Osservazioni CGIL in relazione all’attività conoscitiva dell’8a Commissione del Senato della Repubblica (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) sul Disegno di legge n. 1479 (Decreto-legge 65/2025): “Ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile”.
Il provvedimento in esame interviene con disposizioni e integrazioni della normativa vigente in relazione agli eventi alluvionali che hanno colpito i territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e agli effetti del fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei.
Con queste osservazioni la CGIL esprime valutazioni su alcuni temi di particolare interesse. Funzioni commissariali, Cabina di coordinamento e piano di comunicazione.
Vengono positivamente ricomprese nelle responsabilità del Commissario straordinario, come ripetutamente richiesto dalle nostre strutture territoriali, oltre alle attività nei territori della regione Emilia-Romagna interessati dagli eventi alluvionali del maggio 2023, quelle di settembre e ottobre 2024 per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza (Articolo 1). Alla corretta ricomposizione degli stati di emergenza dovranno tempestivamente seguire gli atti amministrativi necessari per accedere ai risarcimenti previsti dal D.L. 61/2023 anche da parte dei soggetti colpiti dalle alluvioni del 2024, la ricognizione dei quali dovrà essere aggiornata dal Commissario Straordinario entro il 31/08/2025.
Vengono prorogate fino al 31 maggio 2026 le funzioni commissariali e della struttura di supporto; si prevede la possibilità di individuare un vicecommissario con compiti esecutivi e nuove funzioni attribuite ai Presidenti delle Regioni Emilia Romagna, Marche e Toscana nella loro qualità di sub-commissari che partecipano alle attività della Cabina di coordinamento, all’attuazione delle misure per la ricostruzione privata ed al coordinamento, monitoraggio e gestione dell’attuazione degli interventi urgenti di ricostruzione pubblica (Articolo 2). Tale Cabina di coordinamento viene positivamente integrata con i Presidenti di tutte le province, un rappresentante dell’ANCI per provincia e dal Sindaco del Comune capoluogo se diverso dal Presidente della Provincia e si prevede la definizione, entro il 31 luglio 2025, di un piano di comunicazione alla popolazione circa la realizzazione di iniziative finalizzate alla diffusione della conoscenza del rischio idraulico e idrogeologico in relazione all’evoluzione delle condizioni del territorio a seguito dell’attuazione degli interventi, per accompagnare i cittadini e le comunità nel percorso di esecuzione degli interventi (Articolo 3). Sarà importante il rafforzamento del confronto ai vari livelli, implementando l’interlocuzione nei luoghi di condivisione delle scelte strategiche da realizzare e delle problematiche riscontrate sul territorio. Sarà inoltre fondamentale il coinvolgimento delle parti sociali anche nell’attuazione del piano di comunicazione.
Ricostruzione privata e pubblica
Vengono integrati strumenti amministrativo-contabili per l’attuazione delle funzioni commissariali e delle misure di ricostruzione privata e pubblica (Articolo 4).
Per la ricostruzione privata si interviene con semplificazioni, procedure velocizzate per il ripristino di edifici residenziali e produttivi in caso di danni minori entro alcuni limiti di importo, modifiche delle modalità di concessione, erogazione e gestione dei contributi. La complessità delle procedure finora previste rendono auspicabili livelli di semplificazione permanendo, tuttavia, alcune problematiche legate ai massimali insufficienti per il risarcimento dei beni mobili (che rappresentano gran parte dei danni “da alluvione”) e l’esclusione dal risarcimento dei beni mobili registrati.
Per la ricostruzione pubblica, gli interventi sono individuati prioritariamente sulla base dell’urgenza rilevata, in base a valutazioni di priorità fatte dai sub-commissari, tenendo conto della pianificazione di bacino, per una più sistematica attività volta alla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico. Questi costituiscono il cd. “Piano speciale di ricostruzione” per il quale il Commissario Straordinario può definire con specifiche ordinanze un quadro derogatorio speciale, debitamente motivato, finalizzato alla celere realizzazione degli interventi (Articolo 7). Il nuovo modello per la ricostruzione pubblica, che andrà opportunamente approfondito, implica la necessità di effettuare in tempi rapidi una ricognizione degli interventi urgenti da realizzare e delle risorse già stanziate e da stanziare, nonché di quelli da inserire per il ripristino e la messa in sicurezza del territorio.
Per la realizzazione degli interventi urgenti il Decreto prevede inoltre ulteriori possibilità derogatorie alle norme relative all’aggiudicazione degli appalti. La CGIL ha sempre ribadito che l’obiettivo condiviso della “celerità” deve essere strettamente connesso alla tutela della legalità, della qualità del lavoro e della sicurezza del lavoro, partendo dai Protocolli sottoscritti a livello regionale che garantiscono velocità delle procedure, legalità e tutela delle condizioni lavorative. Tali Protocolli definiscono regole (corretta applicazione contrattuale, esclusione del subappalto a cascata e limiti alle attività subappaltabili, sicurezza sul lavoro, presidi di legalità, ecc.) a cui bisogna dare piena attuazione, in particolare in contesti in cui occorre mettere a terra risorse significative in breve tempo.
Programma straordinario di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico.
Si prevede la definizione di un programma straordinario di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico (PSIRRII) nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche colpiti dagli eventi alluvionali del maggio 2023 e nei territori dell’Emilia-Romagna colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi nei mesi di settembre e ottobre 2024 (Articolo 9); all’attuazione del PSIRRII, che avverrà mediante due stralci della durata di sei anni ciascuno, sono destinate risorse pari a 1 miliardo di euro per gli anni dal 2027 al 2038 (nuovo art. 20-novies.1 del D.L. 61/2023). Sono inoltre previste disposizioni finalizzate al consolidamento della capacità operativa territoriale necessaria per l’implementazione del PSIRRII (nuovo art. 20 novies.2 del D.L. 61/2023), prevedendo, per il personale coinvolto, la possibilità di stabilizzazione e di riconoscimento di compensi aggiuntivi rispetto al trattamento economico fondamentale e accessorio. Per tali finalità è autorizzata la spesa complessiva di 30 milioni di euro (2,5 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2038).
Condividendo la necessità di un programma straordinario di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, si ritiene che le risorse debbano essere aggiuntive rispetto al fondo di cui all’art. 1 c. 644 della legge 30 dicembre 2024, n. 207. Nel corso della realizzazione del programma sarà inoltre necessario effettuare una ricognizione complessiva degli interventi necessari alla riduzione dei rischi e alla messa in sicurezza del territorio, al fine di integrare lo stanziamento delle risorse ivi previste. Occorre intervenire con urgenza partendo da una pianificazione definita, con percorsi democratici e partecipativi, estesa a tutto il territorio nazionale, finanziata con adeguate risorse. Non è sufficiente, come si legge nel comma 4, il vago riferimento a “una riforma organica della disciplina in materia di mitigazione dei rischi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo” senza definire tempi, governance e limitandosi alla “ricognizione delle risorse a tali scopi previste a legislazione vigente”. La CGIL da sempre sollecita un intervento strutturale esteso a tutto il territorio nazionale su questi temi, superando la logica emergenziale e dell’intervento post calamità per definire politiche di prevenzione che tutelino le popolazioni e i territori, le abitazioni, le attività economiche e che contribuiscano a determinare una giusta transizione, anche con la creazione di nuova e buona occupazione su tutto il territorio nazionale.
Valutiamo positivamente la previsione del comma 6 che riconosce le condizioni di particolare urgenza derivanti dall’impatto degli eventi alluvionali che hanno colpito le tre regioni e prevede che Commissari per il contrasto del dissesto idrogeologico possano individuare anche interventi già finanziati a valere su altre fonti di finanziamento, per accelerare l’azione di riduzione del rischio idraulico e idrogeologico.
Sostegno del lavoro in agricoltura
Allo scopo di garantire la continuità della capacità operativa necessaria per l’implementazione del programma straordinario degli interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, le regioni Marche, Toscana e Emilia-Romagna possono riorganizzare il personale già presente, compreso quello delle Agenzie regionali, che sono quelle che nella gran parte d’Italia gestiscono gli operai forestali. Nello specifico della proposta si evidenzia che si prevede l’allungamento del termine entro cui le amministrazioni delle tre Regioni possono stabilizzare il personale non dirigenziale a tempo determinato, che passa dal 31 dicembre 2026 (previsto all’articolo 3, comma 5, del decreto-legge 22 aprile 2023 n. 44, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2023, n. 74) al 31 dicembre 2028. Si prevede anche, oltre i limiti previsti dal CCNL, la possibilità di ulteriori 50 ore di straordinario per ogni lavoratore (personale non dirigenziale).
Evidenziamo che in Emilia-Romagna non c’è personale direttamente assunto dalle Agenzie regionali e l’intero comparto è gestito per la gran parte da aziende private, nelle Marche sono circa 20 gli addetti a tempo determinato e in Toscana la dotazione di personale è sempre più ridotta (circa 400 operai forestali). Rispetto a quanto specificato, riteniamo che la stabilizzazione dei tempi determinati nonché l’allungamento dell’utilizzo dello straordinario dovrebbero essere utilizzati per dare una risposta all’implementazione del numero degli operai forestali ed al turn-over, assolutamente necessario nel comparto forestale. Analogamente riteniamo debba essere aperta una valutazione rispetto alla valenza pubblica della tutela e manutenzione del territorio a partire dalla regione Emilia-Romagna, evidenziando l’essenzialità del comparto forestale e dei suoi addetti per il presidio del territorio, il contrasto al dissesto idrogeologico, la cura e la manutenzione del bosco in particolare nella dorsale appenninica.
In merito alla fase della ricostruzione riteniamo necessario specificare che dovrebbe essere esplicitato che eventuali modifiche dei piani colturali delle aziende agricole colpite dall’alluvione devono tenere in considerazione l’impatto occupazionale, che non può e non deve essere in perdita.
Rispetto alla difesa dell’occupazione a tempo determinato nelle aziende colpite dall’alluvione evidenziamo l’assenza di tutela del reddito: la disoccupazione agricola è infatti un sostegno al reddito proporzionale al lavoro svolto, quindi sia in termini di reddito che di copertura previdenziale i lavoratori agricoli, per i meccanismi previsti dalla norma sulla calamità attualmente non esigibile, sono scoperti da qualsiasi sostegno; si dovrebbe quindi pensare almeno ad un intervento in deroga per i lavoratori e le lavoratrici coinvolti.
Effetti dell’evoluzione del fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei
Il provvedimento interviene anche con disposizioni per affrontare gli effetti del fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei.
Si riconosce, a determinati presupposti, la sospensione al 31 agosto 2025 di alcuni termini per adempimenti e versamenti tributari e contributivi ai soggetti che, alla data del 13 marzo 2025, erano residenti, oppure avevano sede legale od operativa, negli immobili interessati dagli eventi sismici; viene disposta la proroga di tre mesi per il versamento delle rate della c.d. Rottamazione-quater, nonché per la procedura di riammissione all’istituto medesimo, in scadenza nel periodo di sospensione; si individuano misure urgenti per la riqualificazione sismica e la riparazione degli edifici residenziali inagibili, si riconosce un contributo di autonoma sistemazione in favore dei nuclei familiari la cui abitazione principale sia stata sgomberata per inagibilità. Si stabilisce un incremento di 200 milioni per il 2025, aggiungendosi alla precedente decretazione in materia.
Il DL 65/2025 presenta i limiti riscontrati nei provvedimenti precedenti, destinando risorse, peraltro insufficienti, unicamente agli edifici dichiarati inagibili e alle famiglie sgomberate in seguito allo sciame sismico del 13 e del 15 marzo 2025, che ha provocato il trasferimento di centinaia di nuclei in alloggi di emergenza.
Il fenomeno bradisismico, pur registrando un picco negli ultimi anni, ha caratteristiche che vanno oltre l’emergenza, con un numero di scosse di piccola e media intensità pari a 6.740 scosse nel solo 2024, con il fenomeno di risalita del suolo ancora abbondantemente in corso. Risulta evidente la necessità di superare la logica emergenziale, con un approccio incentrato sul monitoraggio e la messa in sicurezza di tutti gli edifici, per prevenire i danni che derivano dalla continua sollecitazione cui sono sottoposti. Il decreto, inoltre, reitera una misura che si è rivelata inefficace, anche a causa dell’esiguità delle risorse, inerente ai contributi per l’autonoma sistemazione fuori dalle aree a rischio, data anche l’enorme difficoltà causata della saturazione del mercato degli affitti.
Anche per quanto riguarda le attività commerciali e industriali che insistono sull’area, si rilevano misure insufficienti, non essendoci previsioni per sostenere le imprese dei settori in crisi a causa delle ricadute del fenomeno, dal turismo al commercio, comprese le attività della pesca e della miticoltura. Né sono previsti contributi per la messa in sicurezza delle aziende, non proteggendo di conseguenza il territorio da un rischio di ulteriore desertificazione industriale.
Rileviamo, in definitiva, la messa in campo di risorse esigue per tamponare la sola ultima emergenza, senza rispondenza con un fenomeno che al contrario necessita di approcci di medio e lungo periodo, come dimostrato anche dall’ultimo evento dello scorso 13 maggio, con una scossa pari a 4.4 gradi.
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