di Antonino Caffo
e George Mavridis
Uno dei maggiori ostacoli all’applicazione delle nuove tecnologie nel settore delle energie rinnovabili in Italia è senza dubbio la mancanza di informazioni e di conseguenza di consapevolezza da parte delle potenziali aziende sul valore dell’investimento, sui tempi di ritorno e sulla durata. “Sembra paradossale”, afferma Alessandro Villa, Amministratore Delegato di Elmec Solar, ‘ma mi capita spesso di confrontarmi con importanti manager e imprenditori, che non hanno mai fatto un’analisi adeguata su questo tema’.
Villa è tra le voci del rapporto Obsolescenza tecnologica e soppressione delle energie rinnovabili nel Mediterraneo: un’indagine transfrontaliera tra Italia, Bulgaria e Grecia, sviluppato con il supporto di Journalismfund Europe. “Un altro ostacolo significativo è spesso l’incertezza economica della maggior parte delle aziende, che purtroppo le porta a evitare di fare investimenti non ritenuti necessari o non centrali per il loro business. Per superare queste sfide, sarebbe necessario prevedere alcuni meccanismi di sostegno che diano aiuti finanziari alle imprese che tengano conto non solo dei parametri convenzionali per valutare la loro salute economica, ma anche di quale ritorno – in caso di inadempienza e di mancato pagamento dei finanziamenti presi – si può ottenere dall’ente che li concede vendendo l’energia stessa. Questo comporterebbe certamente la modifica di alcune leggi, ma avrebbe un impatto molto positivo sul settore”.
Elmec Solar è la società di Elmec Group Brunello (Varese, Italia) che si occupa di energie rinnovabili e sostenibilità energetica. Progetta e installa impianti solari fotovoltaici, stazioni di ricarica elettrica e sistemi di accumulo di energia con la massima cura e con l’intento di aiutare famiglie e imprese a raggiungere i loro obiettivi di tutela ambientale e di risparmio sui costi energetici.
Interessi lobbistici
Secondo Villa, non si può nemmeno escludere che ci siano pressioni di lobby o gruppi di interesse per rallentare l’innovazione e la diffusione delle energie rinnovabili in Italia. “Basta chiedersi chi sono le più grandi aziende del settore energetico” prosegue “chi sono i loro leader, quanto pesano le attività non rinnovabili nei loro bilanci in termini di EBITDA e soddisfazione degli azionisti, quanto questi numeri si trasformano in occupazione”. Non è ancora del tutto chiaro cosa potrebbe comportare una transizione verso le energie rinnovabili in termini di occupazione, PIL,. Se questa consapevolezza fosse più diffusa, il passaggio alle rinnovabili non sarebbe percepito solo come un imperativo verde, ma anche come una valida opportunità economica di sviluppo.
La burocrazia è spesso incaricata di svolgere lavori che esulano dalla sua giurisdizione. “In alcuni casi, è difficile ottenere le autorizzazioni perché le scadenze sono irrealistiche” sottolinea ancora il manager. “In Italia, però, gran parte di questi problemi ha un’origine tecnica (distanze, connessioni, ecc.), unita alla necessità di trovare un accordo tra le varie parti coinvolte, che spesso non sono concordi sull’obiettivo di realizzare un parco fotovoltaico, un impianto galleggiante o altri apparati. Inoltre, accade che il lavoro delle autorità competenti, come le soprintendenze o le amministrazioni comunali, unito ai vincoli normativi e ai doveri dell’amministratore, rallenti ulteriormente i processi decisionali quando le soluzioni sembrerebbero di facile attuazione”.
Rendere i finanziamenti più accessibili
“Gli investimenti in R&S sono fondamentali per la nostra azienda. Data la nostra dimensione, puntiamo sulla qualità e sull’innovazione, come dimostrano le numerose qualifiche ottenute nel corso degli anni (ISO 9001, 14001, 45000, B-Corp, Ecovadis e Bilancio di Sostenibilità). Nella nostra squadra di 25 collaboratori diretti, più altrettanti installatori, c’è un ingegnere che si occupa esclusivamente di R&S, partecipiamo a tutte le principali fiere nazionali e internazionali e organizziamo conferenze per rimanere aggiornati sulla tecnologia. Per questo stiamo già conducendo ricerche su temi all’avanguardia, come l’idrogeno”, dice Villa. “Per garantire la competitività a lungo termine dei nostri impianti e delle nostre tecnologie, perseguiamo una strategia di monitoraggio continuo delle nuove tendenze del settore, guidato direttamente dal nostro comitato di gestione. Oltre a questo, integriamo il tutto con una gestione aziendale ragionevole, incentrata sull’affidabilità nei confronti dei nostri clienti ma anche sulla solidità fiscale”.
Oltre alle spese sopra citate, un fattore generalmente sottovalutato è l’opportunità mancata di migliorare la produttività e la produzione economica dell’impianto. Istanze come il retooling o il repowering spingerebbero infatti verso l’alto le prestazioni e la redditività. “Il governo italiano può intraprendere diverse azioni per stimolare l’innovazione e facilitare la diffusione delle energie rinnovabili. In primo luogo, è necessario aumentare la consapevolezza dei rendimenti di questi investimenti. Inoltre, è necessario rafforzare il sostegno finanziario, spingendo le banche ad assorbire il rischio di credito compensato dal valore della produzione di energia. Questo aspetto deve essere adeguatamente valutato per rendere i finanziamenti più accessibili e quindi garantire lo sviluppo del settore”.
In secondo luogo, la considerazione più significativa sugli incentivi è che essi siano ben progettati e che, al momento della loro introduzione, esista un meccanismo normativo e attuativo già ben sviluppato e funzionale, evitando ritardi e incertezze che ne comprometterebbero l’efficacia. L’influenza degli incentivi sull’innovazione tecnologica nel settore delle energie rinnovabili può essere solo positiva, ma bisogna tenere in considerazione, quando si propongono o si suggeriscono incentivi, l’effetto complessivo che essi hanno sull’intero sistema nazionale.
Evitare gli “ecomostri”
“A mio avviso, un progetto come il Superbonus del 110% doveva essere evitato, non solo perché inciderà sui futuri conti pubblici, ma anche perché ha favorito soggetti che avrebbero potuto fare l’investimento da soli e ha contribuito all’aumento del prezzo dei prodotti in modo iniquo senza avere una vera motivazione. Il risultato è stato un grosso debito per la maggior parte dei cittadini e un buon risultato per un gruppo ristretto di proprietari di prima e spesso anche di seconda casa. Sono fiducioso che il mercato delle energie rinnovabili nella nostra nazione continuerà ad essere una grande opportunità per tutti in futuro, sia per le aziende che vi operano sia per i consumatori che ne beneficiano”.
“Tuttavia, il suo sviluppo dipenderà fortemente anche dalle scelte politiche che verranno fatte, in quanto decisioni sbagliate potrebbero rallentare il suo sviluppo, mentre un approccio correttamente pianificato e strategico potrebbe accelerare la svolta energetica e avere impatti benefici sull’intero sistema economico. Mi auguro che il processo delle energie rinnovabili non si arresti, ma che venga regolato in modo da non sprecare o distruggere altre risorse. È un equilibrio sottile, ma nel tempo siamo arrivati a considerare case e capannoni come parte del paesaggio naturale e, se ben realizzati, possiamo fare lo stesso con parchi fotovoltaici ben progettati, cioè pannelli integrati nei tetti, sui terreni agricoli, tra i laghi di irrigazione. Sono possibilità che possono coesistere pacificamente con il territorio. Bisogna però fare attenzione a non costruire ecomostri, come si è fatto in passato con l’edilizia speculativa”.
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