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Giovani imprenditori in fuga. In Toscana chiusa la metà dei locali under 35


Una fuga silenziosa ma funesta da ristorazione, turismo e commercio. È quella che sta travolgendo la Toscana, dove i giovani imprenditori stanno abbandonando in massa, non per loro scelta, il campo dei servizi. In soli cinque anni, quasi la metà delle nuove imprese under 35 ha infatti chiuso i battenti, lasciando dietro di sé vetrine spente e cucine silenziose. Un vero e proprio allarme rosso per una regione che ha sempre fatto dell’ospitalità il suo marchio di fabbrica e che ora rischia di perdere la propria vitalità.

I numeri dell’allarme

Secondo l’ultimo rapporto di Confesercenti, tra il 2019 e il 2024 nella terra di Dante il 36,4% delle attività commerciali, il 28,1% delle strutture ricettive e oltre la metà delle imprese di ristorazione avviate da giovani hanno abbassato la saracinesca. Basti pensare al fatto che, solo nel mondo del food, un locale su due ha cessato l’attività nella ristorazione giovanile, con record a Firenze, la città italiana con il maggior numero di trattorie e osterie fallite (-5,3% rispetto al 2022). Numeri che superano di gran lunga la media della Penisola, dove il tasso delle imprese guidate da giovani è crollato negli stessi settori del 22,9% con una diminuzione di quasi 36mila realtà gestite da millennial. Più che il quadruplo rispetto al calo delle imprese guidate da over 35. 

A fare male non c’è però solo la Toscana. Il calo delle imprese giovanili si fa sentire in tutte le regioni del Centro-Sud e nei comuni con popolazione compresa tra 15mila e 250mila abitanti. In Umbria, Abruzzo, Sardegna, Calabria e Sicilia la riduzione supera il 24%, mentre complessivamente il Centro Italia registra un calo del 25,2%. 

Il dramma dei giovani imprenditori

La perdita va però ben oltre il semplice dato statistico e racconta una realtà fatta di sogni infranti e di sfide insormontabili. Tra negozi, bar e esercizi commerciali legati al turismo, per le piccole attività gestite da giovani è sempre più difficile resistere, specie se si pensa al fatto che l’età media degli imprenditori rimasti attivi supera i 51 anni. Una tendenza particolarmente vera in Toscana, con gestori sempre più anziani – con una età media più alta di due anni rispetto alle altre regioni – e locali che nel 34,4% dei casi non riescono a sopravvivere nei primi anni di vita.

Sedie sul banco di un ristorante chiusoSedie sul banco di un ristorante chiuso

Il trend è però tangibile anche nel resto del Paese: qui in cinque anni sono sparite oltre 70mila imprese giovanili, la metà delle quali proprio nel commercio, turismo e ristorazione. Solo lo scorso anno le imprese guidate da giovani rappresentavano appena il 10% del totale nei comparti del commercio e del turismo. 

Le cause del flop 

Tra le ragioni di questo trend negativo vi sono le difficoltà strutturali legate alla concorrenza con grandi catene e multinazionali, che stanno erodendo il tessuto delle piccole imprese familiari. Ma anche la qualità del turismo, il carico fiscale e burocratico elevato e le condizioni economiche generali, ostacoli che colpiscono soprattutto i giovani. Un motivo, per Confesercenti, per chiedere misure concrete a sostegno delle imprese indipendenti e dei territori, tra cui meno tasse, più formazione e un governo dello sviluppo capace di pianificare e valorizzare il tessuto economico locale, contrastando anche fenomeni come la diffusione incontrollata delle case vacanze e la trasformazione dei centri storici per invertire la rotta. 



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