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CNA Umbria chiede una svolta per le piccole imprese


Semplificazione burocratica per liberare risorse da destinare allo sviluppo. È questa la parola d’ordine che ha guidato CNA Umbria nella presentazione dei dati del suo Osservatorio nazionale, un’analisi che mostra con precisione chirurgica l’impatto economico della macchina amministrativa sulle piccole imprese: 730 milioni di euro solo in Umbria, ogni anno.

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Numeri che fanno tremare i polsi se proiettati a livello nazionale: 43 miliardi di euro. Tanto costa alle 4,6 milioni di micro e piccole imprese italiane l’adempimento degli obblighi burocratici, secondo l’ultima edizione del rapporto “100 semplificazioni per liberare le energie delle piccole imprese”. Un peso che si traduce in 313 ore annue per ciascuna impresa, con un costo medio di 29 euro l’ora.

Dalla SCIA ai rifiuti: iter infiniti che soffocano la piccola e media impresa

Non ha senso continuare a bruciare tempo e denaro che potrebbero essere usati per creare lavoro e ricchezza“, ha affermato Michele Carloni, presidente regionale della CNA Umbria. La semplificazione, spiega, è prioritaria per sportelli unici, appalti, incentivi e norme sulle energie rinnovabili. Un esempio emblematico? L’iter per aprire un semplice forno artigiano.

Serve la SCIA al Comune, le pratiche edilizie al Suap, i permessi sanitari all’Asl, quelli ambientali all’Arpa, quelli per le emissioni alla Provincia, l’autorizzazione antincendio ai vigili del fuoco“, elenca Roberto Giannangeli, direttore regionale della CNA. “E per una falegnameria – prosegue – va ancora inviata una dichiarazione di industria insalubre, secondo una norma del 1934, nonostante sia del tutto superata“.

Senza un coordinamento reale tra enti e senza strumenti digitali condivisi, la macchina burocratica non solo rallenta, ma distorce la funzione stessa della pubblica amministrazione. È questa l’accusa, ben circostanziata, che emerge dal documento della CNA.

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Verso piattaforme uniche, regolamenti armonizzati e un registro imprese accreditate

Il fronte umbro, partendo dai numeri, prova ora a indicare una strada concreta per sbloccare risorse oggi intrappolate nella giungla degli adempimenti. La proposta: creare un unico SUAP per l’intero territorio regionale, unificare le piattaforme per la gestione di bandi e appalti pubblici, armonizzare i regolamenti comunali e istituire un registro unico delle imprese accreditate per i servizi alla PA.

Bisogna applicare il principio della proporzionalità – sottolinea Carloni – perché non si possono pretendere dalle micro e piccole imprese gli stessi oneri richiesti a realtà strutturate per muoversi su mercati internazionali“. Un principio semplice, ma spesso disatteso.

La CNA ha già avviato il dialogo con la giunta regionale sul tema delle energie rinnovabili. “Abbiamo presentato osservazioni puntuali al disegno di legge sulle aree idonee per gli impianti green – fa sapere Carloniperché non si può incentivare la transizione ecologica a colpi di ostacoli normativi“.

Una riforma che riguarda tutta la collettività umbra, non solo le imprese

La semplificazione non è un affare per addetti ai lavori. È una riforma strutturale che può generare crescita e migliorare la qualità della vita. Secondo Giannangeli, digitalizzare e razionalizzare la PA significherebbe “risparmiare miliardi e dare fiato alle imprese“, in un momento in cui l’accesso ai finanziamenti è difficile e il costo del lavoro cresce.

Per Carloni, è anche una questione di equità: “La burocrazia colpisce più duramente chi ha meno strumenti per affrontarla. Semplificare è una forma di giustizia economica, che può trasformarsi in sviluppo condiviso“.



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