Conto e carta

difficile da pignorare

 

Contributi INPS lavoratori dipendenti, quanto costano all’azienda?


Hai mai pensato a qual è il costo reale che un datore di lavoro sostiene per ogni dipendente? Questa informazione non è interamente riportata nella busta paga, poiché esistono voci di spesa a carico dell’azienda che non compaiono nella retribuzione lorda o netta visibile al lavoratore.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Tra queste, una delle più rilevanti è rappresentata dai contributi previdenziali obbligatori versati all’INPS, i quali servono a garantire al dipendente la copertura pensionistica e l’accesso ad altre prestazioni sociali, come, ad esempio, indennità di disoccupazione, malattia e maternità.

Nel 2025, per ogni lavoratore dipendente del settore privato, il costo contributivo a carico dell’azienda è pari in media al 30% – 33% della retribuzione lorda. Questa percentuale varia in base al contratto collettivo nazionale (CCNL) applicato, al settore produttivo e ad eventuali agevolazioni contributive in essere.

Oltre ai contributi previdenziali, il datore di lavoro è tenuto a versare anche i premi assicurativi INAIL, finalizzati a coprire gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Ma andiamo per ordine e analizziamo nel dettaglio quanto costa versare i contributi al dipendente e come calcolarne l’importo.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Contributi previdenziali e assunzioni: l’impatto sul costo del lavoro e le valutazioni aziendali

Prima di procedere con una nuova assunzione, le aziende valutano attentamente il costo complessivo del lavoro, di cui i contributi rappresentano una delle voci più incisive.

Secondo l’ISTAT, nel 2024 il costo medio per dipendente in Italia (considerando retribuzioni e oneri sociali) si è attestato attorno a 36.700 euro annui, con una tendenza in crescita per il 2025.

Per questo motivo, le imprese sono sempre più attente a eventuali misure di riduzione del cuneo fiscale e contributivo e a incentivi occupazionali introdotti annualmente dal legislatore.

In tal senso, uno degli strumenti più utilizzati dalle aziende per contenere il costo del lavoro, senza rinunciare alla copertura previdenziale del dipendente, è il contratto di apprendistato. Si tratta di una tipologia contrattuale rivolta prevalentemente ai giovani fino a 29 anni, che prevede una significativa riduzione delle aliquote contributive a carico del datore di lavoro, soprattutto nei primi tre anni.

Nel 2025, l’aliquota contributiva per l’apprendistato è ridotta al 5% per i primi 36 mesi, con ulteriori abbattimenti previsti in base alla dimensione aziendale. Questo consente alle imprese di investire sulla formazione professionale e sull’inserimento stabile dei giovani nel mondo del lavoro, senza un aggravio immediato dei costi.


Chi si fa carico dei contributi previdenziali? La spartizione tra lavoratore e datore di lavoro

I contributi INPS sono in parte a carico dell’azienda e, in misura inferiore, in capo al dipendente. Con la differenza che:

  • il datore di lavoro calcola i contributi e li versa con modello F24;
  • i contributi a carico del lavoratore gli vengono trattenuti direttamente in busta paga, salvo poi essere pagati all’INPS dall’azienda insieme a quelli conto ditta.

Pertanto, gli importi a titolo di contributi INPS in F24 saranno la somma di: contributi carico azienda + contributi carico dipendente (già trattenuti in busta paga).

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Quanto paga il datore di lavoro per i contributi previdenziali del dipendente?

Al giorno d’oggi, l’aliquota contributiva per i lavoratori dipendenti iscritti al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) è confermata al 33% della retribuzione imponibile lorda, come stabilito dalla Circolare INPS n. 27 del 30 gennaio 2025. Questa aliquota di base è suddivisa tra datore di lavoro e lavoratore, con la seguente ripartizione:

  • datore di lavoro: 23,81%;
  • lavoratore: 9,19%.

È importante notare che il datore di lavoro è l’unico soggetto obbligato per legge al versamento della contribuzione dovuta, con l’obbligo di trattenere la quota a carico del lavoratore in sede di calcolo delle retribuzioni mensili.


Ecco come scoprire quanto hai versato di contributi

A quanto ammontano i contributi previdenziali in base a settori e qualifiche

Il calcolo dei contributi previdenziali per i lavoratori dipendenti, come detto, si basa sull’applicazione di un’aliquota percentuale alla retribuzione imponibile ai fini INPS. Tale aliquota varia in funzione del settore di appartenenza dell’azienda, delle dimensioni della stessa e della qualifica del lavoratore (operaio, impiegato, dirigente o apprendista).

Le aziende, nei rapporti con l’INPS, sono classificate in base all’attività svolta nei seguenti settori:

  • Industria
  • Artigianato
  • Terziario
  • Agricoltura
  • Credito, assicurazioni e tributi
  • Attività varie

Facciamo un esempio pratico. Nel settore dell’industria, le aliquote contributive variano in base alla qualifica del lavoratore. Secondo i dati disponibili, le aliquote complessive sono le seguenti:

Operai

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

  • Aliquota totale: 39,87%
  • A carico del lavoratore: 9,19%
  • A carico dell’azienda: 30,68%

Impiegati, equiparati, intermedi

  • Aliquota totale: 37,65%
  • A carico del lavoratore: 9,19%
  • A carico dell’azienda: 28,46%

Dirigenti

  • Aliquota totale: 36,15%
  • A carico del lavoratore: 9,19%
  • A carico dell’azienda: 26,96%

Aliquote contributive «speciali»

Va comunque sottolineato che alcune categorie di lavoratori sono soggette a diverse aliquote contributive:

  • Fondo di quiescenza degli iscritti all’Istituto Postelegrafonici (IPOST): 32,65%;
  • Fondo Volo: tra il 37,7% e il 40,82%, a seconda dell’anzianità assicurativa e dell’adesione a fondi complementari di previdenza;
  • Fondo Pensioni Lavoratori Spettacolo: 35,70% per ballerini, tersicorei, coreografi e categorie assimilate.


Contributi IVS, cosa sono? Calcolo e come funziona l'esonero

Minimali e massimali contributivi per il 2025

Per il 2025, il minimale di retribuzione giornaliera per la generalità dei lavoratori dipendenti è fissato a € 57,32, come indicato nella Circolare INPS n. 26 del 30 gennaio 2025. Ciò significa che, anche in presenza di una retribuzione inferiore, i contributi devono essere calcolati su questo importo minimo.

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!

 

D’altro canto, per i lavoratori privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 o che abbiano optato per il sistema contributivo, il massimale annuo della base imponibile contributiva e pensionabile per il 2025 è pari a € 120.607,00, come riportato nella suddetta Circolare INPS n. 27 del 30 gennaio 2025.

Inoltre, è previsto un contributo aggiuntivo dell’1% a carico del lavoratore sulla quota di retribuzione eccedente € 55.448,00 annui (€ 4.621,00 mensili), come stabilito dalla Legge n. 438/1992 e confermato per il 2025.

Riduzione contributiva per i lavoratori

Nel 2025, è confermata la riduzione della contribuzione previdenziale a carico dei lavoratori dipendenti, introdotta dalla Legge di Bilancio 2023 e prorogata negli anni successivi. La riduzione è pari a:

  • 7% per i redditi fino a € 1.923 mensili;
  • 6% per i redditi tra € 1.923,01 e € 2.692 mensili.

Questa misura comporta una diminuzione dell’aliquota a carico del lavoratore, senza influire sull’importo dei contributi versati ai fini pensionistici, poiché la differenza è coperta dallo Stato.


Contributi INPS partita Iva, calcolo, costi e pagamenti

Come si calcola la retribuzione imponibile INPS?

La retribuzione imponibile INPS rappresenta l’importo su cui si calcolano i contributi previdenziali, sia per la parte a carico del lavoratore che per quella a carico del datore di lavoro.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Secondo la normativa vigente, la retribuzione imponibile include tutte le somme e i valori percepiti dal lavoratore nel periodo di riferimento (di norma, il mese), anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro e al lordo delle ritenute fiscali e previdenziali.

Sono escluse dal calcolo solo le voci espressamente indicate dalla legge, come ad esempio i rimborsi spese documentati o le indennità esenti.

Nel cedolino paga, la retribuzione imponibile ai fini INPS è generalmente indicata nella parte inferiore, insieme ad altre informazioni come la tassazione IRPEF, il TFR maturato e le ferie e permessi residui.


Contributi previdenziali per la pensione: cosa sono, quanti ne servono e quando si maturano

Come si calcolano i contributi?

Una volta determinata la retribuzione imponibile e l’aliquota contributiva applicabile, il calcolo dei contributi previdenziali si effettua applicando l’aliquota alla retribuzione imponibile.

Esempio pratico

Consideriamo un operaio impiegato in un’azienda del settore industria con un numero di dipendenti compreso tra 15 e 50.

  • Retribuzione imponibile mensile: € 1.820,00
  • Aliquota contributiva totale: 38,55%
  • A carico del lavoratore: 9,49%
  • A carico dell’azienda: 29,06%

Calcolo dei contributi:

Microcredito

per le aziende

 

  • Contributi a carico dell’azienda: € 1.820,00 × 29,06% = € 528,89
  • Contributi a carico del lavoratore: € 1.820,00 × 9,49% = € 172,72

Il totale dei contributi da versare all’INPS tramite modello F24 sarà quindi di € 701,61. Di questo importo, € 528,89 rappresentano un costo effettivo per il datore di lavoro, mentre € 172,72 sono trattenuti dalla retribuzione del lavoratore.

Esistono altri costi per versare i contributi?

Oltre ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, questi deve farsi carico anche del costo del professionista (ad esempio consulente del lavoro o commercialista) incaricato di occuparsi dell’elaborazione delle paghe, tra cui la predisposizione del modello F24.

Fanno eccezione le ipotesi in cui queste attività sono affidate ai dipendenti dell’azienda stessa, di norma l’ufficio risorse umane. In tal caso ai contributi INPS si aggiunge il costo del personale incaricato dell’elaborazione presenze e cedolini.


Contributi Inps non versati, quando vanno in prescrizione e come recuperarli



Source link

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione