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Orsini invita a un confronto ma i sindacati temono il bluff


La scena è di quelle buone per le foto: il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, appartato in un angolo a discutere «informalmente» con il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini e quello della Uil, PierPaolo Bombardieri. Entrambi ospiti dell’assemblea annuale degli industriali così come la segretaria della Cisl, Daniela Fumarola. Quest’ultima mancava dal quadretto ma solo perché era già nota la sua posizione di pieno sostegno non solo all’ex controparte ma anche al governo, rappresentato nella kermesse di Confindustria dalla premier in persona con mezzo esecutivo.

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«LA CISL ESPRIME un apprezzamento convinto per la volontà dichiarata da Orsini di realizzare un patto con cui affrontare alcune delle principali priorità economiche e sociali del Paese e ritiene di assoluta importanza che la premier Meloni abbia annunciato che per questo accordo sarebbero pronti 15 miliardi rivolti al lavoro», ha affermato la leader del sindacato bianco in una nota. Fumarola aveva, appena eletta, già instaurato un legame con la presidente del Consiglio in nome della legge sulla partecipazione dei lavoratori alle imprese che aveva spaccato i sindacati.

LA PROPOSTA del presidente di Confindustria su un “tavolo” con i sindacati dove affrontare tutti i temi irrisolti degli ultimi anni, dai contratti alla rappresentanza, era stata lanciata un mese fa e ribadita al festival dell’Economia di Trento. «Ho chiesto che tirino fuori l’agenda per trovarci il prima possibile – ha riferito Orsini al termine dell’evento di ieri – sediamoci, parliamo: io disdico ogni appuntamento, ma è importante che ci siano tutti e tre». L’invito era stato già accettata da Bombardieri che aveva proposto il 26 giugno come data per l’avvio degli incontri. «Non ci siamo mai sottratti al confronto con le controparti – ha dichiarato il leader della Uil -. Andremo al tavolo, però, per affrontare tutti i temi importanti e non solo quelli che propone Confindustria».

«PROVE DI DIALOGO in corso», hanno fatto sapere fonti sindacali ma senza nascondere le questioni sul piatto. Se Orsini dal palco di Bologna si è rivolto ai rappresentanti confederali seduti in prima fila esclamando che «ogni morte sul lavoro è un fallimento» e che la perdita del potere d’acquisto dei salari è un «problema nazionale su cui si deve lavorare insieme», Landini, a margine, rilascia una dichiarazione per dire che invece durante l’assemblea non ha «sentito dire una parola di cancellare il subappalto cascata, di affermare un altro modello di fare impresa, di combattere il livello di illegalità che c’è». «Abbiamo avanzato delle richieste molto precise, servono degli accordi e delle scelte che vanno in questa direzione che a oggi non si stanno facendo. Anzi hanno liberalizzato il subappalto a cascata – ha aggiunto Landini – questo è il tema di fondo che noi stiamo ponendo sotto ogni punto di vista, contrattualmente, con il referendum, con qualsiasi cosa. Sono le leggi balorde realizzate negli anni che hanno favorito questo modello di fare impresa che favorisce non gli imprenditori seri, che investono, che puntano alla qualità, ma i banditi con la logica del massimo ribasso».

«LE CONDIZIONI PER il confronto ci sono – spiegano dalla Cgil – ma non c’è niente di concreto, solo annunci che si fanno in questi contesti: Confindustria si trova in una posizione di stallo a causa degli equilibri interni ed è impegnata a ricomporre le fratture dentro l’associazione». Le perplessità sono politiche. Il ragionamento che arriva da corso Italia parte dalle posizioni espresse dagli industriali sul Green deal, sulla richiesta di ulteriori incentivi alle imprese anche mediante distrazione di fondi del Pnrr dalla coesione territoriale, l’interesse verso la riconversione bellica e lo zoccolo duro che tiene il punto rispetto al costo del lavoro.

«HANNO PARLATO di salari più dignitosi, li aspettiamo al varco con il rinnovo dei contratti dei metalmeccanici, vediamo se hanno davvero intenzione di risolvere».

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