MODENA. Qualcuno in Comune fa notare che il progetto, che dopo anni di attesa si è concretizzato con la giunta Muzzarelli, è partito in maniera un po’ troppo avventata, senza fare bene i conti con le spese effettive. Qualcun altro fa però notare che se si vuole dare nuova vita a un “mostro” di 40mila metri quadrati, per forza di cose bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo e partire, sapendo bene che qualche incertezza lungo il percorso ci sarà. Succede alle ex Fonderie Riunite di Modena, al centro di un importante progetto di rigenerazione che porterà lo storico complesso di via Divisione Acqui a diventare la sede del Motor Valley Accelerator, oltre che dell’Istituto storico per la Resistenza.
Il problema dei costi lievitati
Un progetto enorme, che oggi si scontra con un problema molto concreto: per completarlo, mancano almeno dieci milioni di euro. Soldi che oggi non ci sono, e la stima è fatta decisamente al ribasso. Ma da dove è nato questo “buco” che oggi preoccupa notevolmente giunta e tecnici, che nei giorni scorsi hanno fatto un sopralluogo nell’area? In realtà le cause sono diverse: per prima cosa, viste le dimensioni dell’area da riqualificare, i costi di realizzazione si sono rivelati decisamente più alti rispetto alle stime iniziali, tanto che qualcuno in piazza Grande fa notare che l’ex sindaco Muzzarelli avrebbe potuto essere più cauto con la partenza del progetto, con la sensazione che l’attuale consigliere regionale abbia voluto “tagliare un nastro” senza valutare effettivamente la fattibilità del piano. La seconda ragione sta nell’aumento dei costi delle materie prime, un problema che ha accomunato tutti i grandi cantieri degli ultimi anni. Fatto sta che i numeri, appunto, dicono che mancano tra i dieci e i quindici milioni per arrivare alla completa riqualificazione dell’enorme comparto. Un problema non da poco, anche perché l’obiettivo della giunta è ovviamente quello di portare a termine la riqualificazione dell’area, ma oggi quei soldi non ci sono.
Il punto sui lavori e il futuro
Ma a che punto sono i lavori nel complesso da 40mila metri? Le ruspe sono entrate in azione a febbraio 2024, con la demolizione dell’area che corrisponde al lotto 2Aa, il terreno che ospiterà il Motor Valley Accelerator, che rappresenta la prima parte del recupero del complesso industriale, che continuerà con i lotti 2B e 3, finanziati dal Pnrr nell’ambito del programma Next Generation Modena e con lavori già assegnati per realizzare la sede del Dast, il Distretto per l’Accelerazione e lo sviluppo della tecnologia, sulla base del progetto sviluppato da Democenter-Sipe. Le attività principali del Dast saranno legate soprattutto al settore automotive, dalla mobilità sostenibile all’utilizzo dell’idrogeno, con lo sviluppo di start-up che operano nel campo delle tecnologie innovative, favorendo l’incontro di idee e imprese per sviluppare progetti, favorire la nascita di nuove iniziative, la creazione di laboratori di ricerca di alto profilo, incubatori e acceleratori di impresa, centri di formazione, sedi di enti specializzati. L’intero comparto delle ex fonderie, in base al piano urbanistico definito negli anni scorsi sarà “car-free”, a esclusiva circolazione ciclabile e pedonale, e l’area sosta per auto sarà prevalentemente ricavata nel parcheggio a raso adiacente a strada Santa Caterina, che sarà potenziato. Verrà definito, inoltre, un corridoio ecologico-ambientale a fianco della linea ferroviaria che si estenderà dal comparto fino alla tangenziale, dove sarà realizzata una nuova dorsale ciclopedonale lungo il sedime della Gronda nord.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link