La Spezia – Oltre 100 milioni sulla sostenibilità. Altri 452 per aprire un nuovo capitolo della storia del porto della Spezia, dove crescita economica, digitalizzazione e transizione energetica viaggiano nella stessa direzione. Infrastrutture ferroviarie, dragaggi, manutenzione, intermodalità, sicurezza, connessioni: l’elenco dei punti approvati nel Piano triennale delle opere è lungo. Sono stati stilati a gennaio e scadranno nel 2027. «Anche se, più che una semplice somma algebrica di investimenti pubblici e privati, il valore aggiunto sul nostro territorio è rappresentato da una vera e propria cultura della blue economy» ha commentato Federica Montaresi. Che, in qualità di commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, ha aperto i lavori della prima tappa del roadshow del Secolo XIX dedicato all’economia del mare. I saluti istituzionali del sindaco Pierluigi Peracchini, dell’assessore Giacomo Raul Giampedrone e del capitano di fregata della Guardia costiera Giulio Colotto, hanno presto lasciato spazio agli aspetti meramente tecnici. E ai numeri di una provincia dove «la Blue Economy non è più solo un concetto, ma una realtà consolidata» ha detto Montaresi.
La prima citazione è andata a uno studio della Camera di Commercio: «La crescita di imprese attive nel settore ha toccato il +5,3% nell’ultimo anno. Un dato superiore a quelli registrati sia a livello regionale che nazionale». Mentre l’altra statistica che il commissario straordinario ha definito «interessante» riguarda gli addetti: «Rappresentano il 26% del totale del territorio Spezzino». Senza dimenticare, da ultimo, che «lo scalo della Spezia è secondo nel Paese per movimentazione di traffico diretto, gioca un ruolo fondamentale nell’export italiano e, grazie al traffico passeggeri, contribuisce a far sì che la Liguria si collochi tra i più importanti hub portuali italiani». Dal palco della Sala Dante, Montaresi ha usato un parallelismo. Ha paragonato l’Adsp a un contenitore, «ricco» e in grado di «raccogliere al suo interno la maggior parte di quelle eccellenze che collocano La Spezia ai vertici: portualità, logistica, crocieristica, cantieristica, acquacoltura e turismo». Tutte attività che vivono sul mare. Perché «blue economy – ha aggiunto – significa coniugare sviluppo, innovazione e sostenibilità». Anche grazie agli investimenti: «Solo per fare alcuni esempi, l’Adsp sta portando avanti diversi progetti di sviluppo: 8,5 milioni di euro per il cold ironing al molo Garibaldi; 13 milioni per quello nel secondo e terzo bacino portuale e 15 per il nuovo molo crociere. E ancora: 41 milioni per la gara di realizzazione dei lavori alla rete Alta Tensione, che scadeva ieri; 1 milione e 400 mila euro per le colonnine di ricarica dei mezzi elettrici; 650 mila euro per l’efficientamento energetico della sede e 2 milioni per quello in entrambi gli scali di competenza dell’Autorità Portuale; 1 milione e 860 mila euro per la sostituzione dei gruppi elettrogeni; 2 milioni e mezzo per la realizzazione di un impianto di produzione, accumulo e distribuzione di idrogeno verde; 2 milioni e 100 mila euro per il fotovoltaico». Più di 100 milioni di euro, tirando le somme e comprendendo anche il porto di Marina di Carrara. Iniziative alle quali «si devono aggiungere i progetti portati avanti dagli operatori, dai concessionari e dalle imprese che operano nello scalo, nel retro-porto di Santo Stefano di Magra e in tutta l’area demaniale del Golfo». E che configurano sempre più «il mare come centro dell’economia spezzina», come sottolineato dal sindaco Peracchini. Questo anche perché «La Spezia ha saputo crescere con il porto e cullare l’attitudine turistica» ha chiosato l’assessore Giampedrone, evidenziando però la necessità di un cambio di rotta sulle infrastrutture: «Non sono più adeguate ai flussi: adesso devono fare rima con sviluppo, non più solamente con manutenzione».
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