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Forum PI: Industria al centro, più investimenti e competenze


Il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio e una platea di oltre 400 imprenditori provenienti da tutta Italia. Questa la cornice che ha ospitato l’intervento del presidente di Piccola Industria Giovanni Baroni, in apertura del Forum nazionale tenutosi a Firenze il 9 e 10 maggio 2025. Intelligenza artificiale e innovazione, sicurezza energetica, cambiamento climatico e la gestione delle calamità, la difesa e l’aerospazio. I grandi trend che guidano i nuovi equilibri mondiali sono per il presidente Baroni “fonte di incertezza ma anche di opportunità. Possono rappresentare una minaccia per il fare impresa se non gestiti, ma anche occasioni di sviluppo su cui concentrare le nostre energie e gli investimenti”. Una doppia lettura nella quale resta ferma una convinzione: “L’industria va messa al centro – sottolinea Baroni – è una questione di sicurezza nazionale”.

 

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“L’Europa è indietro nell’Intelligenza artificiale, in cui oggi sono protagonisti Stati Uniti e Cina. Difficile rincorre questi due continenti – ha affermato – ma per le Pmi italiane si tratta di cogliere la sfida di integrare strumenti di IA su nicchie produttive dove è fondamentale il dominio e la conoscenza del processo”. Che cosa serve per farlo? Due gli elementi imprescindibili: investimenti e competenze. Su questi serve l’impegno collettivo”.

Nel corso dell’intervento un passaggio è stato dedicato a Transizione 5.0.  Benché cominci a funzionare meglio, il presidente Baroni ha spiegato che però “non riusciremo a recuperare i ritardi, salvo modifiche. Non riusciremo nemmeno lontanamente ad avvicinarci ai 6,3 miliardi di dotazione, è uno spreco enorme”.

Su innovazione digitale ed energia e transizione climatica, il presidente della Piccola Industria ha detto che “è un problema di competitività per le imprese, un problema sistemico, di interesse generale, ma è anche un ambito di investimento in tecnologie digitali, efficientamento dei consumi, dei costi e delle emissioni. Nessuna polemica, abbiamo impostato il Forum per parlare di opportunità. Ribadiamo con forza la richiesta di un confronto tra parti e soggetti che hanno ruoli, priorità e interessi diversi per arrivare in tempi ragionevoli a soluzioni condivise. Mi sembra che un’azione decisa a favore di un abbattimento dei costi sia l’indirizzo del governo: non possiamo che attenderci una sua concretizzazione il più possibile rapida. I problemi esogeni che minano la competitività delle imprese italiane, a partire dai conflitti in atto e dai dazi, sono troppi per permetterci il lusso di non risolvere quelli che abbiamo a casa”.

Sulla questione del cambiamento climatico, Baroni ha ricordato il Protocollo con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, frutto di lungo percorso iniziato da Piccola Industria ai tempi del sisma che colpì l’Emilia-Romagna nel 2012 e che ha portato alla creazione del Programma Gestione Emergenze. Il tema delle polizze catastrofali è quello che oggi richiama l’attenzione delle imprese. Uno strumento senza dubbio importante per Baroni, ma con una precisazione: “Vorremmo che l’obbligo assicurativo rappresentasse solo il tassello di un ampio intervento di messa in sicurezza sul territorio a partire dalle aree più esposte, attraverso un adeguato investimento di risorse pubbliche. Così come avrebbe certamente senso supportare attraverso qualche meccanismo di incentivazione le imprese che decidano di investire su strutture e impianti per ridurne l’esposizione ai rischi”. Infine, il presidente Baroni ha dedicato alcune riflessioni ai temi di difesa e aerospazio. Si tratta di “mercati con grandi differenze, ma accomunati da una caratteristica, una domanda che spinge le imprese ad investire”.

“Bisogna agire in Italia, ma non basta: anche l’Europa si deve muovere – ha spiegato –. L’Unione europea sta andando verso una sburocratizzazione, ma non è ancora arrivata la svolta per mettere l’industria al centro. La nuova Commissione si è impegnata a ridurre il carico burocratico per le aziende del 25% e del 35% per le Pmi: siamo fiduciosi del percorso avviato con il primo pacchetto Omnibus e ci auguriamo che veda presto nuove tappe. Ma non vediamo quella svolta che si auspicava riguardo all’industria. Vorremmo gesti concreti”.

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