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Bonus edilizi 2025, la guida agli sconti per ristrutturare casa — idealista/news


La nuova legge di Bilancio 2025 ha cambiato l’intero quadro degli sconti legati ai bonus edilizi per i lavori sulle abitazioni. Infatti, sono state ridefinite varie percentuali di detrazione fiscale, mentre lo sconto in fattura e la cessione dei crediti trovano applicazione solo in casi ben delimitati.

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A farla da padrone è il bonus unico per le ristrutturazioni del 2025, l’incentivo che mette in riga tutte le precedenti agevolazioni e delimita il campo di intervento con poche regole, chiare e pratiche. Ecco, dunque, tutto ciò che c’è da sapere prima di iniziare un intervento sulla propria abitazione sui bonus edilizi 2025.

Quali bonus ci sono nel 2025

Con la legge di Bilancio di quest’anno, l’attuale governo ha disposto una riorganizzazione di tutti gli incentivi per i lavori di ristrutturazione della casa. È stato profondamente rivisto il bonus casa che ingloba un lungo elenco di lavori e consente di ottenere agevolazioni fiscali fino al 50%. 

Tanto per intendersi, si tratta dell’incentivo da usare per lo spostamento di tramezzi o per rifare i bagni. Insieme alla ristrutturazione dell’immobile, anche per quest’anno i proprietari di casa possono agevolare le spese per l’arredo grazie al bonus mobili ed elettrodomestici.

Per i lavori di ristrutturazione si può scegliere di utilizzare l’alternativa dell’ecobonus, che consente di agevolare gli interventi alle stesse percentuali, ma con qualche adempimento in più sull’efficientamento energetico degli edifici. In particolare, l’ecobonus si può usare per realizzare i cosiddetti “cappotti termici” o per l’installazione di pompe di calore o, ancora, di caldaie.

Bonus edilizi 2025, sono cumulabili tra loro?

Salvo proroghe dell’ultima ora, il 2025 è l’ultimo anno dell’incentivo per l’abbattimento delle barriere architettoniche, anche se il campo di applicazione è stato notevolmente ridotto ai lavori di effettiva rimozione degli ostacoli alla mobilità. 

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L’ampio ricorso a questo incentivo che si è registrato nel 2023 è stato ridimensionato dall’adozione di decreti restrittivi. Oltre alle poche tipologie di lavori eseguibili (su scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici), occorre considerare che sconti e cessioni dei crediti sono utilizzabili in rari casi, come già stabilito dal decreto 212 del 29 dicembre 2023.

Infine, è importante sottolineare che, da quest’anno, solo alcuni soggetti possono ancora utilizzare il superbonus, mentre le percentuali di incentivo del sismabonus spettano unicamente ai proprietari di immobili situati in zone ad alto rischio.

Bonus mobili 2025, come richiederlo

Si ricorda che molti di questi bonus sono cumulabili tra di loro. Ad esempio, il bonus mobili ed elettrodomestici richiede, quale unico requisito fondamentale, quello di aver già iniziato dei lavori di ristrutturazione agevolati dal bonus casa sul proprio immobile.

Per l’anno 2025 rimane invariata sia la percentuale di detrazione fiscale del 50% per le successive 10 dichiarazioni dei redditi, che il massimale di spesa, fissato in 5.000 euro. È utile accertarsi che i propedeutici lavori di ristrutturazione siano iniziati a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello di acquisto dei mobili.

Bonus tetto 2025, quale scegliere tra ristrutturazione ed ecobonus

Ma anche le altre tipologie di lavori edilizi possono richiedere l’utilizzo dell’uno o dell’altro bonus. Ad esempio, per interventi di rifacimento del tetto, si può utilizzare il bonus ristrutturazione del 50% (sull’abitazione principale) o del 36% (su una seconda casa), oppure l’ecobonus. Quest’ultima agevolazione consente di effettuare lavori di:

  • riqualificazione energetica degli edifici, inclusi l’isolamento termico, il cappotto termico, la coibentazione e la sostituzione di impianti di climatizzazione invernali e la sostituzione di infissi;
  • installazione di impianti fotovoltaici e di pannelli solari per produrre energia elettrica e acqua calda;
  • installazione di servizi di controllo a distanza.

Come accedere al bonus sicurezza 2025

Tra i bonus minori di quest’anno, i proprietari di immobili possono accedere alla detrazione fiscale ai fini dell’Irpef o dell’Ires del bonus sicurezza 2025. Si tratta di un’agevolazione che permette di eseguire lavori di messa in sicurezza della propria unità immobiliare, con detrazione del 36% delle spese sostenute fino a un massimo di 48.000 euro (50% entro i 96.000 euro in caso di abitazione principale). 

Ricordando che la legge di Bilancio 2025 ha previsto uno specifico bonus per il cambio delle finestre e degli infissi, all’agevolazione sulla sicurezza sono ammesse le spese per lavori di:

  • sostituzione delle grate delle finestre;
  • installazione di vetri anti-sfondamento;
  • installazione di rilevatori di apertura;
  • sostituzione di porte blindate, cancellate e recinzioni murarie;
  • montaggio di fotocamere, videocamere e apparecchi rilevatori;
  • sostituzione di serrature, catenacci, lucchetti e spioncini;
  • installazione o la sostituzione di saracinesche;
  • acquisto di casseforti e di sistemi di protezione da allagamenti e fughe di gas.

Quali sono le novità per il bonus ristrutturazione nel 2025

Tra le modifiche della nuova legge di Bilancio, quelle più rilevanti riguardano la disciplina del bonus ristrutturazione 2025 contenuta nell’articolo 16-bis del  comma 1, del DPR 917/1986 (Testo Unico delle Imposte sui Redditi). 

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A partire da quest’anno, infatti, le aliquote di detrazione fiscale dell’Irpef sono scese, ma l’agevolazione conserva il carattere di semplicità di applicazione. Pertanto, l’incentivo interessa le persone fisiche e le società di persone tenute al pagamento dell’Irpef. Un elenco esaustivo dei soggetti che possono utilizzare il bonus casa comprende:

  • i proprietari e i nudi proprietari degli immobili sui quali si eseguono gli interventi;
  • i titolari di diritti reali o personali di godimento;
  • i locatari e comodatari dell’edificio;
  • i soci di cooperative a proprietà divisa, gli assegnatari di alloggi e i soci di cooperative a proprietà indivisa (come detentori);
  • gli imprenditori individuali;
  • i soggetti indicati all’articolo 5 del Tuir, produttori di redditi in forma associata per le società semplici, le società in nome collettivo, le società in accomandita semplice e le imprese familiari.

Quale detrazione si applica alla prima casa per i bonus edilizi 2025

I lavori di ristrutturazione e quelli agevolabili con l’ecobonus fanno riferimento a percentuali differenti di detrazione fiscale a seconda che si tratti di interventi sulla prima casa o su un’altra abitazione (ad esempio, una seconda casa). La Manovra fissa per tutto il 2025 l’agevolazione del 50% per tutte le tipologie di lavori agevolati eseguiti sull’abitazione principale all’interno di un massimale di spesa pari a 96.000 euro.

Tale percentuale cambierà nuovamente dal 1° gennaio 2026 e fino a tutto il 2027: per i lavori di ristrutturazione si potrà ottenere solo il 36% di detrazione fiscale, entro un massimale di spesa di 96.000 euro. Tra gli interventi possibili, si ricorda che nel 2025 si può procedere alla tinteggiatura degli immobili con il relativo bonus

Cosa si intende per abitazione principale ai fini dei bonus edilizi 2025

Peraltro, l’aliquota più elevata (pari al 50%) del bonus casa 2025 viene assegnata dalla norma all’abitazione principale, ovvero a quella nella quale si verificano simultaneamente le tre condizioni:

  • di possesso o di proprietà dell’immobile, o di esercizio di un altro diritto reale, quale ad esempio il diritto di abitazione o l’usufrutto;
  • di residenza anagrafica;
  • di dimora abituale, ovvero dell’elemento che qualifica la permanenza del soggetto richiedente nell’immobile.

Bonus edilizi 2025, quale percentuale si applica alla seconda casa?

Le percentuali di detrazione fiscale sono più basse per le tipologie di abitazioni che non siano quelle principali, ovvero per le seconde case

Infatti, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025 le aliquote di bonus casa ed ecobonus sono pari al 36%, prima di scendere, dal 1° gennaio 2026, al 30% per entrambi gli incentivi.

Quali sono le novità per i bonus edilizi nel 2025?

Considerando che lo stop al meccanismo di cessione dei crediti d’imposta era già in atto negli anni scorsi, le reali novità dei bonus edilizi del 2025 riguardano, essenzialmente: 

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  • l’esclusione dalle detrazioni fiscali delle caldaie alimentate a combustibili fossili;
  • la riduzione progressiva delle aliquote di detrazione fiscale dei bonus edilizi.

Per quanto riguarda il primo punto, dall’inizio del 2025 si sottopone l’utilizzo dell’ecobonus a vincoli più rigidi legati alle energie alternative. Infatti, il comma 54 della legge 207 del 2024 prevede l’esclusione dai bonus delle caldaie uniche alimentate a combustibili fossili, a eccezione dei sistemi ibridi, composti da caldaie a condensazione e pompe di calore.

Tabella dei bonus edilizi 2025: ecco una sintesi

La tabella sottostante contiene, invece, tutte le informazioni essenziali per poter utilizzare i bonus edilizi 2025, con le aliquote ad oggi in vigore. 

Dalla tabella si può prendere nota di quanto la legge di Bilancio 2025 abbia tagliato le aliquote di sconto correnti, nonché dell’ulteriore discesa delle percentuali nei prossimi anni. 

TABELLA DEI BONUS EDILIZI IN VIGORE NEL 2025, 2026 E 2027
  2025 2026 2027  
BONUS RISTRUTTURAZIONE PRIMA CASA 50% 36% 36% Sulle spese dei titolari di un diritto di proprietà o di un diritto reale per lavori sull’abitazione principale spetta la detrazione del 50% (poi 36%) fino a 96.000 euro da ripartire in 10 anni. 
BONUS RISTRUTTURAZIONE SECONDA CASA 36% 30% 30% Sulle spese per lavori di ristrutturazione su una seconda casa spetta la detrazione fiscale del 36% (poi 30%) fino a un massimo 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare.
ECOBONUS PRIMA CASA 50% 36% 36% Su riqualificazione energetica (escluse le caldaie a combustibili fossili), installazione di pannelli fotovoltaici e solari o di sistemi di controllo a distanza nell’abitazione principale spetta il 50% (poi 36%) fino a 96.000 euro. 
ECOBONUS SECONDA CASA 36% 30% 30% Come per la prima casa, sulle spese in ecobonus per interventi su una seconda casa spetta la detrazione del 36% (poi del 30%) fino a 96.000 euro, da ripartire in 10 rate annuali di pari importo.
SISMABONUS PRIMA CASA 50% 36% 36% Detrazione fiscale del 50% (poi del 36%) su tutti gli interventi sull’abitazione principale fino a 96.000 euro. Fino al 2024 le aliquote arrivavano all’85% col miglioramento di 2 classi sismiche.
SISMABONUS SECONDA CASA 36% 30% 30% Aliquota del 36% su tutti gli interventi agevolati su altra tipologia di abitazione con massimale di spesa di 96.000 euro, poi del 30%.
SISMABONUS ACQUISTI PRIMA CASA 50% 36% 36% Aliquota del 50% su tutti gli interventi agevolati sulla prima casa, poi del 36%.
SISMABONUS ACQUISTI SECONDA CASA 36% 30% 30% Aliquota del 36% su tutti gli interventi agevolati su altra tipologia di abitazione, poi del 30%.
BONUS ENERGETICO + SISMICO PRIMA CASA 50% 36% 36% Combinazione di bonus energetico e antisismico. Fino al 2024 le aliquote arrivavano all’80% e all’85%.
BONUS ENERGETICO + SISMICO SECONDA CASA 36% 30% 30% Combinazione di bonus energetico e antisismico. Fino al 2024 le aliquote arrivavano all’80% e 85%.
BONUS MOBILI 50% Spetta solo se associato a un lavoro di ristrutturazione. Nel 2025 il limite di spesa rimane invariato a 5mila euro.
SUPERBONUS CONDOMINI 65% 65% solo per i cantieri avviati entro il 15 ottobre 2024. Nei Comuni colpiti da terremoti da aprile 2009 e per gli ETS per lavori su strutture sanitarie vige il superbonus 110% per tutto il 2025.
BONUS ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTTONICHE 75% La detrazione fiscale è limitata ai lavori su scale, rampe, installazione di ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Sconto in fattura e cessione crediti in rari casi. 

 

Si può fare la cessione dei crediti sui bonus edilizi 2025

È importante sottolineare che l’utilizzo degli incentivi legati agli interventi edilizi avviene nella dichiarazione dei redditi, come detrazione fiscale Irpef. Per alcune agevolazioni si prevede la possibilità di detrarre le spese sull’Imposta sui Redditi delle Società (IRES).

In ogni caso, a partire dal 17 febbraio 2023 – data di entrata in vigore del decreto legge n. 11 del 2023 – per i lavori di recupero del patrimonio edilizio previsti dall’articolo 16 bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), in linea di massima non è più possibile scegliere lo sconto in fattura o la cessione dei crediti d’imposta come modalità di utilizzo dell’incentivo. 

Contabilità

Buste paga

 

Il provvedimento è stato ulteriormente rafforzato dal decreto legge 39 del 30 marzo 2024 che ha escluso dalla possibilità di cessione dei crediti d’imposta le ultime deroghe allora vigenti in ambito di superbonus.

Le guide dell’Agenzia Entrate sul bonus ristrutturazione 2025

Inoltre, l’Agenzia delle Entrate è intervenuta in più occasioni per fornire pubblicazioni e guide gratuite che servono ad applicare correttamente il bonus ristrutturazione anche nel 2025. In particolare, si segnalano:

  • la Guida AE 2024 al Superbonus;
  • la Guida AE 2024 all’Ecobonus;
  • la Guida AE 2024 – Bonus casa, Sismabonus, Bonus verde e Bonus facciate con tutte le ultime novità;
  • la Guida AE 2024 al Bonus mobili ed elettrodomestici.

Bonus edilizi 2025, cosa cambia per i condomini

Infine, un fronte a parte nell’ambito dei bonus edilizi del 2025 riguarda gli interventi nei condomini. In primis perché, negli ultimi anni, gli edifici condominiali hanno fatto registrare la maggiore spinta agli interventi edilizi, soprattutto per le ristrutturazioni e gli interventi di efficientamento energetico agevolati dal superbonus.

Da un’attenta lettura della legge 207 del 2024 si evidenzia che il legislatore abbia voluto porre quasi un freno alle agevolazioni condominiali, generalizzando il 36% di detrazione fiscale sulle parti comuni, con una perdita che arriva fino a 40 punti percentuali rispetto al 2024.

Anche nel caso dei condomini, occorre far riferimento al concetto di abitazione principale per le varie unità immobiliari. Tuttavia, trattandosi di due aliquote differenti (il 50% sull’unità adibita a prima casa rispetto al 36% dei lavori nelle parti comuni di un condominio) e in attesa di eventuali e ulteriori chiarimenti dell’Agenzia delle entrate, le interpretazioni sulle quali riflettere sono due:

  • la prima è che il proprietario dell’immobile incasserebbe il 50% anche dalle spese sostenute sulle parti comuni di un edificio;
  • la seconda, più restrittiva, ma anche più percorribile come soluzione, suggerirebbe la differenziazione delle aliquote e l’assegnazione del 36% alle spese per i lavori sulle parti comuni.



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