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Diminuzione della popolazione a Siena, la ricetta di Marzucchi e Tortorelli


I consiglieri comunali Marzucchi e Tortorelli intervengono nel dibattitto sulla diminuzione della popolazione nel comune di Siena

Gianluca Marzucchi (Consigliere Comunale di Siena –  gruppo Polis) e Adriano Tortorelli (Consigliere Comunale di Siena – gruppo Progetto Siena) intervengono nel dibattito sulla diminuzione della popolazione nel Comune di Siena. E propongono la loro “ricetta”.

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Scrivono. “L’Istat ha reso noto il numero degli abitanti delle città italiane e Siena registra una nuova diminuzione dei residenti.

Il censimento del 1951 offriva numeri pressoché uguali a quelli di oggi, mentre a Grosseto i residenti sono aumentati del 213%, ad Arezzo del 147%, e più vicino Colle 103% e Poggibonsi 179%.

Nello stesso periodo anche i confronti con la Toscana, più 40% e con l’Italia, più 24%, sono impietosi.

Solo il confronto tra il censimento del 1951, con quello del 1971, segna per Siena un significativo aumento, più 26%. Per declinare poi fino ad oggi. 

Speculare e contrario è  l’andamento dei comuni confinanti (Sovicille, Castelnuovo, Asciano, Monteroni e Monteriggioni) che crollano tra il 1951 e il 1971 (meno 30%) a causa dello spopolamento delle campagne e le occasioni di lavoro in città (edilizia e terziario a Siena,  edilizia e manufatturiero in Val d’Elsa). Per poi tornare a crescere per il fiorire dei quartieri addossati ai confini del comune capoluogo, ma anche per il sorgere di imprese, per il turismo, e per la prestigiosa produzione agricola (vini e non solo).

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A penalizzare Siena hanno concorso:   

1 – le ridotte dimensioni del territorio comunale. Appena 118 km² (Arezzo 385 km, Grosseto 475 km². E la somma dei comuni che circondano Siena 742 km² 

2 – il tipo di sviluppo di Siena, prevalentemente sostenuto dal terziario che ha garantito qualità e benessere, ma per sua natura meno capace di attrarre un numero di residenti elevato, come è invece avvenuto laddove si affermavano industrie e manifatture. 

3 – altro fattore l’alto costo degli immobili della città che ha indotto molti senesi ad orientarsi verso nuovi quartieri (Ponte a Bozzone, Uopini, Badesse, Tognazza, Arbia, Quercegrossa e altro ancora) vicini a Siena ma meno costosi.

La mancata crescita dei residenti ha come conseguenza: 

1 – minor attrattiva per gli investimenti, soprattutto quelli commerciali con l’eccezione del settore alimentare. Se dubbiosi è sufficiente comparare le dimensioni e il numero dei centri commerciali di Grosseto ed Arezzo con quelli senesi. 

2 – Una pressione eccessiva, tributaria e repressiva, sui cittadini del capoluogo lasciati soli a sostenere le delicate e costose strutture urbanistiche ed artistiche della città, e l’alta offerta dei servizi (scuole, trasporti, impiantistica sportiva e altro ancora) utilizzate anche da studenti e abitanti dei comuni vicini. 

Ma se l’analisi del problema è agevole la soluzione lo è meno. 

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Complicata dai processi istituzionali da mettere in moto, e dal consolidamento dei vantaggi che i comuni vicini hanno ottenuto e tendono a conservare. 

Per questo è essenziale che del problema si cominci a parlare, superando l’apatia che ormai accompagna ogni atto politico che superi la normale gestione quotidiana. 

Edilizia

Partiamo dalla diminuzione dei residenti che non sembra da addebitare alla mancanza di abitazioni. A Siena gli immobili destinati sono oltre 32.000 a fronte di 26.600 famiglie. Ovvio che il gran numero di B&B e la presenza degli studenti fuori sede assottigli la disponibilità. Che è penalizzata anche dall’alto costo degli affitti, che allontana da Siena anche importanti categorie di lavoratori che scelgono sedi meno costose. A conferma di ciò è debole anche la richiesta di nuove costruzioni, e non sono sempre utilizzate neppure le licenze consentite dallo strumento urbanistico in vigore. 

Intervenire per costruire case di edilizia residenziale pubblica, e i soldi ci sono, può essere un piccolo ma significativo passo in avanti. Insieme ad uno studio che sveli l’interesse dei cittadini nei confronti della individuazione di aree di edilizia convenzionata. Mentre sarebbe opportuno pensare ad interventi di edilizia riservata, sostenuti da contributi delle aziende interessate a trattenere a Siena lavoratori professionalmente importanti. Attratti ora in aree meno costose. Questi interventi possono aumentare il numero dei residenti. Richiamando o trattenendo a Siena chi si è spostato per l’alto costo degli immobili, ed anche chi, negli altri comuni abita, ma ha diritto a partecipare ai bandi del comune di Siena, perché è qui il suo luogo di lavoro. Aumentare il numero delle case popolari è  comunque un atto di giustizia in sé, in ragione delle lunghe liste di aventi diritto.

Produzione

Altra azione utile è quella di incentivare investimenti con l’individuazione di aree a vocazione produttiva nel prossimo Piano Strutturale, in collaborazione con la Fondazione Mps, l’imprenditoria locale e il contributo scientifico dell’università, per rendere il territorio maggiormente attrattivo.

Quartieri limitrofi

Resta infine sullo sfondo il problema principale, almeno per gli effetti sulla compartecipazione dei cittadini ai costi: la pressione dei quartieri limitrofi al territorio del Comune di Siena. Cittadini che pagano tasse e tributi al comune di residenza ma che mandano i figli nelle scuole del capoluogo, usano il trasporto pubblico pagato da Siena, affollano i suoi impianti sportivi ed altro ancora.

Cosa fare? 

Ci sono almeno 4 ipotesi: 

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1 – quella di non far nulla, come in effetti avviene.

 2 – Il passaggio, concordato, dei quartieri prossimi al Comune di Siena che allargherebbe così i confini attuali. D’altronde Ponte al Bozzone dista 13 km da Castelnuovo e solo 4 da Porta Ovile. Belverde 12 km da Monteriggioni e 3 km da Porta Camollia. Arbia 16 km per andare ad Asciano, e 8 km per Porta Pispini e altro ancora. 

Un accordo che aumenterebbe il numero dei residenti senesi, portando un po’ di beneficio alle casse del comune di Siena, sia pure  senza essere decisivo. 

3 – Un deciso accordo tra il comune di Siena e gli altri comuni che produca economie di scala e progetti comuni di crescita, di più ampio respiro. Tali da offrire una maggior attrattiva del territorio, con riflessi positivi per tutti i comuni disponibili. 

4 – La soluzione che più ci piace pur se difficile da realizzare. La unificazione amministrativa dei 6 comuni (Asciano, Castenuovo Berardenga, Monteriggioni, Monteroni, Siena e Sovicille). Non ci sono motivi  di convenienza politica ad ostacolarla. I risultati elettorali tra i comuni vicini e il capoluogo sono sostanzialmente omogenei. Non ci nascondiamo le difficoltà a partire dalla individuazione di legittime garanzie per tutti i territori. Ma realizzare questa Unione dei Comuni, potrebbe dare un forte impulso a tutto il territorio e farlo uscire da un malinconico declino. Questa unione costituirebbe una attrattiva straordinaria. Una platea di oltre 130.000 persone tra residenti, studenti e turisti, per un territorio ricco di arte, monumenti, storia, cultura, del sapere, del buon cibo e del buon vivere che solleciterebbe ulteriore attenzione da parte dei turisti e degli investitori. Quindi maggior ricchezza prr tutti. 

Parafrasando Brecht questa unione dei comuni “è la cosa semplice difficile a fare”. Brecht si riferiva ad altro e non ebbe fortuna. Per il nostro obiettivo la pensiamo come lui. Cominciare seriamente a parlarne può  segnare  l’inizio di un percorso virtuoso capace di aprire le nostre comunità al futuro.

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L’indolenza e la pigrizia politica, figlia di un conservatorismo le cui ragioni sono scomparse,  marginalizza un territorio che ha potenzialità enormi.

Sarà decisiva la politica, e la sua capacità  di elevarsi dalla quotidianità, pure importante e assorbente.

Ma sarà  importante sfuggire anche alla mediocrità di un dibattito politico asfittico, abitato da tifosi. Ai quali devono opporsi, per prime, le generazioni che questo territorio abiteranno a lungo, e ne godranno le opportunità o ne subiranno i ritardi”.





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