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Salvini sui fondi tagliati: «Recuperiamo». Bongiasca: «Carta Canta»


Il ministro Matteo Salvini promette di recuperare le risorse saltate per la manutenzione delle strade sui territori. In provincia di Como si parla di 3,1 milioni di euro tagliati. Ma per il presidente di Villa Saporiti le parole non bastano. «Se un ministro promette cerco di essere fiducioso, ma per il momento carta canta: i tagli ci sono» commenta Fiorenzo Bongiasca, che già ieri aveva espresso la propria delusione per i fondi saltati.

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Una delusione che brucia ancora di più ai comaschi per la ferita aperta della Tremezzina, dove tra promesse e continui annunci poi smentiti, la fiducia del territorio è messa a dura prova. «Capisco che quando la coperta è corta uno deve decidere se tirarla da una parte o dall’altra, ma spero anche che il ministro sia consapevole che le Province hanno messo a terra molte opere e metterle in difficoltà sarebbe un autogol enorme», continua Bongiasca. Il tema per le amministrazioni provinciali è soprattutto legato alla progettazione. Lunga, complessa e da fare con largo anticipo per portare a termine i lavori. «E per questo – rimarca Bongiasca – servono dati certi. Per ora, la certezza sono i tagli. Ma prendiamo atto delle parole del ministro e speriamo». Chiara Braga, parlamentare comasca del Pd, è convinta che Salvini abbia messo «una toppa che è peggio del buco». Analizzando i dati, Braga evidenzia come a essere colpite siano proprio le risorse già ripartite tra 2025 e 2027, «con i tagli più consistenti, pari al 70%, riservati proprio alle prime due annualità 2025 e 2026, cioè tagli immediati sulla sicurezza e la manutenzione delle strade». Per Braga la promessa fatta di rimediare in legge di bilancio «è solo l’ennesima presa in giro degli amministratori che finora nelle leggi di bilancio del Governo Meloni hanno visto solo tagli».

E mentre proseguono le interlocuzioni a livello nazionale tra governo e Upi (Unione delle province d’Italia), anche le categorie professionali dei territori fremono e cercano risposte ai tanti interrogativi sorti nelle ultime ore. Il tema è che senza i fondi – a livello nazionale la riduzione è pari a 1,7 miliardi di euro e a Como si passa da 4,5 milioni a disposizione a 1,3 – sono messi a rischio innumerevoli cantieri su cui le imprese del territorio già contavano per il 2025 e il 2026. Con ricadute che non riguardano solo le infrastrutture ma potrebbero compromettere il funzionamento dell’intera filiera produttiva comasca.

«Manca una politica industriale»

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«Qui ci sono 600 chilometri di strade che da anni necessitano manutenzione e paesi, soprattutto sul lago, che aspettano interventi da tempo – commenta Francesco Molteni, presidente di Ance – Oltre all’importantissimo discorso della sicurezza, c’è poi una mancanza assoluta di una politica industriale per il settore: abbiamo bisogno di sapere su quali opere pubbliche contare. Altrimenti le imprese si trovano costrette a ridurre il personale e alzare i costi». Marco Mazzone di Cdo evidenzia le ricadute sul territorio: «Dalla manutenzione delle strade dipendono tantissimi servizi: noi auspichiamo un passo indietro del governo da questo taglio preoccupante».

Tranchant infine il parere di Giorgio Colato della Fai (Federazione Autotrasportatori Italiani): «Risparmiare sulle strade è la mossa più stupida del mondo». Colato punta il dito però non solo su Roma, ma anche qui, a Como: «La Camera di Commercio dovrebbe tutelare gli interessi del territorio e farsi sentire sottolineando con numeri e documentazione i problemi che già ci sono. Qui invece non si vuole fornire la regia che serve».



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