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la sfida di Impact Deal • Secondo Welfare


È possibile guadagnare pedalando? Sì, grazie a un’azienda che promuove la mobilità sostenibile in Comuni, scuole e aziende tramite una piattaforma che certifica i chilometri percorsi in bici e premia gli utenti più virtuosi.

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Si chiama Pin Bike ed è una delle decine di imprese che ha beneficiato di Impact Deal, un programma di accelerazione di startup europee a vocazione sociale e ambientale promosso dalla Fondazione CRT, Fondazione di origine bancaria di Torino, e OGR-Torino, un hub per la cultura e l’innovazione creato nel capoluogo piemontese anche grazie alla stessa Fondazione CRT.

Il 13 giugno, le startup finaliste della terza edizione di Impact Deal presenteranno presso le OGR i loro progetti, che mettono l’uso dei dati a servizio dello sviluppo sostenibile: si va dall’economia circolare nella moda all’efficientamento dell’agricoltura e della gestione dei rifiuti, fino all’accesso all’informazione e alla mitigazione di eventi climatici dannosi.

Sono temi che, negli ultimi mesi sembrano finiti un po’ ai margini del dibattito pubblico, ma che invece restano centrali nella strategia di Fondazione CRT e non solo. Vediamo perché.

Pin Bike e Zerow, due storie di impresa a impatto

Pin Bike è un buon esempio per capire il profilo d’impresa a impatto supportato da Impact Deal. Questa azienda di Corato (Bari) a ha partecipato alla prima edizione del programma, lanciato nel febbraio del 2022. Crea insieme a pubbliche amministrazioni, privati e scuole progetti per incentivare la mobilità ciclabile: il sistema si basa su un’app che, in combinazione con dei dispositivi hardware collegati alle bici, permette di misurare e certificare i chilometri percorsi in tratte urbane di comuni europei. In questo modo, il Comune o l’ente che organizza il progetto può dare incentivi ai partecipanti più virtuosi, come premi in denaro o voucher spendibili in attività commerciali locali.

“In 8 anni, abbiamo attivato il progetto in più di 40 pubbliche amministrazioni in tutta Europa. Oggi, i progetti più grandi sono a Bergamo, Firenze e Stoccolma” racconta il CEO di Pin Bike Nico Capogni. Per farsi un’idea dell’impatto, è utile guardare alla piattaforma open data dell’azienda: dal 2019 a oggi, Pin Bike ha registrato quasi 25.000 utenti, per un totale di oltre 1,8 milioni di euro elargiti, 8,5 milioni di km percorsi e, soprattutto, 1.347 tonnellate di CO2 risparmiate.

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“La CO2 risparmiata viene calcolata in base al modello dell’automobile dichiarato dall’utente, caratterizzato dall’annata, dalla cilindrata, dal tipo di alimentazione e dal modello stesso. Quindi è un calcolo molto puntuale” spiega Capogni.

Discorso simile per Zerow, startup di Scandicci (Firenze) che promuove l’economia circolare nel settore tessile e che sta partecipando alla terza edizione di Impact Deal, quella ancora in corso. Zerow aiuta le aziende della moda di lusso a vendere le rimanenze di tessuto e pellame ad artigiani e piccole imprese, attraverso una piattaforma per la rivendita, donazione e riuso dei materiali. “Il nostro software calcola l’impatto ambientale risparmiato con la rivalutazione dei materiali e lo rendiconta su base blockchain: questo rende immutabili i dati che vengono forniti ai brand e quindi ne garantisce l’accuratezza e la verificabilità”, spiega Gabriele Rorandelli, co-fondatore di Zerow.

Il ruolo della Fondazione CRT e dei dati

Impact Deal nasce nel 2022 mettendo a sistema le esperienze della Fondazione CRT in due ambiti. Da un lato, il supporto alla scienza dei dati insieme alla Fondazione ISI (istituzione di ricerca non profit anch’essa con sede a Torino): le due fondazioni hanno istituito centinaia di borse di ricerca in ambito scientifico-tecnologico e il premio internazionale Lagrange, dedicato ai progetti su dati e sistemi complessi. Dall’altro, l’esperienza di Fondazione CRT nel sostegno all’imprenditoria sociale, in particolare in collaborazione con Ashoka, Impact Hub e le Nazioni Unite.

“Frequentando queste reti e le imprese ad impatto, abbiamo capito che c’era un’esigenza di maggiore utilizzo dei dati con lo scopo dell’impatto sociale ed ambientale. Quindi, abbiamo provato a immaginare un programma di formazione e di accelerazione a questi scopi e iniziato a mettere insieme i soggetti che meglio potessero realizzarlo”, racconta Stefania Coni, responsabile dell’Area Attività Internazionali della Fondazione CRT. Tra questi ultimi soggetti, ci sono la stessa OGR, la Fondazione ISI, Microsoft, il consorzio TOP-IX e i membri del Data Club. A comporlo sono enti pubblici e privati, come Città di Torino, Tim, Windtre e Banca Sella, che vengono messi in contatto con le startup, con l’obiettivo di aiutarle a crescere grazie ai dati.

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Il programma è articolato in due fasi: all’inizio, le startup candidate che hanno superato la prima selezione svolgono delle sessioni di formazione, analisi dei bisogni e matching con i membri del Data Club e potenziali investitori. Dopo di che, una seconda selezione porta le imprese finaliste ad avviare collaborazioni con i membri del Data Club e, infine, a presentarsi in un evento aperto al pubblico e ad ulteriori potenziali investitori, il “Demo Day”.

“Verifichiamo il bisogno delle startup e la disponibilità del Data club di voler investire concedendo i propri dati. Se il match è positivo, si attivano poi nella seconda fase del programma collaborazioni puntuali che portano tipicamente all’accesso dei dati da parte della startup nell’immediato, e sul lungo periodo possono sfociare in altro” spiega Christian Racca, program manager di Impact Deal e ingegnere di TOP-IX. “Con la ‘scusa’ del bisogno di dati, i due soggetti entrano maggiormente in contatto, si sviluppano delle sinergie che possono generare un valore reciproco”, riassume Racca.

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È quanto sta succedendo per esempio tra Zerow e Almawave, multinazionale del settore IT e membro del Data Club, che sta sostenendo la start-up con i suoi dati e le sue connessioni nel settore. Pur essendo Zerow ancora nel bel mezzo del programma, il suo co-fondatore Rorandelli considera l’esperienza soddisfacente.

Anche nel caso di Pin Bike, Impact Deal è stato una buona opportunità per stringere relazioni: ha permesso all’azienda di partecipare all’Impact Week di Bilbao 2024 e scoprire il mondo dei fondi specializzati in investimenti a impatto, come lo European Social Fund. Inoltre, la relazione tra Pin Bike e OGR sta dando il via a una campagna di incentivazione dell’uso di bici o bus per andare ai numerosi eventi che OGR stessa organizza a Torino.

Un’iniziativa inedita

Dalla partenza nel 2022, Impact Deal ha visto una costante crescita delle sue metriche: la terza edizione conta 129 candidature da 25 Paesi europei, 10 membri del Data Club e 29 startup selezionate, che hanno raccolto un capitale di 77 milioni di euro da inizio programma. Anche se, come precisato dal programma manager Racca, è molto difficile calcolare quanto il raccolto delle imprese sia per effettivo merito del programma.

Sulla carta, Impact Deal è inoltre aperto anche al mondo del non profit. Tuttavia, finora nessuna realtà del Terzo Settore è stata selezionata dal programma, anche perché spesso le non profit non si candidano. “Le risposte [alle candidature, ndr] sono sempre state per lo più di organizzazioni profit, che sono più consapevoli e meglio attrezzate riguardo alla possibilità di utilizzare i dati di per fare meglio il proprio lavoro” spiega Coni di Fondazione CRT. Per Impact Deal, chiarisce, le non profit non sono un “target significativo”, anche perché sono coinvolte da altri programmi filantropici della Fondazione.

Le Fondazioni di origine bancaria (Fob) hanno come obiettivi sanciti dalla legge l’utilità sociale e la promozione dello sviluppo economico. La normativa e la giurisprudenza relative alle Fob hanno stabilito che i beneficiari delle loro erogazioni debbano essere soggetti che perseguono finalità non lucrative di pubblico interesse, quindi enti non profit o istituzioni pubbliche. Tuttavia, l’associazione che le riunisce, Acri, precisa sul suo sito che i suoi membri accompagnano “tutti quei soggetti che si attivano per prendersi cura del benessere dei membri della comunità, realizzando il principio di sussidiarietà orizzontale sancito dalla Costituzione”. E, tra questi, sono citate anche le imprese.

È il target cui si rivolge Impact Deal che, però, non finanzia direttamente le startup: offre loro formazione, accelerazione e le inserisce in contesti in cui possono trovare collaborazioni e investitori. “Dobbiamo avere nuove imprese che abbiano vocazione ambientale e sociale, il modello precedente dove si guardava quasi esclusivamente alla crescita economica non è più sostenibile, in tutti i sensi”, ragiona Racca.

Profitto e sostenibilità

Impact Deal, quindi, è un programma incentrato sulle imprese a impatto. “È una scelta originale per una Fondazione di origine bancaria, ma coerente con l’impegno di questi attori a promuovere l’innovazione”, commenta Elisabetta Cibinel, referente dell’Area Filantropia di Percorsi di secondo welfare. Il tema dell’innovazione sociale è molto presente nel dibattito filantropico, come scrivevamo nel Quarto Rapporto sul secondo welfare, dedicato al tema “Nuove alleanze per un welfare che cambia”, pubblicato nel 2019.

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“In questa tendenza a intraprendere azioni sperimentali e innovative si manifesta il grande potenziale delle Fob: operare là dove lo Stato e il Mercato hanno spazi di manovra limitati”, si legge nel capitolo scritto proprio da Cibinel. “L’azione delle Fob – spiega il Rapporto – non si propone di dare una risposta definitiva e universale a un dato problema (anche perché le risorse di cui esse dispongono non sono paragonabili a quelle pubbliche) ma di mettere in pratica iniziative dagli esiti talvolta incerti di cui né lo Stato né il Mercato potrebbero farsi carico”. 

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“Non solo talvolta Stato e Mercato non hanno i mezzi o le competenze per dare determinate risposte: può anche capitare che non abbiano la volontà o l’interesse di affrontare certi problemi”, riprende Cibinel di Percorsi di secondo welfare. Gli sviluppi degli ultimi anni lo mostrano chiaramente.

Mentre all’uscita dalla pandemia di Covid-19, a cavallo tra 2021 e 2022, l’attenzione per la sostenibilità sociale e ambientale sembrava molto alta e destinata a incidere per anni sulle scelte politiche ed economiche, ora il contesto sta rapidamente cambiando. All’indomani della rielezione di Trump, grandi attori della finanza globale come la società di investimento BlackRock hanno perso interesse per questi temi. E anche la nuova agenda della Commissione UE punta soprattutto all’industria bellica più che sul prosieguo del Green Deal europeo. “Proprio in questo senso – conclude Cibinel – attori come le Fondazioni di origine bancaria possono apportare un contributo significativo per sostenere il bene comune e l’innovazione, anche in campi che più raramente vengono toccati dall’azione filantropica”.

Per quanto riguarda l’Europa, rimane forte l’obiettivo della sostenibilità all’interno degli investimenti, ma è indubbio che vi sia un focus crescente sul tema della sicurezza”, commenta Stefania Coni. Siamo nel mezzo di una transizione, noi riteniamo che sia più che mai utile continuare con un programma che vede al centro l’impatto sociale e ambientale”, conclude.

 

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Foto di copertina: impactdeal.eu





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