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Aumento del rating moody’s promuove l’italia ma il governo punta su sfide demografiche ed energetiche


L’Italia ottiene un importante riconoscimento dalle agenzie di rating internazionali, con Moody’s che passa l’outlook del paese da stabile a positivo. Questo segnale apre nuove opportunità per i conti pubblici e per le imprese, abbassando i costi di finanziamento. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha evidenziato la portata di questo cambiamento nel dibattito al Senato, mettendo in luce il lavoro del governo e le difficoltà residue da affrontare, soprattutto legate alla demografia e ai prezzi dell’energia.

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Cos’è cambiato con il giudizio positivo di moody’s

A inizio giugno 2025, Moody’s ha rivisto l’outlook sull’Italia, portandolo da “stabile” a “positivo”. Questo miglioramento riflette una maggior fiducia dei mercati e dei risparmiatori verso la situazione economica nazionale. Il passaggio segna non solo una valutazione tecnica, ma un’influenza diretta sul costo con cui l’Italia si finanzia sui mercati internazionali. Il ministro Giancarlo Giorgetti ha spiegato che questa fiducia comporterà minori costi degli interessi da pagare sui debiti pubblici, con un conseguente risparmio per le casse dello Stato.

Durante il dibattito al Senato sulla legge di contabilità, Giorgetti ha sottolineato che il riconoscimento non deve essere visto come un premio fine a se stesso, ma come il frutto di un lavoro rigoroso e silenzioso del governo, che – ha detto – “nessuno ci ringrazia”. Il miglioramento del rating, ha aggiunto, arriva nonostante le critiche delle opposizioni, che a suo avviso tendono a minimizzare o a ignorare segnali positivi quando non vengono da loro. Il significato reale, secondo il ministro, sta nell’avere ritrovato un clima di fiducia utile per garantire stabilità economica.

Benefici per l’economia e le imprese italiane

Con il rating migliorato non cambiano solo le dinamiche del debito pubblico. Per le imprese, in particolare, si profila uno scenario più favorevole per ottenere credito. Tassi d’interesse più bassi aprono la strada a finanziamenti più accessibili, fondamentali per sostenere investimenti e progetti di crescita. Giorgetti ha collegato questo miglioramento alla possibilità di attrarre “risorse aggiuntive” per l’economia italiana.

Il rafforzamento della posizione dell’Italia nei confronti degli interlocutori europei è un altro aspetto importante. I rappresentanti europei, infatti, stanno al momento discutendo questioni cruciali come il bilancio comune, i fondi per la difesa e la difesa europea stessa. Un rating più solido quindi permette di avere maggiore peso nelle trattative, agevolando così la gestione di temi strategici per il paese.

Le sfide attuali: demografia e energia

Nonostante il miglioramento del rating e la maggiore fiducia dei mercati, il ministro ha ricordato che i problemi più pressanti per l’Italia restano quelli legati all’inverno demografico e alla gestione dei costi energetici. Il calo della popolazione lavorativa rappresenta un problema di lunga durata, che condiziona il futuro del sistema previdenziale e la crescita economica.

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Sui costi dell’energia, Giancarlo Giorgetti ha denunciato “scelte scellerate fatte in passato”, in particolare riguardo al rifiuto di tornare al nucleare. Questa decisione ha contribuito ad aumentare la dipendenza energetica e il costo delle forniture, mettendo ulteriormente sotto pressione famiglie e imprese. Il ministro ha indicato questi temi come centrali nelle politiche da adottare per i prossimi anni, in modo da non vanificare i vantaggi ottenuti sul fronte dei rating.

Risposte politiche e dibattito al senato

Nel corso della discussione al Senato, il ministro ha messo in evidenza come le opposizioni non abbiano mostrato particolare interesse a riconoscere pubblicamente questi risultati, preferendo invece accentuare le difficoltà. “Quando manca la fiducia diventa una tragedia, ma quando la fiducia c’è, sembra non importar più a nessuno”, ha sottolineato Giorgetti.

La posizione del governo resta ferma: garantire conti pubblici in ordine significa adeguarsi alle regole europee, incluso il rispetto del Patto di Stabilità. Proprio su questa base, l’Unione Europea si pronuncerà a breve sul piano di spesa presentato dall’Italia. Il cammino per consolidare la ripresa economica e sociale del paese passa da qui, tenendo conto delle sfide ancora aperte e del contesto geopolitico ed economico globale.



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