La fuga delle startup europee è una ferita aperta nel tessuto economico dell’Unione Europea. Dal 2008 al 2021, quasi il 30% delle imprese fondate in Europa e divenute “unicorni” (startup valutate oltre un miliardo di euro) ha deciso di spostare la propria sede fuori dai confini dell’Unione. Una perdita secca di capitale, know-how, occupazione e prestigio, a vantaggio dell’economia degli Stati Uniti, la prevedibile destinazione preferita.
Per questo motivo, la Commissione europea si prepara a varare entro la fine di maggio una nuova “Startup and Scaleup Strategy”, che ambisce a trasformare strutturalmente l’economia europea verso un modello più imprenditoriale e innovativo. Un modello che favorisca mercati agili, prodotti nuovi, servizi scalabili, e soprattutto un ambiente normativo favorevole all’innovazione.
Investimenti più forti e mirati
Tra i pilastri principali della strategia vi è il rafforzamento della capacità d’investimento: si prevede l’espansione del Consiglio europeo per l’innovazione (EIC) e la creazione, con il Gruppo BEI e investitori privati, di un “Scaleup Europe Fund” per colmare entro il 2026 il divario di finanziamento delle aziende deep tech in fase di crescita.
Parallelamente, nascerà un “European Innovation Investment Pact”, un patto volontario per convogliare capitali pubblici e privati in fondi europei, venture capital e scaleup non quotate. La Commissione propone anche una maggiore flessibilità normativa per sostenere temporaneamente le aziende ad alta crescita in difficoltà di liquidità, rivedendo i criteri che oggi limitano gli aiuti pubblici.
Meno burocrazia, più libertà d’impresa
La strategia prevede anche un deciso alleggerimento del carico amministrativo. Tra le misure in cantiere: un “European Innovation Act” nel 2026, con spazi normativi sperimentali (regulatory sandboxes), e atti legislativi per facilitare innovazioni nei settori biotech, scientifici e dei dispositivi medici già dal 2025.
Talenti da attrarre, non da perdere
Il capitale umano è l’altra grande sfida. La Commissione vuole attirare talenti attraverso una “blue carpet strategy” che comprenda nuove iniziative Erasmus+, una strategia UE per i visti studenteschi e imprenditoriali, e l’estensione dei benefici della Carta Blu europea anche a founder di startup e freelance altamente qualificati. Sono previsti percorsi rapidi di ingresso per queste categorie, fondamentali per alimentare il tessuto imprenditoriale europeo.
Il ruolo del sistema camerale italiano nell’ecosistema dell’innovazione
Il sistema camerale italiano può diventare un attore strategico per tradurre sul territorio gli obiettivi europei in misure concrete.
Attraverso strumenti digitali come il Registro delle startup innovative e insieme alla rete camerale europea, il sistema può contribuire alla valorizzazione dell’ecosistema italiano dell’innovazione, anche in chiave comparativa con altri Paesi UE.
Da non dimenticare è anche il ruolo delle Camere di Commercio italiane all’estero (CCIE), che rappresentano un canale privilegiato per collegare l’Italia ai grandi hub globali della tecnologia.
Un’Europa all’altezza del suo potenziale
Trattenere imprese e talenti significa non solo offrire capitali, ma anche fiducia, visione e una burocrazia amica. Se l’Europa saprà credere nelle sue startup, le startup torneranno a credere nell’Europa.
Fonte Agence Europe
On. Michl Ebner
Vicepresidente di Eurochambres
Capo Delegazione Unioncamere presso Eurochambres
Presidente della CCIATA di Bolzano
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