi si registra un calo di quelli del settore manifattura, mentre crescono quelli dei servizi.

Gran Bretagna. Un miglioramento del settore dei servizi non evita al settore privato inglese di registrare il secondo mese di contrazione consecutivo. La manifattura rimane abbondantemente sotto la soglia dei 50 punti e registra il peggior calo dell’attività produttiva da 19 mesi a questa parte. Calano gli ordinativi, mentre le imprese registrano un deciso incremento dei costi. Elemento, quest’ultimo, che unito alla domanda debole porta le imprese a ridurre i posti di lavoro.

Germania, indice Ifo di maggio supera le attese.

Nel mese di maggio l’indice sulla fiducia delle imprese tedesche tocca il massimo a 11 mesi e batte le attese. L’indicatore elaborato dall’Ifo sale a 87,5 punti, con miglioramenti nella componente aspettative ed una lettura sostanzialmente stabile per quella relativa alla situazione attuale. Il miglioramento è spalmato un po’ su tutti i settori.

Stati Uniti, indice CFNAI di aprile.

Torna in zona negativa l’indice CFNAI sull’attività economia nell’area di Chicago. Ad aprile l’indicatore della FED è sceso a -0.25 punti, con segnali negativi per quel che riguarda ordini e produzione. Il Diffusion Index scende a -0,05 punti, al di sopra della soglia dei -0,35 punti che indica recessione.

Stai Uniti, mercato del lavoro.

Ancora numeri stabili per quel che riguarda i nuovi sussidi di disoccupazione. La scorsa settimana le nuove richieste sono state 227 mila, sotto le attese e minimo a quattro settimane. L’unica novità è un aumento dei sussidi continuativi, indice di una maggior difficoltà a trovare un nuovo impiego. La scorsa settimana sono saliti oltre la soglia degli 1,9 milioni e sopra le attese del mercato.

Stati Uniti, vendite di case esistenti ad aprile.

Numeri in calo per le vendite di case esistenti. In aprile si registra una flessione dello 0,5%, con un tasso di crescita annuo che scende a 4 milioni di unità, minimo da sette mesi. Lo stock di case disponibili sale del 9% rispetto a marzo, mentre i prezzi sono saliti di quasi due punti percentuali negli ultimi 12 mesi.

Foto di Peter H

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