La cina si appresta a dare nuovo impulso al piano “made in china 2025”, un progetto industriale che mira a rendere il paese meno dipendente dall’estero nei settori tecnologici chiave. Questa decisione arriva in un momento delicato, con le relazioni ormai tese tra Pechino e washington su diversi fronti, dalla tecnologia al commercio. Il rilancio dell’iniziativa rappresenta un passo importante per capire come la cina intenda affrontare le sfide geopolitiche e rafforzare la sua posizione globale nel contesto produttivo e tecnologico.
Il piano made in china 2025: obiettivi e origini del progetto
Il progetto “made in china 2025” è stato lanciato all’inizio degli anni 2010 con lo scopo di far emergere la cina come leader nei settori strategici, quali robotica, aerospazio, energia verde, dispositivi medicali avanzati e produzione di semiconduttori. L’intento principale era superare la dipendenza da tecnologie straniere e stimolare la crescita di imprese cinesi ad alta tecnologia. Questa iniziativa includeva anche un sostegno significativo alle start-up e alle industrie tradizionali da modernizzare, puntando a una produzione più intelligente e competitiva a livello mondiale.
L’articolo specifica che “Il piano ha subito critiche e sospetti da parte degli Stati Uniti e di alcuni paesi occidentali, perché percepito come un’azione potente di politica industriale che potrebbe mettere a rischio le capacità tecnologiche straniere e creare squilibri nei mercati internazionali.” Tuttavia, Pechino ha sempre difeso il progetto sostenendo che mira a sviluppare capacità indigene e rafforzare la sovranità tecnologica nazionale.
Le restrizioni Usa e la difesa di Pechino
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazioni legate al progetto, vedendolo come una possibile minaccia alla libera concorrenza globale, motivo per cui sono state imposte restrizioni su alcune aziende cinesi.
La rivalità tecnologica tra cina e stati uniti: contesto e impatti
Negli ultimi anni, le tensioni tra stati uniti e cina si sono accentuate soprattutto nel campo tecnologico. Washington ha imposto restrizioni su aziende cinesi, limitando accessi a mercati e componenti cruciali, specie nei semiconduttori e nelle telecomunicazioni. Dall’altra parte, Pechino ha preparato contromisure per ridurre la propria esposizione e creare una catena di forniture più autonoma, un’operazione che si riflette direttamente nel rilancio del piano “made in china 2025”.
Il conflitto si estende oltre il commercio. Gli americani spingono per rafforzare la propria produzione nazionale di alta tecnologia, lo sforzo chiamato rinascita manifatturiera. La sfida è aperta in settori come l’intelligenza artificiale, il 5g e le energie rinnovabili, fondamentali per la sicurezza economica e militare. La spinta cinese per conquistare quote importanti in queste aree genera inevitabilmente una competizione con rischi e opportunità per entrambe le economie.
Aree chiave della competizione
- intelligenza artificiale
- 5g
- energie rinnovabili
Le implicazioni geopolitiche e industriali del rilancio del made in china 2025
Il rilancio del piano evidenzia l’intenzione della cina di non fermarsi davanti alle pressioni esterne. Xi Jinping sembra determinato a consolidare la strategia di sviluppo autonomo, puntando su investimenti pubblici e privati nelle tecnologie chiave. Questo significa che la cina sarà sempre più competitiva su mercati prima dominati da paesi occidentali, modificando i rapporti di forza globali.
Sul piano interno, la mossa mira anche a creare nuovi posti di lavoro qualificati e aumentare la forza produttiva nelle regioni meno sviluppate, accompagnando lo sviluppo economico con una politica di modernizzazione industriale. Restano però le sfide legate alle restrizioni estere e alla necessità di innovare in un mondo dove la cooperazione tecnologica è spesso vincolata dalla competizione geopolitica.
La nuova versione del “made in china 2025” dovrà quindi bilanciare la spinta all’autosufficienza con la realtà dei mercati globali, tenendo conto delle pressioni provenienti dagli stati uniti e dall’alleanza occidentale. In questo quadro, Pechino ribadisce l’obiettivo di diventare un attore indipendente e capace di reggere il confronto tecnologico e industriale su più fronti.
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